Data pubblicazione:13/05/2010
Rosario Orefice, 38 anni, scapolo, vive da solo a Pistoia, dove lavora come artigiano. Il fratello ha dichiarato di averlo visto l’ultima volta il 30 aprile, a casa di lui. In quell’occasione Rosario Orefice avrebbe accennato all’idea di prendersi qualche giorno di ferie in occasione del primo maggio.
Paolo e Gaetana Orefice, i genitori di Rosario, in occasione del suo quarantesimo compleanno vogliono fargli attraverso “Chi l’ha visto?” i loro auguri e rivolgergli un appello: “Sei sempre nei nostri cuori e nei nostri pensieri. Facci anche solo una telefonata per farci sapere se stai bene. Ti vogliamo un bene immenso”.
E' lo stesso a Luigi Orefice a comunicare a "Chi l'ha visto?" che oggi il giudice per le udienze preliminari di Pistoia, dr. Roberto Tredici, lo ha rinviato a giudizio per l'omicidio del fratello Rosario, scomparso il 30 aprile 2010. Luigi Orefice ha tenuto a ribadito la sua estraneità: "Ho tanto sofferto e continuo a soffrire per la scomparsa di mio fratello e perché mi sento accusato ingiustamente".
Resti umani parzialmente sciolti nell'acido e in avanzato stato di decomposizione sono stati ritrovati ieri all'interno di un capannone a Casalguidi, nel comune di Serravalle Pistoiese (Pistoia), che risulta di proprietà Luigi Orefice. Manca ancora una conferma ufficiale sull’identità dei resti ritrovati. “Il mio cliente è molto provato da questa cosa, alla quale però si ritiene estraneo e continua a proclamarsi innocente”, ha dichiarato l'avv. Guido Tesi, difensore di Luigi Orefice.
Sono di Rosario Orafice i resti ritrovati il 26 marzo in un fusto all’interno di un capannone del fratello. La Questura di Pistoia ha reso noto i risultati dell’esame e della comparazione del Dna estratto poco dopo la scomparsa dallo spazzolino da denti rinvenuto nella sua abitazione. Il medico legale aveva già rilevato una cicatrice sul torace e tracce di una pregressa operazione chirurgica compatibile con quella alla quale era stato sottoposto Orefice. L’autopsia ha accertato, inoltre, che tra i resti mancano testa e braccia e che il cadavere è stato depezzato con il probabile uso di uno strumento elettrico tipo seghetto o frullino a disco. La precisione con la quale è stata compiuta l’operazione farebbe supporre la partecipazione di più di una persona, una delle quali con particolari competenze o esperienza.