Data pubblicazione:09/10/2021
Polina Kochelenko, 35 anni, modella e addestratrice di cani di origine russa, laureata in giurisprudenza, aveva una grande passione per gli animali e aveva partecipato a un reality. E' stata ritrovata senza vita il 18 aprile 2021 in un canale a Valeggio (Pavia). Polina era insieme ai suoi sei cani e due di loro, cuccioli di cane lupo, sono scomparsi. Potrebbe essere stata aggredita per il loro valore economico? Come mai i suoi oggetti personali sono stati ritrovati ben disposti a terra? La diga raggiunge una profondità di 2 metri ma Polina sapeva nuotare molto bene. La madre non crede a un incidente e vuole sapere cosa sia successo: "Mia figlia non è annegata per salvare i cani". Come sono andate davvero le cose?
"Mia figlia non è annegata per salvare i cani", è ammissibile l’opposizione della famiglia di Polina Kochelenko alla richiesta di archiviazione delle indagini della procura di Pavia. Il gip ha fissato l’udienza al 6 giugno.
No all’archiviazione, continuano le indagini sulla morte di Polina Kochelenko. Per il gip di Pavia "dall'esame autoptico non si evince quali possano essere state le ultime ore di vita della ragazza". Aperta anche una nuova inchiesta per scoprire chi potrebbe aver manomesso i suoi account social. Qualcuno voleva cancellare delle tracce? Il corpo dell’ex modella e addestratrice trovato il 18 aprile 2021 in un canale a Valeggio. Dove sono finiti i due cuccioli che erano con lei?
Il gip di Pavia ha disposto che si indaghi ancora, anche per scoprire chi potrebbe aver manomesso i suoi account social. “Sul suo profilo Facebook registrazioni dopo la sua morte, che poi sono sparite”. Qualcuno voleva cancellare i suoi spostamenti?
Per la procura di Pavia Polina Kochelenko morì cercando di salvare un cucciolo. Chiuse le indagini suppletive contro ignoti per omicidio disposte dal gip, accogliendo l’opposizione della famiglia. “L'autopsia ha confermato l'assenza di segni di colluttazione sul corpo - spiega il procuratore di Pavia Fabio Napoleone - smentendo così l'ipotesi di un'aggressione a fini economici e/o sessuali. Le piccole ecchimosi rinvenute sul cadavere sono state, infatti, spiegate dal medico legale come i segni del trasporto del corpo in acqua e del conseguente urto contro gli ostacoli incontrati lungo il percorso”. Il procuratore, come riporta Tgr Rai Lombardia, ha spiegato che i sommozzatori hanno confermato “l'estrema pericolosità del sito posto a monte di un sifone, in presenza di una forte corrente e di un improvviso abbassamento del fondale, difficilmente percepibili dalla riva”.