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Scomparso

L'incendio al Prenestino (Roma)

Edizione:1999/2000
Data pubblicazione:04/04/2000

Il 28 marzo 2000 un violento incendio scoppiato in un appartamento del quartiere Prenestino a Roma ha ucciso Gustavo Benvenuti, che nel tentativo di sfuggire alle fiamme è morto lanciandosi dalla finestra. La moglie Rosanna Cicchetti e la suocera Lelia sono morte intrappolate dal rogo. Della famiglia si è miracolosamente salvato solo il figlio Fabrizio, cadendo sui materassi che i vicini di casa avevano steso nel cortile. Non si è trattato di una disgrazia ma dell'opera di qualcuno che ha preparato con cura un attentato. Verso le ore 17, infatti, in via Via Guglielmo degli Ubertini 58 era stato rotto il vetro del portone, per poter aprire più tardi la serratura. Intorno alla mezzanotte un litro di liquido infiammabile è stato versato sotto la porta e l'incendio è divampato partendo da una rudimentale miccia di garza imbevuta. Dopo una settimana dalla tragedia, gli investigatori non hanno individuato alcun movente. Hanno ascoltato per ore gli abitanti della zona, i familiari e i conoscenti della famiglia Benvenuti. Inizialmente si era pensato che l'obiettivo dell'attentato potesse essere stato Frabrizio Benvenuti, ingegnere impiegato nella società che si occupa di mobilità e parcheggi a Roma e che in passato ha lavorato ai progetti dell'alta velocità delle ferrovie. Ma in realtà l'uomo si trovava nell'abitazione dei genitori solo casualmente, perché il suo appartamento, distante duecento metri, era in ristrutturazione. Le ricerche di un movente si sono concentrate anche sul padre Gustavo Benvenuti, falegname in pensione, che tutti i conoscenti hanno descritto come una persona tranquilla. Apprezzato sul lavoro, l'uomo era riuscito a comprare alcuni immobili che in passato lo avevano portato ad avere qualche piccola discussione con inquilini e vicini. Due persone che avevano avuto un diverbio con lui sono state iscritte nel registro degli indagati, per permettere al magistrato di effettuare accertamenti diretti sulla loro posizione. La gente del quartiere ora ha paura, e qualcuno ricorda altri incendi avvenuti al Prenestino che sembrano disegnare un tragico triangolo di attentati incendiari. Due mesi prima, il 29 gennaio, in via Renzo da Ceri era fallito il tentativo di incendiare la casa di un vigile urbano. Il 28 marzo del 1987, in via Roberto San Severino, un altro vigile aveva assistito impotente alla morte della moglie e della cognata, le sorelle Rosanna e Daniela Bernardi, riuscendo a salvare per miracolo i due figli. I responsabili non sono mai stati individuati.

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