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Scomparso

Roberto, una ricerca sul filo del rasoio

Edizione:2001/2002
Data pubblicazione:25/03/2002

Roberto Naso vive a Lanusei, un piccolo centro in provincia di Nuoro, ed insegna presso il locale Istituto superiore di istruzione artistica. L'uomo vorrebbe ritrovare il padre che non ha mai conosciuto. All'anagrafe di Catania, città dove risiedeva Antonia, la madre, risulta che Roberto è nato a Milano, all'Istituto provinciale per la maternità, un ospedale collegato fin dagli Anni Trenta ai brefotrofi dell'Italia del Nord. "Negli anni Cinquanta - spiega Roberto - al porto di Catania erano attraccate molte navi da guerra americane. Forse mio padre era un militare, poi ripartito senza sapere che mia mamma era incinta. Probabilmente la mamma è stata mandata dai genitori a partorire a Milano proprio per evitare lo scandalo". Roberto Natale viene spostato in diversi istituti di accoglienza gestiti da religiosi, mentre la madre ritorna a Catania. All'età di quattro - cinque anni viene affidato ad un istituto di suore di Belpasso, un piccolo paese ai piedi dell'Etna, a quindici chilometri da Catania. Antonia, che manifestava da tempo sintomi allarmanti di disagio mentale, si era trasferita da qualche anno a Calascibetta, vicino a Enna. Qui aveva conosciuto un pastore, con cui aveva allacciato una relazione sentimentale. Agli inizi dell'estate del 1967, la donna è incinta di cinque mesi. A giugno il pastore va a Belpasso a trovare Roberto: sembra che l'uomo, già vedovo e padre di tre figli, abbia intenzione di sposare la sua nuova compagna. Roberto trascorre l'estate accanto a sua madre e giocando con i tre bambini - "sono i più bei ricordi della mia vita" -, poi ritorna all'istituto. Ai primi di dicembre la madre partorisce in casa un bambino. Cinque giorni dopo, la donna uccide il neonato; è il pastore a fare la terribile scoperta. Accompagnata dai carabinieri, verrà trasferita presso l'Ospedale psichiatrico giudiziario di Pozzuoli. Nel 1976 Antonia viene trasferita all'Ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Siviere. Roberto, che aveva scoperto la terribile verità su quel che era successo, era riuscito a rintracciarla, e prima della sua morte era andato a trovarla diverse volte. Roberto vuole sapere chi è suo padre, ma Antonia non sa o non vuole rispondere. A un tratto fa capire al figlio che è meglio per lui smettere la ricerca. Ma Roberto non ha dato peso a quel consiglio: ora ha quarantaquattro anni, e il bisogno di conoscere suo padre gli è cresciuto dentro fino a fargli male: "Papà, se ci sei, ricominciamo da zero. Dammi la normalità che mi spetta di diritto".

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