Edizione:2001/2002
Data pubblicazione:30/04/2002
Tra il 1943 e il 1947 trecentomila abitanti istriani espatriarono verso l'Italia con tutti i mezzi, prima che il trattato di pace di Parigi sancisse il distacco di quelle terre, che vennero annesse alla Jugoslavia. Nel 1946 Antonio Cetina, che viveva a Pola, si era imbarcato su una nave inglese ed era scappato: "La sua pelle era a rischio - racconta Romano, suo fratello - perché da ragazzino, quando aveva quindici anni, era stato fascista". Nel 1946 dunque Antonio fugge dall'Istria e arriva a Cremona, dove si stabilisce per un periodo nel campo profughi. In questa città conosce Angela, una parrucchiera; dal loro amore nasce una bambina. Ma i due giovani non vanno più d'accordo, e Antonio lascia Cremona. Va in Belgio, torna, riparte con la legione straniera. Continua sempre a mandare i soldi per la bambina, alla quale è legatissimo. Poi partecipa alla guerra in Indocina fino alla capitolazione dell'esercito francese. Dopo nove anni torna a Cremona, ma trova Angela con un altro uomo. Antonio decide allora di tornare a Pola, fa il militare nell'esercito di Tito, ma alla fine decide di scappare un'altra volta. Raggiunge la Francia illegalmente, senza documenti. A Metz, nel Nord del Paese, trova posto in un'acciaieria. Qui muore, in un incidente sul lavoro. Romano sogna di poter incontrare sua nipote: la figlia di Antonio e di Angela, di cui non conosce il nome, né il volto.