Data pubblicazione:25/05/2021
Saman Abbas, 18 anni, di origine pakistana, vive a Novellara (Reggio Emilia) con la famiglia. Di lei non si hanno notizie dagli inizi di maggio. La famiglia è tornata nel paese di origine ma la ragazza non è con loro. La procura di Reggio Emilia ha aperto un'indagine per omicidio.
Saman: Video allarmante con tre persone che si allontanano con una pala. I genitori e lo zio indagati per omicidio dalla procura di Reggio Emilia. I Carabinieri cercano nelle campagne di Novellara il corpo della ragazza scomparsa dopo aver denunciato un matrimonio forzato.
Fermato in Francia uno dei due cugini indagati insieme ai genitori, dopo l’analisi del video con tre persone con una pala nei campi. Negli stessi terreni, intorno al luogo di lavoro dei familiari a Novellara, sono riprese le ricerche del corpo della ragazza scomparsa.
Saman: “Omicidio premeditato, non è in Belgio”, la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi. L’accusa contestata ai cinque indagati, i genitori, due cugini e uno zio. Questi ultimi, ripresi il 29 aprile, mentre escono alle 19:33 con delle pale, un secchio e altri attrezzi per rientrare circa due ore dopo, si apprestavano a occultare il corpo della ragazza scomparsa? Da domani nuove le ricerche a Novellara con un elettromagnetometro.
Saman: Riprese le ricerche, carotaggi del terreno nella zona agricola di Novellara intorno alla casa dove viveva la famiglia. Si prepara l’intervento con unità cinofile ed elettromagnetometro, in grado di scandagliare fino a cinque metri di profondità. Il 22 aprile la ragazza aveva denunciato che i genitori non volevano consegnarle i documenti.
“Torniamo in Italia il 10 giugno”: Il video dei genitori di Saman all’aeroporto di Malpensa l’1 maggio, prima di imbarcarsi per il Pakistan. Riprese stamattina le ricerche del corpo tra le serre dell’azienda agricola di Novellara. Escavazioni sui punti segnalati dall'elettromagnetometro e carotaggi del sottosuolo per agevolare l'impiego delle unità cinofile.
“Saman uccisa dallo zio”: Il fratello 16enne conferma le sue accuse nell'incidente probatorio. L'audizione protetta stamattina davanti al gip al tribunale di Reggio Emilia. Danish Hasnain è ancora ricercato per omicidio premeditato insieme a un cugino della ragazza.
Saman: Altre due persone indagate, due donne che vivono all’estero. Mandato di indagine per chiedere la collaborazione delle autorità francesi e inglesi. Sono molti di più quelli che sapevano.
Saman: La procura di Reggio Emilia ha chiesto un incidente probatorio per sentire Saqib, il fidanzato della ragazza scomparsa. La sua testimonianza verrà cristallizzata come prova per il processo. Intanto ha chiesto di essere interrogato Ikram Ijaz, il cugino estradato dalla Francia.
La procura di Reggio Emilia ha inoltrato la richiesta di rogatoria al Pakistan per il mandato di cattura internazionale dei genitori. Formalizzato l'iter che prevede l'arresto di Shabbar Abbas e Nazia Shaheen. Continuano le ricerche del corpo a Novellara, anche con cani della polizia tedesca già utilizzati per trovare i coniugi Neumair.
Saman: Sospese le ricerche a Novellara. Comunicato dei Carabinieri di #ReggioEmilia e Guastalla. Continuano le indagini per la cattura dei familiari latitanti e per riscontri utili al ritrovamento del corpo. “In 67 giorni impiegati complessivamente 500 militari, unità cinofile, eliportuale e componente forestale dell’Arma, Vigili del Fuoco con natanti e cinofili, Polizia Provinciale, unità cinofile specializzate nella ricerche di cadaveri della polizia tedesca e di un’associazione di volontari svizzera. Utilizzati geo scanner in HD, elettro magnetometri, droni, analizzando immagini satellitari e di telecamere della zona”.
Saman: Il legale del fidanzato ricorre all'Onu. L'avvocato Claudio Falleti ha presentato una richiesta di intervento urgente alla Commissione Sparizioni Forzate per chiedere di riattivare le ricerche e fornire un salvacondotto ai genitori di Saqib.
Saman: Arrestato lo zio. Secondo fonti di “Chi l’ha visto?” Danish Hasnain è stato fermato in un appartamento di Parigi. Identificato dalle impronte digitali. Era ricercato per omicidio premeditato insieme a un cugino della ragazza.
Saman: Ministro della Giustizia Marta Cartabia ha firmato e trasmesso al Pakistan le due domande di estradizione per i genitori della ragazza scomparsa, indagati per omicidio e ricercati dall’Interpol a livello internazionale. Fissata al 29 settembre l’udienza per la decisione sulla consegna all'Italia di Danish Hasnain, lo zio fermato ieri alla periferia nord di Parigi. Era ricercato per omicidio premeditato insieme a un cugino della ragazza. Il 33enne pachistano si trova nel carcere di Fresnes e non avrebbe fatto dichiarazioni.
Saman: I genitori del fidanzato chiedono il visto per l'Italia. "La famiglia di Saqib - dice l'avvocato Claudio Falleti all’Ansa - versa in una condizione di grave pericolo per la propria vita ed è costretta a nascondersi per paura di ripercussioni già minacciate. Questi comportamenti non possono essere trascurati ed è importante che il ministero degli Esteri e le rappresentanze diplomatiche si attivino affinché null'altro di atroce possa accadere, andando ad aggiungersi a una già grave e triste vicenda".
Saman: Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia a Parigi per collaborare con la polizia locale nelle indagini sul cugino Nomanulhaq Nomanulhaq, ancora ricercato. Domani udienza sull’estradizione dello zio Danish Hasnain, arrestato nella Capitale francese una settimana fa.
Saman: “Tutto falso. Qualcuno mi ha visto? Sono forse uscito di casa?", lo zio ha rifiutato l’estradizione in Italia e ha rigettato le accuse di “sequestro, lesioni e omicidio” davanti al giudice di Parigi.
Fissata al 20 ottobre la seconda udienza per l’estradizione dello zio arrestato a Parigi. Il legale del fidanzato: “Ha negato le accuse, ma la fuga è un’ammissione di responsabilità, non credo sia a rischio la consegna all’Italia”. Ancora ricercato un cugino, Nomanulhaq Nomanulhaq, qualcuno ha informazioni utili?
La Chambre de l'Instruction della Corte d'appello di Parigi ha deciso di rinviare al 27 ottobre la decisione sull'estradizione in Italia di Danish Hasnain, lo zio accusato di "sequestro, lesioni e omicidio". La sua difesa ha chiesto più tempo per analizzare documenti supplementari inviati dalla giustizia italiana, la cui traduzione in francese era disponibile da ieri.
La Procura di Reggio Emilia ha affidato ai Ris dei Carabinieri di Parma l'analisi di un frammento osseo, presumibilmente di un cranio umano, per verificare se possa appartenere a Saman Abbas, la diciottenne pachistana sparita a maggio da Novellara, dopo aver rifiutato un matrimonio combinato con un cugino in patria. Ne dà notizia “Il Resto del Carlino”. Il reperto è stato trovato il 3 novembre dai Carabinieri nell'area del Lido Po di Boretto. Il pm titolare dell'inchiesta ha ordinato l'esame specialistico per estrarre il profilo genetico da comparare. Durante l'incidente probatorio in audizione protetta, il fratello minorenne di Saman aveva detto al gip di aver sentito un cugino in una riunione di famiglia che parlava di "farla in piccoli pezzi" e di "buttarla" a "Guastalla" dove "c'è un fiume". Il Ris analizzerà anche alcuni abiti di Danish Hasnain, lo zio accusato di essere l'esecutore materiale dell’omicidio, arrestato il 22 settembre scorso in Francia, dove è detenuto in attesa di estradizione. I vestiti sono stati sequestrati il 6 novembre scorso nell’azienda agricola di Novellara, dove la famiglia Abbas lavorava. Sono cinque gli indagati accusati in concorso di omicidio premeditato, sequestro di persona, occultamento di cadavere: oltre allo zio, il cugino Ikram Ijaz, in carcere in Italia, i genitori Shabbar e Nazia Shaheen, fuggiti in Pakistan, e l'altro cugino Nomanhulaq Nomanhulaq, ancora ricercato.
Lo zio di Saman ha rinunciato a opporsi all'estradizione in Italia: "Non serve a niente che io resti qui, non ho neppure soldi per telefonare a mia moglie. Preferisco tornare in Italia e spiegarmi, se fossi stato colpevole di quello per cui sono accusato, sarei fuggito in Pakistan”, ha detto Danish Hasnain ai giudici della Corte d'Appello di Parigi, colti di sorpresa, che comunicheranno fra una settimana la procedura.
Lo zio di Saman Abbas, Hasnain Danish, è stato estradato in Italia con un volo Parigi – Bologna, dove sarà sentito dagli inquirenti. Destinatario di un mandato d'arresto europeo per sequestro di persona, omicidio volontario e occultamento di cadavere, è accusato di essere l'esecutore materiale. I genitori e altri due familiari indagati per concorso. E’ stato individuato e arrestato alla periferia della capitale francese il 22 settembre, dopo quasi cinque mesi di latitanza, grazie alle attività investigative dei Carabinieri di Reggio Emilia. Preso in consegna in Francia dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.
“Il video con le pale? Andavamo a fare lavori nell'orto”. Lo zio di Saman Abbas, Danish Hansnain, nega tutto davanti al gip di Reggio Emilia, “Sono stato incastrato”. “Proprio in considerazione degli ottimi e affettuosi rapporti che aveva con la nipote ha ritenuto plausibile che si fosse allontanata volontariamente", ha detto l'avvocato Lalla Gherpelli, al termine dell'interrogatorio in videoconferenza dal carcere. Il difensore ha aggiunto che "questa è la versione che ha ricevuto dal fratello Shabbar", cioé dal padre della ragazza "e dal nipote", cioè dal fratello minorenne di lei, ora in una struttura protetta. Inoltre, pur senza voler accusare nessuno, "ha ventilato la possibilità" che quest’ultimo lo abbia accusato perché "spaventato e condizionato dal padre Shabbar, anche in considerazione di un potenziale vantaggio di natura economica che deriverebbe dalla sua condanna. In Pakistan, infatti, i due fratelli sono comproprietari di un terreno e qualora lui fosse condannato spetterebbe di diritto a Shabbar".
Nelle prime ore del mattino la UDYCO di Barcellona in collaborazione con lo SCIP/SIRENE ha arrestato Nomanulhaq Nomanulhaq, il cittadino pakistano di 35 anni ricercato perché destinatario di Mandato di Arresto Europeo emesso dal gip di Reggio Emilia per sequestro di persona, concorso in omicidio volontario e occultamento di cadavere della cugina, Saman Abbas, scomparsa il 30 aprile scorso. Il ricercato, spiegano in un comunicato i Carabinieri di Reggio Emilia, “era stato individuato sin dai primi giorni di fuga e si era a conoscenza che si fosse diretto con il pullman a Barcellona”, dove era iniziato “il monitoraggio delle zone che si presumeva potessero essere il rifugio del latitante”. La svolta con la trasferta a Parigi del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dell’Arma, con l’arresto dello zio Danish e il rinvenimento del numero di telefono spagnolo in uso a Nomanulhaq. Quindi l’intercettazione telefonica che ha portato al suo arresto.
Nomanhulaq Nomanhulaq è comparso in video davanti a un giudice del tribunale dell'Audiencia Nacional, che ha convalidato il mandato d’arresto europeo emesso dalla procura di Reggio Emilia. L'uomo ha rifiutato l'estradizione e resterà in carcere in Catalogna: avviata la procedura ordinaria per riportarlo in Italia.
"Richiesta del Governo italiano approvata in linea di principio”. L’ambasciatore del Pakistan, Jahuar Saleem, a “il Resto del Carlino” sulla richiesta di estradizione dei genitori di Saman. "Le procedure da parte nostra secondo il quadro giuridico pakistano sono in via di completamento. Siamo pronti a fornire tutto il supporto alle indagini di omicidio in corso. È nostra volontà fare giustizia su un delitto d’onore che nel nostro Paese è diventato un crimine imperdonabile". La rogatoria per Shabbar Abbas e Nazia Shaheen chiesta dopo il mandato di cattura internazionale per omicidio e occultamento di cadavere.
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere il cugino Ikram Ijaz e lo zio Danish Hasnain, durante un nuovo interrogatorio della pm Laura Galli e dei Carabinieri nel carcere a Reggio Emilia. I due, indagati per omicidio e occultamento del cadavere, hanno finora negato ogni responsabilità. Attesa l’estradizione dalla Spagna di un altro parente, Nomanulhaq Nomanulhaq, fermato a Barcellona un mese fa.
Il cugino di Saman, Nomanulhaq Nomanulhaq, è atterrato nel primo pomeriggio a Bologna scortato dagli agenti Servizio di Cooperazione Internazionale della Polizia Criminale, che lo hanno preso in consegna a Barcellona dopo l’esito della procedura di estradizione. Il cugino della ragazza scomparsa, accusato di sequestro di persona, concorso in omicidio volontario e occultamento di cadavere, si trova nel carcere di Reggio Emilia a disposizione dei magistrati.
Non è di Saman il frammento osseo trovato nel Po. Le analisi del Ris dei Carabinieri di Parma hanno escluso che appartenga a lei il reperto, presumibilmente di un cranio umano, trovato il 3 novembre nell'area del Lido Po di Boretto. Ne dà notizia la “Gazzetta di Reggio”.
Chiuse le indagini preliminari sulla scomparsa di Saman da Novellara. La procura di Reggio Emilia lo ha notificato ai difensori dei cinque indagati. I genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, ancora ricercati, insieme allo zio Danish Hasnain e ai due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, tutti detenuti, sono accusati in concorso di omicidio premeditato, sequestro di persona e soppressione del cadavere della ragazza, mai ritrovato.
Il Dna di un teschio e altre ossa trovate nel Modenese sarà comparato per l’identificazione con quello di Saman Abbas e di altre persone scomparse. I resti umani rinvenuti da un passante il 2 aprile a Maranello, in un sacchetto di cellophane accanto ad abiti femminili, su un percorso ciclopedonale sull'argine del fiume Tiepido.
Penelope chiederà di costituirsi parte civile al processo per l’omicidio della ragazza fatta sparire da Novellara. “Non potevamo rimanere indifferenti rispetto alla sua tragica vicenda, una storia tribale di ‘lupara rosa’, che indigna e ferisce”, spiega a “Chi l’ha visto?” il presidente Nicodemo Gentile. “Vogliamo che questo ‘omicidio domestico’ possa avere giustizia e vogliamo essere per Saman quella famiglia che ne difenda la memoria, al contrario di quella che invece l'ha tradita e punita”. L’associazione ha incaricato l’avvocato Barbara Iannuccelli di Penelope Emilia Romagna.
Nel video della Tgr Emilia Romagna si vede la ragazza uscire dalla casa di Novellara con i genitori, pochi minuti dopo la mezzanotte del 30 aprile scorso. Poi la madre rientra con il padre, che esce di nuovo e ritorna con il suo zainetto bianco. Per la procura di Reggio Emilia sono i momenti della consegna della 18enne allo zio e ai due cugini. Chiesto il giudizio per tutti e i cinque i familiari: Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, ancora ricercati, Danish Hasnain, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, detenuti. Sono accusati in concorso di omicidio premeditato, sequestro di persona e soppressione di cadavere.
Tutti rinviati a giudizio i familiari della ragazza scomparsa da Novellara, accusati dalla procura di Reggio Emilia di omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e soppressione del cadavere, mai ritrovato. I genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, ancora ricercati, lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, detenuti. Processo fissato al 10 febbraio.
“Ho ucciso mia figlia”, il padre intercettato con un parente l'8 giugno 2021, dopo la fuga dall’Italia con la moglie. La conversazione è agli atti del processo che inizierà a Reggio Emilia il 10 febbraio a carico dei familiari della ragazza scomparsa la notte del 30 aprile 2021 da Novellara, il cui corpo non è stato mai ritrovato.
I parenti di Saman Abbas avrebbero voluto uccidere anche il fidanzato Saqib. Uno degli imputati, il cugino Ikram Ijaz, lo avrebbe confidato ad altri detenuti nel carcere di Reggio Emilia. La circostanza emerge dagli atti dell'inchiesta, depositati in vista del processo a cinque familiari, i due genitori, uno zio e due cugini. Lo riportano “Il Resto del Carlino” e la “Gazzetta di Reggio”.
Il padre Shabbar Abbas è stato arrestato in Pakistan: ancora ricercata la madre Nazia Shaheen, accusata anche lei del suo omicidio.
Trovati resti umani in un casolare a poca distanza dall'abitazione dei genitori di Saman a Novellara (Reggio Emilia). In corso accertamenti dei Carabinieri per capire se si tratti della ragazza. Per l'omicidio sono indagati cinque parenti. Nei giorni scorsi il padre Shabbar Abbas è stato arrestato in Pakistan.
"Saman deve avere la cittadinanza italiana postuma. È stata una ragazza genuina e coraggiosa che si è battuta non solo per i suoi diritti ma anche per quelli dei figli nati da famiglie straniere che, come la sua, faticano a mettere da parte le tradizioni, e più in generale per i quasi due milioni di giovani che lo Stato non riconosce cittadini italiani". L’appello all'agenzia Dire di Ahmad Ejaz, giornalista di origini pakistane, più volte intervenuto sul caso a “Chi l'ha visto?”. "Alle istituzioni chiedo anche di non cedere sull'estradizione dei genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen: il governo del Pakistan ha acconsentito a rimandare in Italia il padre, ma sarà difficile che rimandi indietro la madre, perché la giustizia è restia ad estradare le donne”. Secondo Ejaz, inoltre, c'è pericolo di impunità “se l'Italia si accontenta di aver ritrovato il corpo”. “Esiste l'istituto del perdono da parte dei genitori: insomma la madre potrebbe perdonare il marito e il fratello (l'uomo che dal Pakistan ordinò l’omicidio, ndr) e farli uscire". La Procura di Reggio Emilia ha intanto depositato alla Corte di Assise la richiesta di incidente probatorio urgente per poter intervenire, con una perizia nel contraddittorio delle parti, sul cadavere trovato in un edificio diroccato a Novellara, due metri sotto terra. La perizia prevedrà anche l'analisi del Dna per confermare l’identificazione dei resti. La decisione della Corte andrà notificata anche al padre della ragazza, che il 24 novembre comparirà davanti a un giudice in Pakistan.
Il padre di Saman: “Lei è viva”. Shabbar Abbas, secondo quanto apprende Ansa, lo avrebbe sostenuto oggi davanti ai giudici pakistani dell’udienza per la convalida del suo arresto, in esecuzione del mandato di cattura internazionale chiesto dall’Italia. Invece il corpo della ragazza è sepolto vicino alla casa di Novellara, nel casolare indicato dallo zio e segnalato a maggio da “Chi l’ha visto?”. Quando lui stesso diceva “ho ucciso mia figlia”.
Il corpo fatto ritrovare a Novellara dallo zio, dopo l’arresto del padre in Pakistan, è stato portato ieri sera all'università di Milano per accertamenti medico-legali, affidati dalla Corte d’Assise di Reggio Emilia ai periti Cristina Cattaneo e Dominic Salsarola. Il cadavere era a circa tre metri di profondità sotto uno strato di detriti e macerie del casolare abbandonato vicino alla casa dove la ragazza viveva con i genitori e il fratello.
Rinviata la nuova udienza in Pakistan per il padre Shabbar Abbas. “Il giudice istruttore è in congedo, quindi oggi non si svolgerà alcun procedimento; la data della prossima udienza sarà comunicata in seguito", ha dichiarato all'ANSA un funzionario del tribunale di Islamabad. Nell’udienza precedente erano stati consegnati al suo avvocato i documenti ricevuti dal governo italiano. Ancora latitante la mamma Nazia Shaheen
“Avviate le pratiche per costituirci parte civile al processo”. L’annuncio di Luigi Lucchi, sindaco di Berceto, il Comune che aveva dato alla ragazza la cittadinanza onoraria. “L'azione potrebbe essere poco più che simbolica, ma la richiesta di un risarcimento per l'assassinio di una propria concittadina, anche se onoraria, è concreta. Sarebbe utilizzato per difendere e assistere tutte quelle persone, in particolare donne, che sono sottoposte a mutilazioni sulla base di tradizioni che sono sostanzialmente dei riti tribali”.
Rinviata ancora l’udienza in Pakistan per il padre Shabbar Abbas: il suo difensore ieri non si sarebbe presentato in aula. Fissato aggiornamento al 10 gennaio, un mese prima del processo in Italia. Ancora latitante la mamma Nazia Shaheen.
“Saman Abbas identificata da un'anomalia dentaria grazie a foto e video. Frattura nella parte anteriore del collo, ulteriori esami per capire se pre o post mortem”. L'avvocato Barbara Iannucelli dell'associazione Penelope, parte civile nel processo ai cinque familiari della giovane pachistana uccisa la notte del 30 aprile 2021. “L'osso ioide è fratturato nella parte sinistra e sono necessari accertamenti istologici”. La lesione avvalorerebbe l'ipotesi di strangolamento.
Dov’è la mamma di Saman? “Sono in prigione, non ne so nulla”, ha risposto il padre Shabbar Abbas al giudice istruttore di Islamabad all’udienza che è stata di nuovo rinviata al 19 gennaio per l'assenza di un funzionario dell'agenzia investigativa pakistana. Ancora latitante Nazia Shaheen.
La Corte d’Assise di Reggio Emilia ha nominato altri due periti. Il genetista forense Roberto Giuffrida, del gabinetto di Polizia Scientifica di Milano, e l'anatomopatologo Biagio Leone, dell'Università di Milano Bicocca affiancheranno Cristina Cattaneo e Dominic Salsarola, che hanno già avviato gli esami sui resti ritrovati a novembre. Il 10 febbraio il processo ai familiari arrestati per omicidio e occultamento di cadavere.
Cominciato il processo per concorso in omicidio a cinque familiari. Presenti in aula lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Numanhulaq Numanhulaq, detenuti. Per il padre Shabbar Abbas è stato disposto un rinvio al 17 febbraio per valutare la possibilità di un collegamento in videoconferenza con il Pakistan, dove è agli arresti. La madre Nazia Shaheen è ancora ricercata. Tra le 18 richieste di costituirsi parte civile, l’associazione Penelope e l’Ucoii, oltre al fratello minore e al fidanzato Saqib. "Se fosse qui oggi direbbe: dei soldi non mi interessa niente, voglio giustizia", ha detto il legale di quest’ultimo, avvocato Claudio Falleti. "Costituirsi – ha aggiunto - non è solo il risarcimento del danno, ma affiancare la Procura e le altri parti civili. Dobbiamo tutti insieme rivendicare giustizia non solo per Saman, ma per tutte le altre ragazze vittime di questi crimini. Se dovessimo ottenerlo, Saqib farà una fondazione a nome di Saman che aiuti tutte le altre ragazze". Ascoltate le eccezioni dei difensori sulle costituzioni e le repliche degli avvocati delle parti civili, la Corte d’assise si è riservata la decisione su chi ammettere e chi escludere, rinviando tutto alla prossima udienza.
“E' colpa dello Stato Italiano”, il padre Shabbar Abbas risponde a “Chi l’ha visto?” con il suo avvocato. “Voleva tornare in Pakistan, ma ha detto che doveva tornare alla comunità e che ci avrebbe raggiunti. Se quel corpo è suo abbiamo il diritto di cercare il vero assassino”. In realtà lei aveva chiesto ai genitori di restituirle il passaporto per sposare il fidanzato.
Lo zio di Saman: “Non l’ho uccisa io, era come una figlia… mi dissero che l’ha ammazzata Nazia”, la versione di Danish Hasnain in un video dei Carabinieri di Reggio Emilia. L’uomo è a processo con l’accusa di essere l’esecutore materiale del delitto, la mamma della ragazza è ancora ricercata dopo l’arresto del marito in Pakistan.
Il fratello di Saman e testimone chiave “è certo che per aver parlato subirà la stessa sorte della sorella". Lo ha detto oggi al processo l'avvocato Valeria Miari, che assiste come parte civile il ragazzo minorenne e si oppone a che sia risentito. Anche l'avvocato Claudio Falleti si oppone a una nuova audizione del suo assistito, il fidanzato Saqib, ricordando il “forte stress” e “le minacce subite, oggetto di altro procedimento penale, che arrivavano ad ogni sua uscita pubblica”. I giudici, che hanno accolto tutti i testimoni e consulenti indicati dalle parti, si sono riservati la decisione. La Corte ha disposto l’invio, tramite il ministero della Giustizia, degli atti per chiedere al padre Shabbar il consenso alla videoconferenza dal Pakistan, dove è detenuto. In caso negativo, sarà comunque processato, in attesa che venga definita la procedura per l'estradizione. Il difensore dello zio Danish Hasnain, avvocato Liborio Cataliotti, ha annunciato alla Corte che chiederà di beneficiare dello sconto di pena previsto dal giudizio abbreviato se, all'esito del processo e della sentenza, verrà per lui modificata l'impostazione d'accusa e se il reato contestato non dovesse più essere ostativo alla concessione del rito alternativo. Il legale, inoltre ha incluso tra i testimoni anche la compagna dell’uomo, all'epoca in Pakistan, arrivata di recente in Italia. A tutti gli imputati sono contestati l’omicidio aggravato da premeditazione, motivi abietti e legame di parentela, oltre a occultamento di cadavere e sequestro di persona.
Per quanto riguarda le associazioni che avevano chiesto di costituirsi parte civile, tredici sono state escluse, tra cui Penelope. Ammesse altre 10, tra cui Confederazione islamica italiana, Ucoii e Grande Moschea di Roma, Comune di Novellara, “Differenza Donna”, Unione Donne d'Italia, l'Unione dei comuni della bassa reggiana, “Trame di Terra” e “NonDaSola”, queste ultime dei Centri Antiviolenza “D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza”. Nella prossima udienza, il 17 marzo saranno sentiti i primi testi dell'accusa.
Il padre di Saman non ha dato il consenso a partecipare in videoconferenza al processo di Reggio Emilia, il 17 marzo. Shabbar Abbas avrebbe detto che valuterà la sua presenza in video in futuro. Il 16 marzo nuova udienza in Pakistan su estradizione e istanza di rilascio su cauzione. “E' colpa dello Stato italiano”, l’intervista del suo avvocato a “Chi l’ha visto?”.
ascoltato come testimone dell’accusa l’ex comandante della stazione di Novellara, luogotenente Pasqualino Lufrano, che si occupò delle prime indagini. Il procedimento per il padre Shabbar Abbas, detenuto in Pakistan in attesa di estradizione, è stato ufficialmente riunito a quello per gli altri quattro imputati.
Il padre di Saman resta in carcere, respinta in Pakistan la sua istanza di rilascio su cauzione. Il magistrato di Islamabad ha fissato al 30 marzo la prossima udienza sull'estradizione in Italia di Shabbar Abbas, disponendo che venga nominato un difensore d'ufficio in sostituzione del suo, che aveva chiesto un rinvio perché impegnato fino al 25 aprile.
“Avevamo tutti percezione che fosse in pericolo. Mi disse che era stata picchiata dal padre, che le aveva lanciato un coltello”. Alla terza udienza le parole dell'assistente sociale che per prima seppe del matrimonio combinato e la convinse ad andare in comunità. In aula anche il maresciallo dei Carabinieri di Frosinone che raccolse la denuncia del fidanzato Saqib, addolorato e scosso dalle minacce.
Il padre di Saman ha accettato di partecipare in videocollegamento al processo di Reggio Emilia, che lo vede tra gli imputati per il suo omicidio. L’11 aprile la decisione finale delle autorità del Pakistan, dove è detenuto in attesa di estradizione dopo il no alla libertà su cauzione. Ancora ricercata la moglie Nazia.
Oggi in aula il racconto del carabiniere che raccolse la testimonianza decisiva del fratellino e partecipò alle prime ricerche. Il casolare diroccato “primo luogo dove andammo a vedere ma i cani specializzati non segnalarono nulla”. Saltata la partecipazione in video del padre alla nuova udienza del processo a Reggio Emilia, le autorità pachistane non hanno ancora predisposto il collegamento.
"I familiari di Saqib Ayoub, il fidanzato di Saman Abbas, sono arrivati nella tarda mattinata in Italia. Il loro trasferimento dal Pakistan è stato facilitato dai Servizi di sicurezza italiani e dal Consolato a Islamabad, che ha fornito i documenti per il padre, la madre e i fratelli”, nota di Palazzo Chigi che esprime soddisfazione e ringrazia tutti coloro che lo hanno reso possibile. Nuovo rinvio, al 20 aprile, per l'udienza sull'estradizione del padre Shabbar Abbas.
Saman Abbas è morta strozzata o strangolata. I periti nominati dalla Corte di assise di Reggio Emilia, Cristina Cattaneo e Biagio Eugenio Leone, hanno depositato la relazione preliminare medico legale e anatomopatologica in vista dell'udienza del 12 maggio del processo. Sono stati analizzati i resti ritrovati a novembre in un casolare vicino alla casa di Novellare dove la ragazza viveva con la famiglia. Per l'omicidio della 18enne pachistana, la notte del 30 aprile 2021, la procura di Reggio Emilia accusa i genitori, lo zio e due cugini.
Il padre di Saman non parlerà all'udienza di oggi. La situazione dell’ordine pubblico in Pakistan impedisce spostamenti in sicurezza al luogo da dove doveva collegarsi in video. In aula il medico legale Cristina Cattaneo: “Morte della ragazza per asfissia meccanica da strangolamento, con un laccio oppure per strozzamento per la costrizione del collo con le mani”.
Il padre ha partecipato in videoconferenza dal Pakistan all’udienza di oggi. Shabbar Abbas per la prima volta si è collegato dal carcere di Islamabad avvalendosi di un interprete. Il presidente della Corte d’Assise di Reggio Emilia ha quindi riunificato il procedimento a suo carico con quello degli altri quattro familiari accusati di omicidio e occultamento di cadavere.
“La corte pakistana ha accettato la richiesta dell'Italia di estradizione del padre Shabbar Abbas e negato la libertà su cauzione”, il suo legale, avvocato Akhtar Mahmood, a “Chi l’ha visto?”.
Il governo del Pakistan ha disposto la consegna alle autorità italiane del padre Shabbar Abbas. Confermata la decisione della Corte distrettuale che a luglio ha dato il via libera all’estradizione e negato la libertà su cauzione. Un funzionario del Ministero dell'Interno pakistano ha confermato che sarà "portato in Italia con un aereo charter". Il suo avvocato ha presentato un ricorso all’Alta corte, discusso in udienza di oggi. Il giudice non si è pronunciato e ha rinviato il caso.
Il padre trasferito in carcere a Modena, la madre Nazia Shaheen ancora latitante in Pakistan, nella regione del Punjab. "Continueremo a lavorare perché l'ordinanza cautelare venga integralmente eseguita", ha detto in conferenza stampa il procuratore di Reggio Emilia Gaetano Calogero Paci. "Nessuno di noi mollerà", ha confermato il Maggiore dei Carabinieri Maurizio Pallante, che ieri ha accompagnato in Italia Shabbar Abbas, rimasto in silenzio per tutto il viaggio. Qualcuno ha informazioni utili per rintracciare la donna?
Il padre, presente per la prima volta in aula, ha chiesto di non essere ripreso al processo, dove sarà esaminato il 26 settembre. Oggi il procuratore capo Calogero Gaetano Paci ha annunciato il deposito di nuove indagini, nate da dichiarazioni spontanee rese nei giorni scorsi da due detenuti del carcere di Reggio Emilia, che avrebbero raccolto alcune confessioni dello zio Danish Hasnain. Sarà eseguita una perizia sugli gli orari delle telecamere che hanno filmato gli imputati la sera del delitto, confrontati con i tabulati dei loro cellulari, per verificare eventuali discrepanze segnalate dall'avvocato di Hasnain, Liborio Cataliotti. Unico imputato ancora ricercato la madre Nazia Shaheen. “Shabbar ha riferito che quando è stato arrestato in Pakistan, la moglie si trovava in casa", mentre lui era in un campo, hanno detto i suoi difensori Enrico Della Capanna e Simone Servillo, a margine dell'udienza.
“Sposerò chi volete...”. Lo avrebbe detto Saman Abbas prima di essere uccisa dallo zio davanti a tutti e cinque i parenti, secondo le presunte confidenze fatte da lui a un detenuto, discusse nell’udienza di oggi del processo. Il video della testimonianza alla Tgr Rai Emilia Romagna. Per il legale di Danish Hasnain lui e un altro compagno detenzione si sono inventati tutto per ottenere dei benefici, citando dettagli visti in tv poi smentiti dalle indagini. La procura ha chiesto la sospensione dei termini di custodia cautelare affinché restino in carcere fino alla fine del processo.
Il fidanzato sentito in aula come testimone su richiesta dei difensori degli imputati, secondo i quali la ragazza non avrebbe mostrato di aver paura dei genitori. "Volevamo sposarci in fretta, decidemmo insieme che lei doveva tornare a casa per recuperare il passaporto, necessario per le nozze”, ha ricordato Saqib. Ascoltato anche un vocale che lei inviò all’assistente sociale. Il padre Shabbar Abbas si è avvalso della facoltà di non rispondere, “probabilmente rilascerà spontanee dichiarazioni dopo che avrà sentito la testimonianza del figlio", ha spiegato il suo legale.
Il fratello di Saman intercettato: “Ha fatto tutto lo zio”. La conferma delle sue dichiarazioni ai Carabinieri in alcune telefonate nei giorni successivi alla scomparsa della sorella. Parlando con una conoscente e una zia il ragazzo accusava lo zio Danish dell’omicidio. In una chiamata dal Pakistan pressioni per convincerlo ad accusare un altro parente.
Pressioni e minacce dal Pakistan per convincere il fratello a non testimoniare al processo o a ritrattare le dichiarazioni fatte durante le indagini. La procura di Reggio Emilia ha aperto un’inchiesta contro ignoti. Acquisite le chat con la madre, ancora latitante, attraverso il profilo social di una parente. L'audizione davanti alla Corte d’Assise del ragazzo, diventato maggiorenne, è prevista per il 27 ottobre prossimo.
Il fratello di Saman da testimone a imputato, “doveva essere indagato". La Corte d'Assise di Reggio Emilia ha dichiarato l'inutilizzabilità delle sue dichiarazioni in incidente probatorio e al pm. Per i giudici, c'erano già “precisi indizi di reità” per un possibile concorso nell'omicidio. Accolta un'eccezione presentata da alcune difese. Audizione rinviata al 31 ottobre, su richiesta della sua legale.
Saman: "Ho visto tutta la scena. Io ero alla porta. Mia sorella camminava, mio zio l'ha presa dal collo e l'ha portata dietro alla serra. Ho visto i cugini, solo la faccia", il fratello Ali parla in aula al processo di Reggio Emilia. Il ragazzo non è ancora formalmente indagato per concorso in omicidio volontario, dopo che la Corte d’Assise lo ha stabilito nell’ultima udienza. “Ho sentito una volta mio padre che parlava di 'scavare', ha detto rispondendo ai giudici, indicando gli imputati come intenti a fare “piani”. L'audizione è proseguita con le domande dei difensori sulle sue dichiarazioni agli investigatori e poi in incidente probatorio, tra maggio e giugno 2021, non più utilizzabili. In particolare, sull’aver appreso della sepoltura della sorella ha detto di non averne parlato prima perché non gli dissero di preciso dov'era, “solo che era sotto terra”, e per la paura che aveva del padre.
Il fratello in aula: “Mi hanno insegnato che non si poteva fare amicizia con le ragazze, era vietato, e per questo ho mandato la foto del bacio di Saman ai miei genitori. In quel momento avevo la loro stessa mentalità, per me era una cosa sbagliata. Ma ora è tutto cambiato, da quando sono in comunità. Mi sento anche di essere italiano. Per come penso ora, hanno fatto una cosa sbagliatissima”.
“Nessun elemento per indagare il fratello”. La valutazione della Procura per i minorenni di Bologna, cui era stata trasmessa l'ordinanza della Corte d’Assise che indicava il giovane come potenzialmente indagabile prima del processo. Nell’udienza odierna i giudici hanno dato il nulla osta alla restituzione della salma della ragazza. Sarà proprio il fratello, la cui testimonianza è terminata oggi, a decidere le modalità delle esequie, per le quali il Comune di Novellara aveva dato la sua disponibilità.
Chiesto ergastolo per i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen (ancora ricercata), 30 anni per lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq”. Le richieste dell’accusa al processo per l’omicidio della ragazza che rifiutava un matrimonio combinato. Nell'udienza di venerdì le requisitorie degli avvocati della difesa.
Ergastolo per i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen (ancora ricercata), 14 anni per lo zio Danish Hasnain, assoluzione per i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. La sentenza della Corte d’Assise di Reggio Emilia per l’omicidio della ragazza che rifiutava un matrimonio combinato. “Non ho ucciso mia figlia”, aveva detto oggi il padre nelle sue dichiarazioni spontanee al processo. "Non volevamo che andasse via così nel cuore della notte - ha aggiunto tra l’altro - ma lei si è cambiata i vestiti, ha preso lo zaino ed è andata fuori. Non voleva che io sapessi chi andava a prenderla”.
“Simbolo di libertà e di autodeterminazione personale”, oggi il consiglio comunale le conferirà la cittadinanza onoraria di Novellara, dove a una coppia è stato imposto il braccialetto elettronico con divieto di avvicinamento alla figlia che rifiutava un matrimonio combinato. Nel Reggiano numerosi esposti di altre ragazze pachistane.
Si sono tenuti nel cimitero di Novellara i funerali privati della ragazza uccisa perché si era opposta un matrimonio combinato. Celebrati in forma privata dall’imam Yassine Lafram, presidente UCOII, come voluto dal fratello Ali Haider, testimone chiave del processo che ha portato alla condanna in primo grado all’ergastolo dei genitori come mandanti dell’omicidio, e a 14 anni dello zio Danish Hasnain come esecutore. Lutto cittadino e fiaccolata in serata dal cimitero al monumento ai Caduti, in Piazza Unità d'Italia.
Saman uccisa dalla madre? "Gli imputati Abbas Shabbar e Shaheen Nazia", ancora ricercata, hanno "letteralmente accompagnato la figlia a morire" e non "si esclude che sia stata" la madre "l'esecutrice materiale". Le motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Reggio Emilia che ha condannato i genitori all'ergastolo e lo zio a 14 anni. "Eloquenti ed espressivi", per i giudici, contegno e movenze dei due nei video della notte del #30 aprile 2021. Per la Corte il delitto sarebbe stato deciso in quelle ore, non “per essersi opposta ad un matrimonio combinato/forzato" ma dopo aver scoperto che lei voleva andare via con Saqib.
È stata catturata la mamma Nazia Shaheen, condannata all’ergastolo per il suo omicidio. Quello stesso giorno, l’1 maggio 2021, era fuggita in Pakistan con il marito. L’arresto alle 7: 30 ora locale, con un’incursione della polizia del Punjab. La donna comparirà davanti ai giudici di Islamabad per iniziare l'iter per l’estradizione.
Nazia Shaheen, condannata all’ergastolo per il suo omicidio, “è comparsa ieri davanti al giudice del tribunale di Islamabad”, conferma il giornalista Ahmad Ejaz. Il suo arresto in base all’avviso di ricerca Interpol (Red Notice), che era stato emesso in seguito all’estradizione concessa all’Italia anche del marito Shabbar. La foto diffusa dall’ufficio stampa della polizia del distretto di Gujranwala, nel Punjab.
La procura di Reggio Emilia ricorre in appello contro la sentenza di primo grado. Si contestano il mancato riconoscimento dell’aggravante dei futili motivi per lo zio Danish Hasnain, condannato a 14 anni, e l’assoluzione dei cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Per i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen la pena era stata l’ergastolo. Quest'ultima, recentemente arrestata, ha dato il consenso all’estradizione in Italia.
Saman: Altri complici dell'omicidio? "La procura di Reggio Emilia ha continuato a indagare per pervenire all'identificazione di ulteriori eventuali soggetti che possano aver partecipato alla fase ideativa o esecutiva” dell’omicidio, ha dichiarato il procuratore Calogero Gaetano Paci. “E’ stato proprio uno degli imputati del processo a evidenziare la partecipazione di un soggetto, peraltro senza menzionarne l'identità e dunque da questo punto di vista il lavoro che è stato volto continuerà fino alla definizione dell'attività di indagine". La madre Nazia Shaheen condannata all’ergastolo, è arrivata oggi in Italia dopo l’estradizione dal Pakistan, alla quale non si è opposta.