Data messa in onda:13/05/2009
Nunziata è nata quasi 64 anni fa a Geraci, in provincia di Palermo, in una famiglia modesta e numerosissima: lei è la 14esima di 18 figli, la più piccola delle femmine di casa. Suo padre faceva il carbonaio, acquistava legna da trasformare in carbone, un lavoro lungo e faticoso con un guadagno troppo modesto per una famiglia tanto numerosa. Così a 14 anni Nunziata si trasferisce a Palermo per cercare lavoro, gira di casa in casa facendo la domestica, la dama di compagnia, la tuttofare. Molti anni dopo, quando di anni ne ha 36, seduta su una panchina in attesa dell’autobus, incontra il suo primo marito, Gaetano, il padre dei suoi figli, che di mestiere fail parcheggiatore abusivo. L’uomo si rivela violento e l’indigenza in cui versa la famiglia, inducono Nunziata ad affidare i loro due figli, Stefano ed Antonio di 12 e 10 anni ad un istituto della città. Poco dopo però Gaetano muore e a Nunziata viene a mancare anche quel poco sostegno economico che il marito riusciva a procacciare. L’unica scelta possibile fu quella di lasciare i figli nel collegio della città, per assicurare loro un pasto e la possibilità di continuare a studiare. Nunziata va a trovarli spesso ma il tempo passa e i ragazzi, raggiunta l’età massima di permanenza in quell’istituto devono lasciarlo per un secondo,
a Catania e poi ancora in un’altra struttura, a Roma, dove sono rimasti fino a qualche tempo fa. Ed è qui che Nunziata li vede per l’ultima volta, 10 anni fa, in occasione della cresima di Antonio. Dopo quest’ultimo incontro la vita di Nunziata viene sconvolta nuovamente dal destino: il suo secondo marito, un ennese per seguire il quale Nunziata aveva lasciato Palermo per Enna, si ammala gravemente. I soldi bastano appena per le medicine. Vivono senza elettricità e senza telefono. Rimasta vedova per la seconda volta, porta avanti una vita semplice in un monolocale striminzito, sferruzza maglie ad un incrocio raccogliendo ogni tanto gli spiccioli dei passanti. È ospite fissa della Caritas, che le fornisce abiti e viveri: «Non ho molti soldi – dice – ma quei pochi che ho voglio darli ai miei ragazzi, facendo il mio dovere di madre. Li devo trovare e poi sarei anche pronta a farmi ospitare in un centro per anziani».
C’è un lieto fine per Nunziatina e i suoi figli, Antonio e Stefano, abbandonati da ragazzi e ritrovati grazie a chi l’ha visto. Una storia iniziata tanti anni fa, 3 vite sospese su tanto dolore: quello di Nunziatina che per proteggere i figli dalla violenza di un padre che non ha mai neanche voluto riconoscerli li affida con speranza ad un istituto e quello di Stefano e Antonio, troppo piccoli per comprendere la scelta d’amore della madre e che vivono la disperazione della separazione, la mala integrazione in più istituti, il disagio di essere stati di fatto abbandonati.Dopo 10 anni queste tre anime forse potranno riunirsi. Stefano, 28 anni e Antonio, quasi 26, sono due ragazzi autonomi, hanno un lavoro, vivono a Roma. Sono diventati grandi con le fragilità che un’infanzia negata porta con sé. Nunziatina ha potuto riabbracciare Stefano, volato da Roma in Sicilia. E’un ragazzo fiero, non lascia trasparire emozioni forse per non essere ferito ancora. Quella donna, diventata una clochard, l’ha partorito ma non ha mai instaurato con lui o con Antonio alcuna relazione affettiva. Non ci sono colpe da perdonare dice Stefano. Lui ricorda gli anni d’inferno vissuti con suo padre. Un uomo violento che picchiava Nunziata e non risparmiava i bambini. Stefano sente di dover essere nella vita di questa sconosciuta, vuol vivere la sua responsabilità di figlio. Antonio non ha ancora visto la mamma. Lui avrebbe voluto cercarla già anni fa. Oggi se vorrà, potrà riabbracciarla.