Edizione:1998/1999
Data pubblicazione:06/10/1998
Il 10 agosto 1998, intorno alle dieci di mattina, due canoisti scorgono qualcosa di strano sulla riva del fiume Rienza, in val di Pusteria. E' il corpo, seminudo e sfigurato, di una ragazza che è stata uccisa a colpi di di pietra. Accanto c'è un paio di occhiali da vista, quasi sicuramente appartenenti alla vittima. Agli inquirenti un agricoltore che abita nei pressi dice di aver udito delle grida, tra la mezzanotte e l'una di domenica 9 agosto. Attraverso la diffusione di una sua foto elaborata al computer il 20 agosto la ragazza viene identificata. Si chiama Ulrike Reistenhofer, 18 anni, austriaca residente a Graz, dove abitava con alcuni amici. "Chi l'ha visto?" ha cercato di ripercorrere le giornate precedenti al delitto, raccogliendo alcune testimonianze. La madre descrive Ulrike, come una ragazza spensierata e allegra. Christian, il suo ex fidanzato, racconta di aver atteso invano Ulli, come la chiamavano gli amici, con la quale aveva un appuntamento proprio il 10 agosto, un lunedì. Durante il fine settimana la ragazza sarebbe andata a Zurigo, in occasione del mega party tecno "Street Parade", in compagnia di un certo Andreas, un ragazzo che Ulrike conosceva da circa un mese e mezzo. Ad ospitarla sarebbe stata Ilse, la sorella di Andreas. Quest'ultimo ha poi testimoniato di aver trascorso con la ragazza tutta la notte di sabato 8 e di aver visto Ulrike telefonare a Christian senza riuscire mai a trovarlo. La mattina seguente l'avrebbe accompagnata al treno delle 13,33 per Innsbruk, senza però aspettarne la partenza. Alle 17,25, Ulrike avrebbe potuto prendere la coincidenza per Graz. Alle 17,24, risulta che la ragazza ha effettuato un prelievo di 100 scellini, appena 14.000 lire, dal bancomat della stazione di Innsbruck. Una tabaccaia della stazione sostiene che, lo stesso pomeriggio, proprio Ulrike le avrebbe lasciato in deposito lo zaino per qualche ora. Da quel momento le tracce della diciottenne si perdono. Con chi e come Ulrike è arrivata in Italia? Forse qualcuno si è offerto di accompagnarla a Graz? E questo qualcuno è diventato il suo assassino? Per l'omicidio, in Alto Adige, sono indagate quattro o cinque persone tra cui un ferroviere, che avrebbe precedenti per molestie sessuali, ed un suo collega. Proprio quest'ultimo è stato intervistato da "Chi l'ha visto?" nella trasmissione del 6 ottobre, prima che fosse raggiunto dall'avviso di garanzia. Si attendono i risultati dell'esame del DNA sui capelli trovati sul corpo della vittima, appartenenti ad una persona di non giovane età
Si continuano a cercare dei testimoni, qualcuno che abbia visto Ulrike Reistenhofer prima che incontrasse il suo assassino. "Chi l'ha visto?" ha raccolto la testimonianza di una barista di Chienes che avrebbe visto la ragazza nel suo locale verso le 23 della sera del 9 agosto. La donna avrebbe riconosciuto sia il volto della ragazza, sia lo zaino, le scarpe e il maglione. I magistrati stanno seguendo alcune ipotesi sul come e il perché la vittima possa essere arrivata in Val Pusteria. Forse, dopo aver effettuato alle 17,24 il prelievo al bancomat, la ragazza potrebbe aver confuso il binario prendendo il treno per l'Italia attraverso il Brennero. Poi sarebbe scesa a Fortezza, dove avrebbe dovuto attendere dalle cinque alle sei ore per riuscire a riprendere un treno per Graz. Qui potrebbe aver incontrato l'assassino. Un ferroviere della stazione di Fortezza crede di aver visto quella sera la ragazza, ma non ne è certo. Resta comunque la possibilità che qualcuno le abbia offerto un passaggio proprio a Innsbruk. Intanto sono iniziati gli esami sui reperti organici trovati sul luogo del delitto, in particolare quelli sui capelli.
Da alcuni mesi la polizia tedesca sta lavorando ad un'inchiesta che potrebbe avere sviluppi clamorosi: l'inchiesta sul "Tir assassino", un Tir che in sette anni di viaggi su strade e autostrade di mezza Europa, soprattutto italiane, si sarebbe lasciato alle spalle una scia di violenza e di morte. Nel corso degli anni avrebbe cambiato aspetto e colori perché è appartenuto a ditte diverse, ma alla giuda ci sarebbe stato sempre lo stesso individuo, uno pisicopatico pericolosissimo. Le sue prede sarebbero state giovani donne sole, autostoppiste fatte salire per essere aggredite, violentate e qualche volta uccise. Qualche mese fa la polizia criminale di Rosenheim, città tedesca ad un'ottantina di chilometri da Monaco di Baviera, ha attribuito con certezza all'autista killer un solo delitto, quello di Anna Kolarova trovata morta in Baviera il primo maggio del 1999. Il nome del camionista killer è Frank Täder, 43 anni, originario della Germania orientale.
Analizzando i percorsi fatti dal Tir di Frank Täder nell'agosto del 1998, i poliziotti di Rosenheim hanno infatti scoperto che il 9 agosto del 1998 il suo Tir era in Alto Adige tra Fortezza e la Val Pusteria. Proprio in quella zona, la sera dello stesso giorno, è stata assassinata Ulrike Reinstenhofer. La polizia di Rosenheim ha trasmesso immediatamente le informazioni su Frank Täder alla procura della Repubblica e alla Polizia di Bolzano ed ora gli inquirenti stanno ricostruendo i movimenti del Tir austriaco in Alto Adige in quei giorni di agosto del 1998. Si potrà così ipotizzare dove e come l'assassino possa aver incontrato la sua preda e se può essere Frank Täder il colpevole. Gli indizi raccolti finora sembrerebbero confermarlo. Ulrike Reistenhofer era approdata nella sperduta stazione di Fortezza alle 16,30 del 9 agosto per un errore. La madre ha ipotizzato: "Sono certa che ha scambiato Lienz per Liezen. Ulli prendeva spesso gli autobus sbagliati". Dalla stazione di Innsbruck, per tornare a Graz, La ragazza aveva preso il treno sbagliato e, quando se ne era accorta, era scesa alla stazione di Fortezza, dove le avevano comunicato che il primo treno per tornare a Innsbruck partiva alle 3 di notte. "Per Ulli era impossibile aspettare il treno delle 3. Lei a tutti costi voleva essere a casa quella sera perché Christian, benché si fossero lasciati, le aveva promesso che avrebbe cucinato per lei". Forse Frank Täder non era lontano da lì. Era domenica e il suo Tir non poteva circolare. Gli inquirenti sono comunque certi che il Tir fosse parcheggiato lì intorno e che la sera del 9 agosto, subito dopo l'assasinio della ragazza, era partito verso Roma. Qui, il giorno dopo, in un luogo ancora sconosciuto, aveva scaricato la merce che trasportava. Questo punto è considerato molto importante dagli inquirenti. La Reistenhofer è stata massacrata proprio dopo le 22 quando i Tir riprendono a circolare. A quell'ora la ragazza si trovava in Val Pusteria, a Chienes, ad una ventina di chilometri da Fortezza, dove era arrivata forse facendo l'autostop o un po' a piedi. In un bar dove era entrata alle 22,30 si è consumata la sua ultima chance di salvezza. La barista che l'ha incontrata ha raccontato: "Da principio non l'avevo nemmeno vista la ragazza che era entrata. Ho capito subito che aveva bisogno di aiuto però non mi ha detto niente. Ha comprato delle caramelle e le ha pagate con mille lire che ha tirato fuori dallo zainetto. Mi è rimasta impressa la maglietta che indossava, era nera a righine bianche, quando l'ho vista sul giornale l'ho riconosciuta subito. Ai piedi aveva scarpe da montagna. Ero attratta da lei perché mi faceva pena. Quando è uscita l'ho seguita per vedere dove andava. A quel punto mia figlia mi ha detto di farmi i fatti miei. Mi sono fermata subito. Ero sorpresa di me stessa, del mio comportamento. Mi sono fermata prima dell'uscita del bar perciò non ho visto da che parte è andata. Ancora oggi sto male per non aver fatto niente. Sono sicura che se mia figlia non mi avesse fermato l'avrei seguita e forse l'avrei aiutata".
Dal tachigrafo del Tir risulterebbe che Frank Täder, dopo la sosta, avrebbe percorso una ventina di chilometri alla velocità di 30 kmh. Gli inquirenti sospettano che stesse attraversando la Val Pusteria, dove la starda non consente velocità maggiori.
I poliziotti di Rosenheim hanno cominciato a studiare tutti gli itinerari fatti dal Tir di Frank Täder negli ultimi anni e hanno chiesto anche l'aiuto dei telespettatori di "Chi l'ha visto?" per sapere se qualcuno abbia notato l'assassino in luoghi dove sono state aggredite delle donne. Il commissario Werner Vormann ha riferito: "Riteniamo che questo soggetto possa aver commesso altri crimini a sfondo sessuale, omicidi. Per adesso non abbiamo elementi concreti ma solo indizi. Per esempio sappiamo che in Germania e in Italia ci sono degli omicidi ancora insoluti. Per esempio il caso Wieser e il caso Reinstenhofer. Almeno per quest'ultimo caso sospettiamo che lui c'entri qualcosa".
Dopo quasi 14 anni, c'é una svolta nel caso di Ulrike Reistenhofer, la 18enne austriaca di Graz trovata morta nell'agosto del 1998 in Val Pusteria. La procura di Bolzano ha fatto analizzare i suoi vestiti da un laboratorio di Innsbruck, trovando tracce di pelle e dunque genetiche del probabile assassino. Queste tracce sarebbero già state confrontate con il Dna di tutte le persone coinvolte nelle indagini, con esito negativo. La procura sta procedendo all'incrocio con le banche dati di alcune polizie europee. La ragazza era stata trovata, la mattina del 10 agosto 1998, sulla riva della Rienza, a Casteldarne, uccisa a colpi di pietra.
Dopo 14 anni dalla morte, gli inquirenti sono riusciti a isolare il Dna dell'assassino di Ulrike Reistenhofer. La procura di Bolzano ha incrociato, finora senza riscontro, il Dna trovato sotto le unghie della ragazza con quello di numerose persone che la frequentavano e con quello di soggetti con precedenti.
La polizia tedesca ha diffuso l'identikit di un serial killer accusato degli omicidi di due giovani donne: Lucile, 20 anni, uccisa nel 2014 nel sud dell'Austria e Carolin, 27enne scomparsa e trovata morta nel 2016 in Germania. Su di loro è stato trovato il Dna dello stesso assassino, che i testimoni dei due delitti hanno descritto come un uomo con gli occhiali, probabilmente un camionista, alto circa 1,80, tra 50 e 55 anni, capelli scuri di media lunghezza. Gli investigatori tedeschi hanno chiesto ai colleghi italiani il Dna trovato sugli abiti di Ulrike Reistenhofer per poter verificare se si tratti dello stesso uomo.
Il profilo genetico di un ignoto rilevato sugli abiti di Ulrike Reistenhofer non coincide con quello isolato sulle due donne uccise in Austria e in Germania. Lo ha comunicato alla stampa locale l'Ufficio di Polizia Criminale del Nord Tirolo.