Sesso:F
Data pubblicazione:08/03/2011
Un cadavere di una donna, privo della testa e delle gambe, è stato trovato in un campo in via Ardeatina, all’altezza di via di Porta Medaglia, una zona periferica a sud di Roma oltre il Grande Raccordo Anulare, nell’area compresa fra Trigoria e l’aeroporto di Ciampino. Il corpo, in avanzato stato di decomposizione, è stato segnalato alla polizia pochi minuti prima delle 13 da un passante. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, l'assenza di tracce di sangue sul posto farebbe ritenere che la persona cui appartengono i resti potrebbe essere stata mutilata e uccisa altrove e successivamente portata nel campo. Il corpo mutilato ha entrambe le braccia aperte e alcune unghie delle mani smaltate. Indossa un giubbotto nero e una maglietta nera.
I resti appartengono a una donna, morta probabilmente da una settimana per una coltellata alla schiena e poi mutilata. Le impronte digitali non corrispondono a nessuna di quelle archiviate dalle forze dell’ordine. I pochi elementi certi sono che la donna era di razza bianca, aveva un anello d’acciaio a un dito della mano destra e le unghie smaltate. E’ stata ritrovata con le braccia aperte, una mano aveva il palmo rivolto verso l’alto. Indossava una maglietta e una giacca nere, in una tasca interna della quale c’era un accendino. I resti sarebbero stati nel campo da non più di 48 ore. Secondo gli investigatori la donna sarebbe stata mutilata e uccisa altrove: sul luogo del ritrovamento non ci sono evidenti tracce di sangue. Dal corpo, tagliato all’altezza del bacino, sarebbero stati asportati con cura gli organi principali, cuore, polmoni e intestino. Il tronco sarebbe stato trafitto con un cavo metallico per poterlo trasportare come una valigia. Un lavoro da macellaio, eseguito con la precisione chirurgica di un “sadico professionista”. La vittima è stata mutilata con una motosega, anche il sesso è totalmente lacerato, mentre i seni non sono stati asportati. Secondo le prime analisi, potrebbe trattarsi del corpo di una europea di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Il suo fisico, a detta degli esperti, sarebbe “normolineo”. Proseguono intanto gli esami, in particolare sulle mani della vittima, che erano insanguinate, per trovare tracce dell’assassino, come la presenza di capelli. I risultati sui prelievi del dna saranno disponibili solo tra qualche settimana.In attesa dei risultati dell’autopsia effettuata il 9 marzo all’Istituto di medicina legale de La Sapienza, il pubblico ministero Francesco Caporale ha disposto una serie di accertamenti, tra i quali un sopralluogo approfondito nella zona in cui è stato trovato il cadavere.
Dai primi esami autoptici è emerso che la donna è stata colpita con tre coltellate, una alla schiena e due all’addome e potrebbe aver cercato di difendersi, vista la presenza di alcune ferite sulle braccia. Sono stati effettuati prelievi sotto le unghie delle mani per cercare tracce che possano ricondurre al Dna dell’assassino. Sul corpo sono stati effettuati anche gli esami tossicologici.
Il medico legale ha stabilito che la donna è stata uccisa due, tre giorni prima del ritrovamento, dunque durante il primo fine settimana di marzo. Il cellulare trovato vicino al corpo non è utile alle indagini: era di un ciclista che l’aveva perso. Secondo un testimone una Bmw blu scura sarebbe passata più volte sul tratto di strada vicino al luogo del ritrovamento. La vicenda ha richiamato alla memoria il caso cosiddetto del "Collezionista di ossa", lo scheletro umano composto con i resti di più persone diverse, trovato nel quartiere romano della Magliana.
Era una donna di carnagione chiara, probabilmente europea, che aveva fra i 20 e i 35 anni, con una corporatura media e alta tra 1,71 e 1,79 centimetri. Aveva i capelli biondi e lunghi, ma tinti di rosso. Per tracciare i dati antropometrici gli investigatori si sono basati sulla struttura e la lunghezza dell'avambraccio della vittima. La donna era anche una fumatrice e, a quanto sembra, non aveva assunto droghe nelle ore precedenti alla sua morte. Il cadavere, al momento del ritrovamento, indossava una maglietta nera a maniche lunghe, un gilet color 'carta di zucchero' con bottoni particolari e un giubbotto nero su cui c'é una scritta che non è stata precisata dagli investigatori. La donna aveva un anello a fascia d'argentio alla mano destra con all'interno le scritte "EDNA" e "925". Aveva le unghie decorate con uno smalto rosso e delle gocce grigio argento, allineate in diagonale come nel numero 3 dei dadi. Sul corpo finora non sarebbero state rilevate tracce di un altro Dna.