I genitori di Marcello si separano quando lui ha appena tre anni. La mamma, una signora tedesca di nome Gabriele, si allontana dopo la separazione e da allora di lei non si sa più nulla. Marcello rimane con il papà, che in un primo momento - visto che è costretto a spostarsi continuamente per il mondo per motivi di lavoro - affida il figlio alla nonna e poi a un istituto di suore. Ma dopo un mese torna prenderlo, perché il bambino - che si è sentito abbandonato per la seconda volta - non mangia più. Da quel momento Marcello - che ora ha trentatré anni - cresce con suo padre, che si trasferisce a Terni e poi si sposa con un'altra donna. Nonostante le cure e l'affetto di questa seconda madre, la profonda sofferenza che ha segnato la vita del bambino riaffiora in modo devastante quando Marcello diventa adulto. Terminato il servizio militare, il ragazzo entra in un giro pericoloso e finisce alla deriva, forse cercando di sopire il dolore con lo stordimento. La famiglia si trasferisce ad abitare in una casa di fronte all'ospedale. E proprio in quest'ospedale Marcello passa molto del suo tempo: non solo perché ha bisogno di farmaci che non lo facciano star male, ma anche perché ha voglia di parlare con qualcuno. Un'assistente sociale si prende cura di lui. Per aiutarlo, si mobilita interpellando l'ambasciata tedesca in Germania, per cercare di ritrovare la madre di Marcello. Ma non ottiene risultati. Nel frattempo, il ragazzo - che ha con il padre un rapporto estremamente conflittuale - viene ricoverato d'urgenza a causa di un grave gesto di autolesionismo. Probabilmente, è il suo modo per cercare di "farsi ascoltare" dagli altri. E' il 5 giugno: il giorno dopo l'operazione, contro il parere dei medici, Marcello lascia l'ospedale e sparisce dalla circolazione. Secondo l'assistente sociale, che si è rivolta a "Chi l'ha visto?" temendo che la crisi del giovane possa degenerare in qualcosa di peggio, Marcello si trova sempre nella zona, ma non vuole farsi vedere.