Edizione:2004/2005
Data pubblicazione:01/11/2004
Sergio Sanguineti viveva a Milano con il padre e la sorella. Da alcuni anni faceva il "driver" - l'accompagnatore - presso un'importante agenzia di modelle. Ma il 16 ottobre scorso non si è presentato a lavorare; da allora è scomparso, e il telefonino risulta spento. Sul suo conto corrente non sono stati effettuati movimenti. La sera prima di sparire Sergio Sanguineti aveva incontrato un conoscente, un broker al quale il giovane aveva dato tempo fa una somma di denaro - centotrenta milioni di lire - per un investimento immobiliare che "gli avrebbe garantito ottimi risultati". Temendo poi che si trattasse di un investimento sbagliato, Sergio Sanguineti aveva chiesto a questa persona di restituirgli i soldi.
La sera del 15 ottobre quindi, i due uomini dovevano andare prima al cinema insieme, e successivamente a casa del broker per una cena. All'uscita dal cinema, però, Sergio Sanguineti avrebbe ricevuto una telefonata al cellulare, in seguito alla quale avrebbe detto all'amico che doveva andar via. Quella sera a Sergio Sanguineti sarebbe stata restituita una parte del denaro dovuto: venti milioni di lire, di cui cinque in contanti e il resto con un assegno. Il motorino di Sergio Sanguineti è stato ritrovato dai suoi amici alle cinque di mattina del 17 ottobre a poche centinaia di metri dalla casa del broker, senza catena e senza casco. I familiari e gli amici non riescono a trovare una spiegazione a questa misteriosa scomparsa: "Non era assolutamente da lui allontanarsi senza avvisare nessuno, neanche il padre a cui era particolarmente legato".
Gli inquirenti non hanno trovato riscontri al racconto del broker, che nel frattempo, dopo la richiesta di rimborso, ha chiuso la sua società: nessun testimone ha confermato di averlo visto insieme a Sanguineti al cinema e dai tabulati telefonici non c'è traccia della telefonata che secondo lui Sanguineti avrebbe ricevuto la sera dell'incontro.
Durante la trasmissione del 22 gennaio 2002 un uomo, ha chiamato qualificandosi come membro di un inesistente nucleo dei Carabinieri, affermando che Sanguineti era nascosto e custodito come testimone chiave di una fantomatica inchiesta su un giro di usura.
L'ipotesi di reato per l'inchiesta sulla scomparsa di Sergio Sanguineti, ora affidata alla Direzione Investigativa Antimafia, è passata da sequestro di persona a omicidio e occultamento di cadavere e vede il broker come unico indagato. Nell'ambito delle indagini per la ricerca del corpo di Sanguineti sono stati effettuati degli scavi nella cantina del palazzo dove viveva l'indagato, ma senza esito.