Data pubblicazione:08/02/2010
La Procura e
L’Istituto di Medicina Legale di Roma insieme al laboratorio "Circe" del dipartimento di scienze ambientali di Caserta, dell’Università di Napoli, hanno avviato una ricerca tecnologica d’avanguardia sui campioni ossei, l’analisi al radiocarbonio “Bomb Spike” che permette di risalire al periodo della morte con una certa precisione e all’età, anche se in maniera più approssimativa. Il teschio e la spina dorsale sono di una donna tra i 45 e i 55 anni (F1). E’ deceduta tra il novembre 2002 e il novembre 2006. Altre ossa (F2) appartengono a un’altra donna, più giovane, tra i 20 e i 35 anni, morta tra il novembre del 1992 e il febbraio del 1998. I resti della terza donna (F3), anche lei giovane, tra i 35 e i 45 anni, ne datano il decesso tra l’aprile del 1995 e il dicembre del 2000. Il primo maschio (M1) aveva tra i 40 e i 50 anni quando è morto tra il febbraio 2002 e l’ottobre 2006. Il secondo (M2) aveva tra i 25 e i 40 anni, ed è morto tra il febbraio 1986 e l’ottobre 1989.
Sul teschio di F1, la donna fra i 45 e i 55 anni, è stato effettuato un test sul Dna mitocondriale, il codice genetico ereditato solo in linea femminile. Il risultato stabilirebbe che la donna potrebbe essere parente da parte di madre di Libero Ricci, l’uomo scomparso. Sempre per quanto riguarda i resti denominati F1, il prof. Luigi Cipolloni del Dipartimento di Medicina Legale della Sapienza ha spiegato che:
- il cranio ha una lesione che potrebbe essere dovuta all’incendio o essere precedente
- i denti non sono curati: era una persona che non è mai andata dal dentista
- le costole hanno delle vecchie lesioni, cioè presentano delle callosità ossee come di fratture rimarginate (quindi lesioni subite in vita)
Il prof. Cipolloni ha anche ricordato che, quando sono state ritrovate, le ossa erano ancora disposte in un ordine preciso. Il cranio era un po’ spostato probabilmente per il getto d’acqua dei Vigili del Fuoco.
La Procura di Roma indaga per omicidio volontario e occultamento di cadavere dopo il ritrovamento dello scheletro umano formato da ossa provenienti di cinque persone diverse, tre donne e due uomini. L'inchiesta è affidata al pm Marcello Monteleone: il magistrato sta avviando accertamenti per rintracciare eventuali testimoni che possano fare chiarezza sulla vicenda.
Sono arrivate le prime risposte di parenti di persone scomparse all'appello lanciato nella puntata dell’8 febbraio. Per la sorella di Rosanna Minorenti, scomparsa nel 1990, il suo profilo coinciderebbe con quello di una delle due donne, in particolare i segni di frattura sulle costole. La moglie di Fabio Deidda, scomparso bel 2006, oltre che dal periodo e dall’età è preoccupata soprattutto dalla coincidenza del luogo dove è stato visto l’ultima volta, il quartiere della Magliana, a Roma. Entrambe le donne hanno di poter fare il test del Dna.
Secondo il professor Cipolloni, il medico legale che ha effettuato i sopralluoghi quando vennero ritrovate le ossa, l’ipotesi del trafugamento dai cimiteri è alquanto improbabile per una serie di motivi. Le ossa sono state ritrovate quasi ordinate, in modo da comporre uno scheletro. Specialmente per il tronco principale, con vertebre e costole, ci sarebbe voluto troppo tempo per ricomporlo sul posto. Le lesioni sulle ossa che possono essere attribuite a morsi di animali fanno presupporre che le ossa non fossero ancora completamente scheletrizzate. Infine le ossa ritrovate appartengono a soggetti morti tra il 1986 e il 2006, quindi anche di epoca troppo recente per essere già scanificate con i normali metodi di inumazione.
Forse qualche risposta arriverà dalla TAC tridimensionale del cranio, che presenta una lesione dell’osso lacrimale, un piccolo foro di quasi mezzo centimetro: l'esame potrà dire se è indizio di morte violenta.
L’analisi del Dna mitocondriale ha mostrato come le ossa del soggetto femminile chiamato F1 appartengano allo stesso ceppo materno di Libero Ricci. Ma un certosino lavoro negli archivi fino al 1545 ha dimostrato che non ci sarebbero rapporti di parentela diretta. In ogni caso, secondo il capo della Squadra Mobile di Roma, Vittorio Rizzi, si “potrà dare una risposta a quanto è accaduto se daremo una risposta a dov’è Libero Ricci”.
Le datazioni fornite dall’analisi C14, detta “Bomb Spike”, sono molto accurate (gli intervalli di incertezza sono forniti al 95% diprobabilità) per quanto riguarda il periodo del decesso, mentre sono solo approssimative quelle che riguardano l’età dell’individuo al decesso, come ha spiegato il professor Terrasi, direttore del laboratorio "Circe" di Caserta. Il periodo del decesso è meglio definito nel margine superiore (cioè le persone cui appartengono le ossa non possono essere morte dopo l’anno indicato), mentre il margine inferiore è determinato statisticamente. Per quanto riguarda le fasce d’età, invece, non essendoci un risultato diretto dell’analisi del “Bomb Spike”, si può dire solo se si tratta di un bambino, di un adulto o di un anziano, basandsi su considerazioni statistiche sui tempi di residenza del collagene nelle ossa.
Elena Meingast ha visto durante un notiziario in Germania un servizio sul caso dello scheletro ritrovato alla Magliana e si è messa in contatto con “Chi l’ha visto?”: il fratello è scomparso a Roma il 31 marzo del 2002 e da allora non ha più avuto sue notizie. Il profilo del fratello potrebbe corrispondere ad uno dei due uomini, in particolare al soggetto chiamato M1 (morto tra il 2002 e il 2006). La signora ha chiesto anche di poter effettuare il test del Dna.
Criminologi come Francesco Bruno, Anna Costanza Baldry e Massimo Picozzi hanno cercato di delineare un ritratto psicologico e sociale del “collezionista di ossa”. Ma anche noti giallisti come Massimo Carlotto, Carlo Lucarelli, Donato Carrisi e il magistrato Giancarlo De Cataldo si sono interrogati su colui che ha composto quella macabra opera e hanno fatto delle ipotesi.
L'inchiesta è stata archiviata dal gip Nicola Di Grazia su richiesta del pm Marcello Monteleone.