Nato in Texas nel 1943 Rodney Alcala, tre condanne a morte, un quoziente d'intelligenza superiore alla media e una trentina  di omicidi è uno dei più temibili serial killer degli Stati Uniti. E' cresciuto con la mamma in California e nel 1961 si è arruolato nell’esercito dove è stato congedato per disturbi mentali. Nel 1968 frequentò l’università Ucla, dove in seguito ha conseguito la laurea in 'Fine Arts'. Di professione svolgeva l'attività di fotografo: ideale per la sua missione di morte. I file della polizia sul suo conto registrarono il primo caso nel ’68, quando Rodney Alcala violentò una bambina di otto anni,"Tali S.". Riescì a fuggire alla legge e da ricercato cambiò nome, si faceva chiamare John Burger, e divenne insegnante in un centro artistico riservato ai minori. Nel 1971 era stato segnalato fra i principali ricercati dall'FBI. Dopo 3 anni venne arrestato da un poliziotto di Los Angeles. Libero nel 1974, Rodney Alcala riprese la sua attività di predatore. La sua firma sono le torture e gli strumenti che utilizzava per i supplizi. Faceva scempio di un corpo e poi scattava foto. In certi casi arrivò a rianimare la vittima per prolungarne l’agonia. Chi ha indagato su Rodney Alcala ha trovato le sue tracce da New York al Pacifico. Ha compiuto il suo primo omicidio nel 1979, dopo aver vinto il programma 'Dating game' la versione americana del  'Il gioco delle coppie'. Chi era al suo fianco in tv ricorda un tipo che "pareva tranquillo ma poteva diventare arrogante e oppressivo". Quante persone ha ucciso Rodney Alcala? Trenta, è una stima. Molte di più azzardano altri, forse addirittura 130. Grazie agli esami del dna e ad altre prove è stato accusato degli omidici di 4 donne. L’ultima sentenza è stata pronunciata il 30 marzo 2010 da un tribunale della California dove l’omicida si è difeso da solo. E' stato condannato a morte per l’assassinio di una ragazzina di 12 anni, Robin Samsoe, e di altre 4 persone Jill Barcomb di 18 anni, Georgia Wixted, 27, Charlotte Lamb 32 e Jill Parenteau di 21 anni. Il caso Alcala rischia di non chiudersi mai. Nel ’79, quando la polizia lo arrestò, ha scovato nel suo garage di Seattle il suo archivio fotografico con quasi mille foto di minori e donne. Gli investigatori hanno diffuso un centinaio di immagini: vogliono capire se le persone ritratte sono ancora in vita o possono essere state uccise da Alcala. All’appello hanno risposto da ogni angolo degli Usa e persino dalla Norvegia: persone che si sono riconosciute e altre che, invece, volevano notizie temendo un legame tra il killer e la scomparsa di una figlia o di una madre.

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