Data pubblicazione:23/11/2011
Anna Esposito, mamma e donna energica, brillante studentessa e rigoroso Commissario Capo di Polizia, divenuta Dirigente della Digos a 30 anni, ne aveva compiuti da poco 35, la mattina del 12 marzo 2001, quando i colleghi della Polizia di Stato ne rinvennero il corpo senza vita nel suo alloggio di servizio all'ultimo piano della caserma "Zaccagnino" di Potenza. La perizia medico legale parlò di suicidio possibile ma atipico, attuato alle 23 dell'11 marzo con una cintura stretta al collo e appesa alla maniglia della porta del bagno. I colleghi parlarono di una sua depressione, forse per ragioni sentimentali. Ma la famiglia non ha mai creduto a questa ipotesi. Solo qualche giorno prima stava organizzando un viaggio all’estero con le sue due bambine, che dopo la separazione dal marito vivevano con la nonna a Cava de' Tirreni (Salerno). "Chi la conosce veramente sa che non avrebbe mai compiuto questo estremo gesto" ha detto il padre, che ha spiegato i suoi dubbi sulle indagini. A partire dalla scoperta del corpo, quando la scena del ritrovamento non fu preservata e lo stesso cadavere fu spostato senza criterio. In particolare, slegando la cintura dal collo fu compromessa la possibilità di fedeli rilievi fotografici e di corrette analisi scientifiche utili a ricostruire la dinamica dei fatti. Alterazioni, ha ricordato il signor Esposito, di cui c'è traccia anche nella relazione del magistrato inquirente, Dr.ssa De Luca, avvisata in ritardo, che nei suoi sopralluoghi trovò in disordine sia l'abitazione che l'ufficio e poté rilevare solo che da un'agenda erano state strappate alcune pagine. I familiari hanno anche sottolineato il clima di vero e proprio mobbing nel quale lavorava Anna Esposito, che spesso trovava sulla sua scrivania messaggi pesantemente offensivi e intimidatori. Il padre ha lamentato anche il comportamento del cappellano della Polizia di Stato a Potenza, che già all'epoca era don Pierluigi Vignola, amico di Anna Esposito e della sua famiglia. Il religioso dichiarò di essere a conoscenza di un tentativo di suicidio della donna, avvenuto circa due mesi prima e nelle stesse modalità. Per i parenti è incomprensibile che il religioso non ne avesse fatto menzione prima, nonostante gli stretti rapporti con la famiglia Esposito, che si recava a visitare a Cava de' Tirreni. Stupore condiviso esplicitamente anche dal magistrato inquirente nella sua relazione. Il signor Esposito ha registrato su nastro una conversazione con don Vignola, che gli consigliava di segnalare i propri dubbi alla magistratura con una lettera anonima, offrendosi di abbozzarla lui stesso. Recentemente la madre di Anna Esposito ha raccontato al fratello di Elisa Claps, di una confidenza fattale dalla figlia nel 2000. Secondo la donna, ha riferito Gildo Claps, alla Questura di Potenza qualcuno conosceva la verità sulla scomparsa di Elisa, qualcuno sapeva che era stata uccisa e anche dov'era il corpo.
Nelle indagini riaperte da circa un anno sul presunto suicidio morte di Anna Esposito la Procura della Repubblica di Potenza ha iscritto una persona nel registro degli indagati. La notizia - pubblicata oggi da alcuni quotidiani locali - è stata confermata a Potenza, ma non è noto il nome della persona indagata.
Si svolgerà nel pomeriggio di mercoledì 24 settembre l'interrogatorio del giornalista della Rai Luigi Di Lauro, 47 anni, la persona indagata per omicidio nell'inchiesta sulla morte di Anna Esposito, con la quale ebbe una relazione sentimentale. “La posizione di Di Lauro è già stata scandagliata nel 2001 e fu chiarita oltre ogni dubbio: il mio assistito è del tutto estraneo alla vicenda", ha dichiarato all'ANSA l'avvocato Leonardo Pinto, difensore del giornalista. “Verifiche attente sulla posizione di Di Lauro - ha aggiunto il legale - furono fatte all'epoca dell'autorità giudiziaria. E' certo che Di Lauro la sera dell'11 marzo si trovava a Matera per seguire in diretta, per la Rai, una partita di pallacanestro. Questo è un dato incontrovertibile e oggettivo, riconosciuto già allora. Il suo impegno lavorativo, ripeto con un collegamento in diretta da Matera, finì intorno alle 20:30. Più tardi, il mio assistito rientrò da Matera a Potenza. Collegare Di Lauro al caso Claps è del tutto sbagliato: per quanto riguarda la vicenda Esposito, io resto a ciò che l'autorità giudiziaria stabilì allora e cioè che si trattò di un suicidio. Non comprendo - ha concluso Pinto - come l'autorità giudiziaria possa aver ripreso oggi la posizione di Di Lauro”.
Per ordine della Procura della Repubblica di Potenza la salma di Anna Esposito è stata riesumata nel cimitero della sua città natale. Gli esami disposti nell'ambito della nuova inchiesta saranno eseguiti dall'anatomopatologo dell’Università di Bari, prof. Francesco Introna.
I pubblici ministeri della procura della Repubblica di Potenza, Francesco Basentini e Valentina Santoro, hanno chiesto l'archiviazione per Luigi Di Lauro. Secondo quanto ha riferito all'Ansa l'avvocato Leonardo Pinto, difensore del giornalista, la richiesta è basata sulle conclusioni della consulenza tecnica disposta dai pm, depositata circa due settimane fa.
Il gip di Potenza Michela Tiziana Petrocelli ha accolto "in toto, senza neanche ritenere necessario il passaggio in camera di consiglio" la richiesta dei pm Francesco Basentini e Valentina Santoro di archiviazione per il giornalista Luigi Di Lauro. Lo ha reso noto l'avvocato di Di Lauro, Leonardo Pinto, che ha dichiarato all’Ansa: "Dopo 16 lunghi mesi di gogna mediatica per il giornalista Rai, indagato con l'accusa infamante di omicidio volontario, arriva la sua piena e totale riabilitazione. Luigi Di Lauro è del tutto estraneo alla triste vicenda".