Data messa in onda:13/05/2009
Questa è la storia di un barbiere di Palermo, partito per la guerra come aviere e catturato dagli inglesi in Africa. Rosolino Di Nicola, fatto prigioniero in Libia, è stato trasferito in un campo di prigionia di Bombay e infine in un campo di lavoro inglese. Lì la manodopera scarseggiava, gli uomini erano in guerra, e i prigionieri andavano a lavorare nelle miniere, nelle fabbriche e nelle fattorie. Rosolino è assegnato alla fattoria di Mollie Collinson, a Forrest-in-Teesdale, una piccola località vicino S.Barnard Castle. Con questa donna Lino ha costruito un rapporto di grande amicizia durato negli anni. Di lui Mollie aveva scritto in un articolo, pieno di affetto, su un giornale locale. Mollie racconta l’esperienza umana di Rosolino, per invitare i suoi lettori a ospitare prigionieri nelle case inglesi e far sì che, tornati nel loro paese, potessero diventare testimoni di pace. Ma Lino, negli anni di prigionia inglese, dal 1943 al 1946, ha anche conosciuto una ragazza, con la quale, in un incontro fugace, ha avuto un figlio. Lino non ricorda il nome della donna, né la cittadina dove l’ha incontrata su un pullman. Ricorda solo che c’erano alcuni inglesi che schernivano la ragazza perché dava confidenza a un italiano. Quel giorno Lino la perse di vista, per ritrovarla di nuovo per caso in un pub. Fu un incontro occasionale, di una notte, ma quando Lino stava per ritornare in Italia, nell’aprile del 1946, venne a sapere da un ragazzo inglese che lo aveva visto in compagnia della donna e che proveniva dalla stessa cittadina, che aveva avuto un figlio. Lino è rientrato in Italia, a Roma, e da subito ha cercato di far ritorno in Inghilterra, paese che aveva cominciato presto ad amare nonostante le amarezze della prigionia. Ma la guerra aveva portato ovunque distruzione e miseria, non c’era lavoro né alcuna possibilità di tornare in Inghilterra, così Lino torna a fare il barbiere a Palermo. Si sposa nel 1951 con Rosa dalla quale ha avuto quattro figli, che oggi cercano di rintracciare quel fratello inglese di cui Rosolino parla da oltre sessant’anni.