Christian Bichis, un ragazzino rumeno di 16 anni, era scomparso da Roma nell'ottobre del 2000. Suo zio, Stefan Sorinel, 32 anni, e aveva tappezzato tutta la città di manifestini per ritrovarlo. Christian era poi ricomparso, e la polizia aveva scoperto che era fuggito proprio per sottrarsi alle attenzioni di suo zio. Sorinel, il 20 ottobre, era stato arrestato in flagranza di reato mentre faceva prostituire il nipote a Valle Giulia. Christian, che era stato affidato a un centro di accoglienza, si era nuovamente dileguato, e non aveva partecipato al processo per direttissima a carico di suo zio, nel quale sarebbe stato un testimone fondamentale.
Due mesi dopo il ragazzino rumeno era stato rintracciato a Nettuno, mentre partecipava a un festino in casa di un italo americano. Per la seconda volta era stato affidato a un centro di accoglienza, a Nettuno; dopo due giorni, era fuggito nuovamente.
Il cadavere di Christian è stato ritrovato il 10 gennaio nel laghetto dell'Eur, a Roma. Morto per annegamento, dice l'autopsia, ma nulla esclude che il gracile ragazzino sia stato costretto con la forza ad annegare. Secondo una nota dell'Interpol, altri due ragazzini, un rumeno e un albanese, sarebbero scomparsi nel nulla dal centro di Nettuno.
Alcuni testimoni hanno dichiarato che spesso diverse macchine stazionavano davanti al centro di accoglienza, e caricavano a bordo i minorenni. "Chi l'ha visto?" ha visitato la struttura, dove dovrebbero trovarsi venti ragazzini di nazionalità albanese, e ha trovato un'atmosfera surreale: nessun responsabile, come se si trattasse di un centro autogestito.
Secondo le testimonianze di alcuni ragazzi che si prostituiscono a piazza Esedra, nella capitale, prima di sparire Christian era terrorizzato, e aveva l'intenzione di raggiungere un conoscente ad Amsterdam. I ragazzi dicono che spesso vengono ad adescarli degli uomini che agiscono come intermediari.
Si potrebbe trattare di un vero e proprio racket. Forse per questo è morto Christian, testimone scomodo. E forse anche gli altri due ragazzini scomparsi potevano raccontare troppe cose compromettenti.