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Scomparso

Katia Quinzi cerca Dalilà, sua madre

Edizione:2001/2002
Data pubblicazione:02/04/2002

Quella di Katia Quinzi è una vita serena: ha due figli piccoli e si occupa, insieme a suo marito, del vivaio che possiedono in Abruzzo. Ma nell'esistenza di questa giovane donna, c'è una domanda che non ha mai trovato risposta: perché sua mamma l'ha abbandonata in tenera età? Nel 1970 il padre di Katia, il signor Lodino, è emigrato nel nord-est della Francia, a Villerupt, un piccolo paese al confine con il Lussemburgo; lavorava come pasticcere. Nel 1974 ha incontrato Dalilà, una giovane donna franco-algerina, e dalla loro relazione è nata Katia. I due si sono sposati, e poco tempo dopo il matrimonio la madre di Lodino ha lasciato l'Abruzzo per andare a vivere con suo figlio e sua nuora in Francia. L'anno successivo, Lodino si è separato da Dalilà e ha deciso di ritornare al suo paese in Abruzzo, Corròpoli, portando con sé la bambina. Quando Katia aveva sei o sette anni, improvvisamente, Dalilà si era presentata a Corròpoli, dove la bambina viveva con il padre e con la nonna: la donna aveva deciso di stare accanto a sua figlia. Ben presto però, dopo appena qualche mese di permanenza in casa della suocera, Dalilà si era accorta di non trovarsi a proprio agio, e aveva deciso di andarsene di nuovo. Trascorso ancora qualche anno, nel 1980 Dalilà aveva tentato ancora una volta di riallacciare un rapporto con Katia, stavolta però a distanza: per molti mesi le aveva telefonato regolarmente dal Belgio, dove si era stabilita, senza mai dare un suo indirizzo o un recapito. Ma anche questi contatti si sono interrotti, e da allora Katia non ha più avuto notizie di sua madre. La giovane donna le lancia un appello perché, dopo tutto questo tempo, si faccia risentire.