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Scomparso

I delitti di Cassibile

Data pubblicazione:16/01/2001

Maria Callari, bracciante agricola di 29 anni, è stata uccisa davanti alla sua abitazione alle 17,30 del 21 dicembre 2000 con un colpo di fucile da una persona nascosta nel buio. L'assassino, secondo la perizia medico legale, ha sparato da una decina di metri. È l'ennesimo misterioso omicidio che avviene a Cassibile, sobborgo di Siracusa, negli ultimi due anni e mezzo, e secondo gli investigatori si potrebbe avvalorare l’ipotesi dell’opera di un serial killer. Il 13 agosto del 1997, il ragioniere Rosario Basile, 40 anni, era stato assassinato con un colpo di fucile in contrada Sant’Elia mentre si trovava a tavola nella casa di campagna dei suoi genitori. Il colpo venne sparato attraverso una feritoia. Quasi dieci mesi dopo, Stefano Arcidiacono, 42 anni, ex guardia giurata, venne freddato di prima mattina sulla sua auto mentre percorreva una strada sterrata nei dintorni del paese. L'assassino si era nascosto in un anfratto. Il 25 aprile 2000 Giovanni Ficara, pensionato di 69 anni, fu ucciso ancora una volta con un colpo di fucile sulla veranda della sua masseria in contrada Spinagallo mentre cenava con altre dieci persone. Il colpo fu sparato attraverso un avvolgibile di canne. Quattro delitti inspiegabili: nessuna delle vittime - che tra di loro non avevano alcun rapporto - aveva precedenti penali, né era legata ad ambienti della criminalità. Stessa, o simile, l'arma usata per colpire.

  • 30 ottobre 2001

    La procura sta indagando su un episodio criminoso avvenuto la scorsa estate a Fontane Bianche, una zona a sud di Siracusa fiancheggiata dalla statale 115, nel territorio di Cassibile. Il 17 luglio alle 21 l'avvocato Bruno Leone, noto penalista del foro di Siracusa, si stava dirigendo verso la sua residenza in campagna quando, in prossimità del bivio della Renella, una macchina che lo stava già seguendo da alcuni chilometri lo aveva affiancato. Dalla macchina era partito un colpo di fucile: fortunatamente, l'avvocato aveva abbassato la testa e il colpo non era andato a segno. Bruno Leone ha dichiarato di non essersi accorto di niente; al momento dello sparo - ha detto - aveva attribuito il rumore a qualcosa che si era spaccato nella macchina. L'episodio potrebbe essere collegato agli altri omicidi avvenuti nella stessa zona negli ultimi quattro anni. Si pensa ad un serial killer che ucciderebbe per "lavare i peccati" commessi dalle vittime. Ma nel caso dell'avvocato Leone gli investigatori seguono anche la pista di un crimine maturato nella sfera lavorativa. Dieci giorni dopo il tentato omicidio, Ercole Giudice, un ex-calciatore, è stato ritrovato nel suo appartamento di Siracusa con un filo elettrico stretto intorno al collo. La morte è stata attribuita ad un suicidio. La moglie del giovane - si è poi saputo - si era rivolta all'avvocato Leone per farsi assistere nella causa di separazione dal marito. Un mese dopo il magistrato ha ordinato la riesumazione del cadavere, per svolgere una serie di esami autoptici, tra cui quello dell'identificazione del Dna. Secondo alcune indiscrezioni, le indagini sarebbero collegate anche al ritrovamento di un fucile.

  • 3 ottobre 2003

    Il 31 luglio scorso nel territorio di Cassibile, in borgata Fontane Bianche, è avvenuto l'ultimo omicidio. Poco dopo l'ora di cena qualcuno si è avvicinato alla villetta dei coniugi Tinè e, ad una distanza di circa otto metri dal cancello, ha esploso due fucilate che hanno ucciso sul colpo Sebastiano Tinè, imprenditore edile titolare di fortunate imprese commerciali della zona, e la moglie. La terza fucilata ha ferito ad una spalla la figlia che si è riparata dietro un muretto dopo i primi colpi. Il genero in quel momento si trovava all'interno della casa ma era accanto al figlio di pochi mesi. Il maggiore Paolo Piccinelli, del comando provinciale dei Carabinieri di Siracusa ha spiegato: "Fino ad oggi i fucili utilizzati erano delle doppiette, quindi fucili che non consentono l'espulsione automatica dei bossoli, in questo caso invece, per la prima volta, è stato utilizzato un fucile semiautomatico, che consente l'espulsione dei bossoli che sono stati repertati sulla scena del crimine. Inoltre, nei precedenti omicidi le cartucce erano caricate a pallini, mentre questa volta i pallini erano più grossi, non proprio pallettoni, però pallini più grossi. Questo ci fa capire e ci porta a poter dire che sicuramente quest'ultimo delitto è diverso dai precedenti e chi l'ha commesso è una persona molto probabilmente diversa dai precedenti. Quindi questo ci porta a scartare l'ipotesi del serial killer quasi completamente". Fin dal primo omicidio del 1997, è sempre stato evidente lo sforzo degli inquirenti di evitare il rischio di allarme sociale. La Procura della Repubblica ha istituito un pool interforze con Carabinieri e Polizia che lavoreranno insieme su questi casi.

  • 29 marzo 2004

    Nuovi sviluppi e informazioni confidenziali probabilmente in possesso degli inquirenti, hanno portato questi ultimi a effettuare una perquisizione con sequestro ad una donna già controllata dopo l'omicidio Ficara. Oltre che a Cassibile, sono state effettuate perquisizioni anche a Siracusa, sequestrando in totale otto fucili a persone che sembra siano in rapporti a vario titolo con la donna indagata.

  • 27 settembre 2004

    La sera del 18 agosto scorso un venditore ambulante di frutta, Giuseppe Spada, è stato ucciso nei pressi dello svincolo di Cassibile dell'autostrada Siracusa - Gela, con un colpo di fucile calibro 12 caricato a pallettoni esploso da non più di cinque metri. Inevitabilmente l'omicidio ha riportato alla memoria la lunga serie di delitti, eseguiti con la stessa modalità, che hanno insanguinato Cassibile fin dalla misteriosa morte di Gioacchino Franzone, ucciso secondo gli inquirenti, vittima di un incidente secondo la famiglia. Nel febbraio scorso contro la casa di una figlia di Franzone sono stati sparati colpi dei di fucile, sembrerebbe partiti dalla stessa arma che ha ucciso i coniugi Tinè. Una ispezione a tappeto dei Carabinieri della locale stazione, ha portato all'individuazione di mille fucili, tutti regolarmente denunciati, su una popolazione complessiva di circa cinquemila abitanti.

  • 31 luglio 2009

    E' un operaio l'indagato nell'inchiesta della procura della Repubblica di Siracusa per i dieci delitti del "mostro" di Cassibile (Siracusa), tutti rimasti senza colpevole. Nella sua abitazione, che si trova proprio nella frazione a sud del capoluogo, i carabinieri hanno sequestrato materiale riconducibile agli omicidi commessi con modalità spietate dal serial killer, a partire dal 1997 fino all'agosto del 2004, quando a colpi di fucile venne ammazzato Pippo Spada, freddato allo svincolo di Cassibile dell'autostrada "Siracusa-Gela". Determinanti, ai fini dell'inchiesta, che è condotta dai sostituti procuratori della Repubblica, Caterina D'Alitto e Antonio Nicastro, è stato il lavoro dei carabinieri del Ris di Messina che hanno esaminato i bossoli recuperati sia sul luogo del delitto di Spada sia quelli rinvenuti nel luglio del 2003 davanti alla villetta dei coniugi Tinè, in via Lago di Varese, vicino a Cassibile, ammazzati pure loro a colpi di fucile calibro 12. Quanto trovato nell'abitazione dell'operaio, un uomo che non ha precedenti penali, sarebbe soprattutto legato a questi ultimi due fatti. La svolta alle indagini è avvenuta poco più di tre mesi fa quando un imprenditore agricolo di Cassibile venne sfiorato da una rosata di pallini sparata da un fucile da caccia. L'attentatore, che colpì da dietro un muretto, avrebbe lasciato delle tracce, insieme ai bossoli, che hanno consentito ai carabinieri di risalire all'identità dell'operaio. ''Rammarico per le indiscrezioni stampa'' sull'inchiesta sul serial killer che in otto anni avrebbe ucciso otto persone con colpi di fucile calibro 12 tra il 1997 e il 2004 a Cassibile è espresso dal procuratore capo di Siracusa, Ugo Rossi. Il magistrato non conferma ne' smentisce la notizia pubblicata dal quotidiano La Sicilia di Catania dell'esistenza di un indagato per quattro degli otto omicidi ribadendo di ''non avere rilasciato dichiarazioni ad alcuno se non per ribadire che c'è un'inchiesta in corso''. Il procuratore capo Rossi ha invece smentito categoricamente che l'inchiesta in corso sia stata avviata o abbia avuto input particolari dalla testimonianza di un imprenditore che sarebbe sfuggito a un agguato del serial killer.

  • 29 novembre 2010

    L'uomo arrestato con l'accusa di essere il presunto "mostro di Cassibile" si chiama Giuseppe Raeli ed è un pensionato incensurato di 69 anni. L'uomo ha già lasciato sotto scorta e nel massimo riserbo la caserma del comando provinciale dei carabinieri di Siracusa per essere condotto nel carcere siracusano di contrada Cavadonna dove verrà rinchiuso in isolamento. Le accuse a suo carico sono di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione di arma in relazione ai diversi episodi che gli vengono contestati. Gli investigatori attendono adesso di valutare quel che emergerà dalle perquisizioni sia nella sua abitazione che in alcuni fondi nella sua disponibilità per verificare se possono essere ricondotti o meno al pensionato anche altri episodi sui quali le indagini sono ancora aperte. 

  • 30 novembre 2010

    Sono in corso da questa mattina le operazioni di scavo nelle campagne nei dintorni dell'abitazione di Giuseppe Raeli. Gli  investigatori, che avevano posto già ieri sotto sequestro i fondi dell'uomo attigui alla sua abitazione, sono alla ricerca di altri elementi utili al prosieguo delle indagini e, soprattutto, dell'arma utilizzata per compiere la catena di delitti: un fucile calibro 12 caricato a pallettoni che avrebbe "firmato" oltre ai cinque omicidi ed ai quattro tentati omicidi che gli sono stati contestati anche un'altra serie di agguati avvenuti nella frazione ad una ventina di chilometri da Siracusa dal 1996 al 2009. Nelle operazioni di scavo e di ricerca viene utilizzato anche un apparecchio geo radar per ''radiografare'' le profondità del terreno. Fino ad ora l'arma del delitto non è stata trovata; in mano agli investigatori ci sono dei bossoli recuperati, in alcuni casi, sui luoghi degli agguati. Dai controlli balistici sono risultati essere stati sparati da un'arma nella quale erano state caricate altre munizioni sequestrate nel garage di Raeli.

  • 13 giugno 2014

    Dopo oltre dodici ore di camera di consiglio, nella tarda serata di ieri i giudici della Corte d'assise di Siracusa hanno inflitto l'ergastolo a Giuseppe Raeli, 73 anni, riconosciuto autore di sei omicidi e due tentati omicidi attribuiti al “mostro di Cassibile”. Raeli, che si è sempre dichiarato innocente, è stato anche condannato all'isolamento diurno per i primi due anni di reclusione e sono state stabilite provvisionali per un totale di 120 mila euro e oltre al risarcimento alle parti civili da liquidare in separata sede. L'imputato era assente alla lettura del dispositivo fatta dal presidente della Corte Maria Spanto (a latere Stefania Scarlata). I suoi difensori, gli avvocati Giambattista Rizza, Stefano Rametta e Claudio Ziccone, hanno preannunciato appello. Raeli è stato riconosciuto colpevole in primo grado degli omicidi di Antonio Bruni avvenuto il 21 novembre 1998, di Rosario Timponello Rizza (28 gennaio 1999), di Giuseppe Calvo (9 ottobre 2012), del duplice omicidio dei coniugi Sebastiano Tinè e Giuseppa Spadaro (31 luglio 2003), di Giuseppe Spada (18 agosto 2004), oltre che del tentato omicidio di Aurora Franzone (12 febbraio 2004) e di Giuseppe Leone (15 marzo 2009). Il pensionato è stato assolto per non aver commesso il fatto per il tentato omicidio di Orazio Cirasa (2 ottobre 1991), il tentato omicidio di Giuseppa Moneglia (20 ottobre 1991), il tentato duplice omicidio di Giovanni Basile ed Anna Cappello (11 novembre 1996), l'omicidio di Rosario Basile (13 agosto 1997), l'omicidio di Giovanni Ficara (25 aprile 2000), il tentato omicidio di Maria Callari (13 dicembre 2000) ed il successivo omicidio della stessa Maria Callari (21 dicembre 2000). La Corte ha dichiarato di non doversi procedere, per prescrizione, per detenzione del fucile in due occasioni. Secondo l'accusa - sostenuta in aula dai pm Antonio Nicastro e Claudia D'Alitto che avevano chiesto sei ergastoli, 69 anni di reclusione per i tentati omicidi e tre assoluzioni - tutte le vittime del serial killer avrebbero avuto con Raeli contrasti per interessi economici di varia natura. Il fucile calibro 12 considerato l’arma dei delitti non è mai stato trovato.

  • 20 giugno 2018

    La Corte di Cassazione ha confermato l'ergastolo per Giuseppe Raeli, 77 anni, accusato di una serie di omicidi tra il 2002 ed il 2009 a Cassibile, una frazione di Siracusa. Per i giudici è stato il pensionato a uccidere Giuseppe Calvo il 9 ottobre 2002, i coniugi Sebastiano Tinè e Giuseppa Spadaro, assassinati a colpi di fucile il 31 luglio 2003. e Giuseppe Spada, il 18 agosto del 2004. Il movente degli omicidi sarebbe legato a controversie economiche tra l'uomo e le vittime. Nel marzo del 2009 un imprenditore agricolo riuscì a sfuggire a un agguato e dichiarò agli investigatori di aver riconosciuto Raeli. I Carabinieri ritrovarono nella sua abitazione alcuni bossoli compatibili con quelli usati per i delitti. Raeli risponde anche del tentato omicidio dell'imprenditore agricolo e di quello di Katia Tinè, figlia della coppia uccisa nel 2003.

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