Data pubblicazione:24/05/2016
Maria Chindamo, 43 anni, è scomparsa il 6 maggio 2016 da Nicotera. Ha svolto per tanti anni la professione di commercialista ma da qualche tempo ha deciso di dedicarsi allo sfruttamento di alcune terre di sua proprietà diventando una imprenditrice agricola. Da Laureana di Borrello (Reggio Calabria), dove vive, giornalmente si sposta a Limbadi (Vibo Valentia) nella contrada Montalto per gestire la sua azienda agricola. Il giorno della scomparsa doveva incontrarsi con un bracciante di origine bulgara. L’uomo intorno alle 7:30 ha trovato l'auto della donna aperta con il motore ancora acceso e ha dato l’allarme. L’elemento che sin da subito ha destato preoccupazione sono state le tracce di sangue trovate a bordo del fuoristrada della donna che è scomparsa nello stesso periodo dell’anniversario della morte del marito, suicidatosi un anno prima quando i due vivevano a Rosarno (Reggio Calabria). Maria è madre di 3 figli e i familiari non sanno darsi una spiegazione per la scomparsa.
La procura della Repubblica ha disposto una decina di perquisizioni nei territori di Limbadi, nel vibonese, e Laureana di Borrello e Rosarno (Reggio Calabria), nell'ambito dell'inchiesta sulla scomparsa di Maria Chindamo. Sequestrate anche dodici auto e alcuni mezzi agricoli che saranno analizzati dal RIS dei carabinieri di Messina. Le ipotesi di reato dell’inchiesta sarebbero sequestro di persona e omicidio a carico di ignoti.
Il testamento del suocero di Maria Chindamo può essere utile agli inquirenti per risolvere il mistero della sua scomparsa? I familiari ne hanno consegnato una copia alla procura.
Questa mattina la famiglia di Maria Chindamo si è riunita per un sit-in insieme a tutte le persone che le volevano bene a Limbadi, davanti al cancello dove la donna è stata fatta sparire tre anni fa. Il 6 maggio 2016 lì fu trovata la sua auto, con tracce di sangue e il motore acceso. Erano presenti anche Libera Calabria e il presidente della commissione contro la ‘ndrangheta del Consiglio regionale, Arturo Bova. “Non abbiamo perso l’energia per cercare la verità sulla scomparsa di Maria e chiedere giustizia ", ha detto il fratello Vincenzo, collegato in diretta con "Chi l'ha visto? 11:30". La figlia Federica ha lanciato un nuovo appello: “Voglio dire a chi sa di parlare e di farsi avanti anche in modo anonimo".
Un uomo è stato arrestato dai Carabinieri con l'accusa di concorso nell'omicidio di Maria Chindamo, scomparsa il 6 maggio 2016. Il provvedimento del gip del Tribunale di Vibo Valentia, su richiesta della procura. Si tratta del proprietario del casolare di fronte all’azienda agricola di Limbadi, di proprietà dell’imprenditrice di Laureana di Borrello, dove è stata trovata la sua auto insanguinata. Con lui risultano indagati a piede libero anche un figlio, all'epoca mnorenne, e un suo operaio. La procura contesta loro il reato di concorso in omicidio con soggetti allo stato ignoti. Secondo gli inquirenti avrebbero contribuito a cagionare la morte di Maria Chindamo manomettendo il sistema di videosorveglianza installato nella proprietà di Ascone, in località Montalto, per impedire la memorizzazione delle immagini riprese dalla telecamera puntata sull’ingresso della proprietà della vittima, dove la donna fu prelevata e portata via.
Barbara Corvi e Maria Chindamo inserite dall'Associazione Libera nell'elenco delle vittime delle mafie. I nomi delle due donne scomparse saranno letti il 21 marzo nel corso delle manifestazioni per la “XXVI Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.