Data pubblicazione:07/12/2009
Aly Mohamed Nour, un giovane egiziano oggi ventottenne, ha deciso, dopo oltre 20 anni di ricercare la parte italiana della sua famiglia. Suo padre, un immigrato egiziano, l’avrebbe sottratto alla madre quando aveva solo 5 anni e lo avrebbe fatto crescere in Egitto dalla nonna paterna. Il suo nome italiano era Alex Anfuso e viveva a Villanova di Guidonia (Roma), dove era nato il 25 aprile 1981, con la mamma Silvana Anfuso, ragazza di origini etiopi-italiane con problemi di tossicodipendenza. Il piccolo Alex aveva solo 5 anni quando scomparve misteriosamente mentre giocava davanti al portone di casa il 17 marzo 1987, un martedì pomeriggio. In quel periodo era ospite di una coppia di amici perché la madre era stata arrestata e si trovava in carcere a Rebibbia. Erano Luigi e sua moglie Joceline a prendersi cura del bambino. Lo amavano molto, tanto che avevano fatto richiesta al Tribunale per i Minorenni per poterlo adottare e pensavano di crescerlo insieme alla loro figlia Jacqueline di 4 anni. I carabinieri indagarono a lungo. Sulla sua scomparsa si susseguirono più voci: rapimento, vendetta, sottrazione, disgrazia. Persino Luigi finì tra i sospettati. Una delle ipotesi degli inquirenti fu infatti che avesse nascosto il bambino per sottrarlo ad un eventuale trasferimento in istituto. Passarono giorni, settimane, mesi, anni ma Alex non si trovò. Dopo ventidue anni, un bel ragazzo scuro, con i capelli ricci, gli occhi neri e il nome arabo di Aly Mohammed Nour, dal lontano Egitto, chiede su Facebook l’amicizia di un giovane cineoperatore. Il giornalista accetta. Si scambiano messaggi, parlano di sport. Aly gli racconta dei suoi studi in lingue, della squadra del cuore, del suo lavoro. Diventano amici. Poi un giorno i toni cambiano. Aly gli scrive: “Help me, I’m Alex Anfuso, I was kidnapped in Rome…”. L’operatore, che si chiama Pino Anfuso, capisce finalmente perchè Aly voleva entrare in contatto con lui. Decide di aiutarlo. Cerca vecchie agenzie, incrocia nomi, date e finalmente, dopo essersi rivolto a ’Chi l’ha visto?’ riesce a ricostruire il passato del ragazzo e gli intrecci familiari. Tra l’altro scoprirà che la madre purtroppo è morta 15 anni prima. Alex Anfuso è diplomato in informatica ma non riesce a trovare lavoro perché non ha un estratto di nascita. Spera ora, grazie alle informazioni raccolte, di riuscire a ottenere quel certificato di nascita che gli permetterà finalmente di avere dei documenti e riprendersi la sua vita.
Il pomeriggio della sua scomparsa Alex stava giocando in cortile con Angelo. L'amichetto venne chiamato dalla nonna che aveva preparato la merenda anche per Alex. Quando Angelo tornò in cortile, con un panino in ogni manina, non lo trovò più. Ci rimase male, ma non si preoccupò. Pensò che l’avesse chiamato la donna che credeva fosse la madre. Nei giorni seguenti, quando la stampa si interessò al caso, vide la foto di Alex con un ricco turbante e pensò che in realtà fosse un principe. Credette quindi alla favola che Alex era tornato nel castello del padre, un re africano ricco e potente, e un giorno forse sarebbe tornato a trovarlo. Dopo la trasmissione del 7 dicembre, anche Filippo, Douglas e tanti altri che sono cresciuti in quel cortile di Villanova di Guidonia si sono ritrovati entusiasti per organizzare il ritorno dell’amico ritrovato. Si sono messi a disposizione per ospitarlo. Anche Lilly, la sorella minore di sua madre Silvana, si è fatta viva. Era ancora una bambina quando Alex scomparve. Ora sta collaborando fattivamente con l’Ambasciata italiana perché Alex possa riavere quanto prima la sua vera identità.