Edizione:1997/1998
Data pubblicazione:09/12/1997
Gianni Terra, il "vigilantes" della Mondialpol scomparso all'alba del 4 dicembre, è stato trovato morto. Il suo corpo si trovava nel cunicolo di un deposito, a poche centinaia di metri dallo scalo merci di Santa Palomba (RM), dove la guardia giurata, la notte della sua scomparsa, stava prestando servizio. L'uomo è stato colpito mortalmente alla testa nel cunicolo, con un colpo esploso dalla sua pistola di servizio. Omicidio o suicidio? Gli investigatori, al momento, sembrano più propensi a credere alla seconda ipotesi. Non sono ancora stati trovati né gli occhiali, né il cappello della divisa. Felicemente sposato, 31 anni, Gianni Terra lavora da sette anni alla Mondialpol. Recentemente viene incaricato di sorvegliare lo scalo ferroviario della cittadina laziale, dove vengono smistate merci di ogni tipo. La sera del 3 dicembre, come di consueto, prende servizio alle 22. La mattina seguente di Gianni Terra non c'è traccia. La sua macchina viene trovata posteggiata regolarmente nel piazzale e il gabbiotto di guardia è chiuso dall'esterno. Dentro ci sono la sua borsa, il portafogli, il cellulare. La televisione è ancora accesa. Gli investigatori trovano anche i fili dell'allarme recisi, il vetro del pulsante che fa scattare l'allarme rotto, e il tubo dell'idrante che si trova vicino all'allarme, srotolato. Sembra che ci siano anche delle tracce di sangue. Quella notte nelle immediate vicinanze dello scalo, viene rubato un TIR. E' possibile che la guardia sia stato involontario testimone di qualcosa che non doveva vedere, e che per questo sia stato ucciso? E' un ipotesi, come lo è quella del suicidio, a cui, però non sembrano credere i suoi familiari, convinti che l'uomo non avesse alcun motivo per compiere quel gesto. "Chi l'ha visto?" ha lanciato un appello ai camionisti che dormono sui loro camion nelle vicinanze dello scalo. Forse qualcuno può aver notato qualcosa. Quella notte, da solo o costretto con la forza, Gianni Terra ha scavalcato due recinzioni per andare in quel cunicolo dove il suo corpo è stato trovato il 9 dicembre.
Ad una settimana dal ritrovamento del corpo di Gianni Terra, "Chi l'ha visto?" ha ricostruito quelli che dovrebbero essere stati gli ultimi attimi di vita della guardia giurata, secondo l'ipotesi degli inquirenti che propendono per la tesi del suicidio. La ricostruzione fatta dimostra l'assurdità di questa ipotesi. Gianni Terra dopo essersi diretto verso i bagni -dove avrebbe trovato l'allarme rotto, i fili staccati e due idranti srotolati-avrebbe deciso di uscire dallo scalo ferroviario per entrare, scavalcando ben due recinzioni, nel deposito dove, in un cunicolo, è stato trovato il suo corpo. Possibile che abbia fatto tutto questo per suicidarsi? E che prima di compiere quel presunto gesto abbia fatto scattare due segnali di allarme e si sia fratturato una gamba? I colleghi, gli amici, la famiglia, analizzando la dinamica dei fatti e, soprattutto, conoscendo il carattere e la personalità di Gianni, respingono con fermezza questa ipotesi. Ancora non si spiega, poi, la scomparsa di alcuni suoi oggetti personali, come il berretto della divisa, gli occhiali e la borsetta. Nei giorni scorsi il medico di parte, dopo aver effettuato una perizia sul corpo di Gianni, ha confermato che la frattura alla gamba destra si sarebbe prodotta quando Gianni era ancora in vita. Oggi molti operai dello scalo vedono con sospetto la presenza di "Chi l'ha visto?". Perché? E perché un'impiegata che inizialmente ci aveva detto di aver visto Gianni tranquillo come sempre, adesso si rifiuta di parlare? Sembra che la sera della sparizione la guardia avesse avuto una discussione con alcuni addetti che volevano che il portone dello scalo restasse aperto. Alla discussione avrebbe fatto seguito la telefonata di una persona che si sarebbe qualificata come il direttore. Gianni, però, per tenere il cancello aperto, voleva che gli fosse impartito un ordine dai suoi superiori. Ma perché lo scalo sarebbe dovuto rimanere aperto in piena notte? Per fare piena luce su quanto è accaduto occorre tenere conto del contesto in cui sono avvenuti i fatti. Lo scalo, come ha confermato in trasmissione il Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia, Luigi De Ficchy, si trova in un territorio infiltrato da quindici anni dalla grande criminalità organizzata. Era dunque un posto a rischio, con una sorveglianza inadeguata. Lo dimostra un precedente. Otto anni fa una guardia era stata aggredita e le circostanze dell'aggressione (vedi forum) sembrano rafforzare ipotesi diverse da quelle del suicidio.
Gli interrogativi sollevati la scorsa settimana da "Chi l'ha visto?" hanno avuto un seguito parlamentare. Facendo riferimento al nostro servizio, il Presidente della Commissione contro le Ecomafie, on. Massimo Scalia, ha presentato un interrogazione alle autorità competenti, in cui si chiede il perché della mancanza di un adeguato servizio di sorveglianza allo scalo merci di Santa Palomba: scalo che si trova in una zona dove è forte la presenza della malavita organizzata. Proseguono, nel frattempo, le indagini sulla morte di Gianni Terra. Gli investigatori sembrano propensi a credere che la guardia sia improvvisamente impazzita e che, in preda ad un raptus, si sia suicidata. Centrale, a questo proposito, sarebbe la testimonianza di una donna che avrebbe incontrato Gianni Terra il giorno della sua scomparsa, intorno alle 16.30. La donna avrebbe riferito che la guardia sarebbe stata preoccupata, sconvolta ed in preda, addirittura, al "maligno". Non si comprende, però, perché mai la donna, dopo avere avuto questa impressione da un giovane sconosciuto, gli abbia dato il proprio numero di telefono. La donna si è rifugiata nel silenzio. Non altrettanto il fratello, che conferma l'incontro della sorella con Gianni Terra. Ma con alcuni fondamentali distinguo: Gianni Terra era sì preoccupato, ma fondamentalmente normale. E del tutto normale sarebbe stato il suo atteggiamento quella sera anche secondo i familiari, i vicini, e la guardia giurata a cui Terra ha dato il cambio intorno alle 22. Nei giorni scorsi una persona, che non ha voluto rivelare il suo nome, ha telefonato in redazione dicendo di aver visto un uomo armato salire su un auto blu di grossa cilindrata davanti al Terminal. Il fatto sarebbe accaduto la notte della scomparsa di Terra. Un camionista ha invece segnalato alla famiglia di Gianni Terra di aver visto, in uno spiazzo di Civitavecchia, la trousse della guardia. La descrizione della borsetta e degli effetti in essa contenuti coinciderebbe -dicono i familiari di Terra- con quella della guardia giurata.
Cristina ha raccontato che il marito era molto preoccupato per la storia del cancello che divide lo scalo di Santa Palomba dalla stazione ferroviaria. Lui, senza ordini dei suoi superiori, lo avrebbe sempre tenuto chiuso, come stabilivano le consegne. Eppure qualcuno voleva che rimanesse aperto, tanto da telefonare alla guardia, spacciandosi per il direttore dello scalo. Perché? E cosa si nasconde dietro quel terminal? La moglie di Gianni ha anche riferito di aver appreso che un custode, per paura, preferiva trascorrere la notte negli uffici, piuttosto che stare in guardiola e da quella postazione avrebbe assistito più volte a movimenti sospetti all'interno dell'area doganale. "Chi l'ha visto?" è venuto a conoscenza di un altro fatto che documenta la pericolosità di quel luogo: una sparatoria avvenuta il 6 gennaio tra i binari della vicina stazione. Infine un episodio che, il 27 gennaio, è stato oggetto di un'ennesima interrogazione parlamentare. Alcuni mesi fa la Polizia Stradale trovò sette extracomunitari nascosti in un camion che era diretto allo scalo. Gli agenti cercarono di scoprire se, in quella dogana, si nascondessero eventuali basisti. Per questo, alcuni poliziotti si nascosero nel camion e venne chiesta l'autorizzazione a fare entrare il TIR nell'area doganale. Furono però sollevati alcuni problemi, il veicolo non riuscì ad entrare e la trappola sfumò.
Ha avuto un importante riscontro la lunga battaglia di "Chi l'ha visto?" per dimostrare che Terra non si era suicidato: il sostituto procuratore, dott. Carlo La Speranza, nei giorni scorsi ha stabilito che si tratta di un omicidio.
Il 24 aprile 1998 i giornali riportavano la notizia che, per la morte di Gianni Terra, il Pubblico Ministero Carlo La Speranza avrebbe proceduto per omicidio. L'11 maggio, invece, lo stesso PM Carlo La Speranza, chiede che il caso venga archiviato ritenendo non plausibile l'ipotesi dell'assassinio. Le motivazioni sono la mancanza di legami o contatti tra la vittima e la malavita, o di ragioni che possano essere movente di un delitto passionale. Per la Procura tanto basta per credere che la guardia giurata si sia suicidata. Né i precedenti e la pericolosità del luogo, né le incredibili circostanze della morte di Gianni Terra, scalfiscono questa ipotesi. Nella trasmissione del 19 maggio 1998 Cristina Terra ha ribadito la sua indignazione di fronte alla richiesta di archiviazione avanzata dal PM Carlo La Speranza. La moglie del vigilante ha ricordato ancora una volta i numerosi elementi, molti dei quali non approfonditi dalle indagini, che fanno pensare piuttosto all'omicidio anziché al suicidio. A questi si sono aggiunti altri dubbi dopo che la signora ha avuto la forza di vedere le foto del cadavere del marito. Questi, infatti, aveva una sciarpa intorno agli occhi, come una benda. Quindi diventa ridicolo pensare che Gianni Terra si sia prima rotto una gamba saltando nel cunicolo, si sia poi rialzato, bendato e quindi sparato alla testa. "Chi l'ha visto?" ha chiesto ancora una volta ai magistrati di indagare su questa morte poco chiara, avvenuta in un contesto dove la Commissione Antimafia ha denunciato infiltrazioni della criminalità.
Il Presidente della Commissione regionale per la lotta alla criminalità Angelo Bonelli ha annunciato la costituzione di un 'Comitato per la verità sulla morte di Gianni Terra'. Il comitato, apolitico, è composto da Confcommercio, Confesercenti, CGIL, CISL, UIL e dai lavoratori del terminal ferroviario di Santa Palomba. Il dottor Angelo Bonelli, unitamente al Presidente della 'Commissione Parlamentare d'Inchiesta contro le Ecomafie', ha chiesto un incontro con il Generale Carlo Alfiero, comandante della D.I.A., e con il Procuratore Generale antimafia Pier Luigi Vigna, per chiedere la loro attenzione e il loro intervento. Intanto sul mistero della morte di Gianni Terra "Chi l'ha visto?" ha fatto un'altra sconcertante scoperta. Secondo il registro delle imprese della Camera di Commercio di Roma è risultato, infatti, che la società di trasporti proprietaria del Tir che aveva fatto la consegna del primo carico la mattina in cui era scomparso il vigilante, ha cessato la sua attività dal 1981.
La tragica vicenda del metronotte Gianni Terra sembra destinata a rimanere un mistero irrisolto. L'inchiesta, infatti, è stata archiviata con la conculsione che qualcuno, ignoto, lo avrebbe spinto al suicidio.
Nonostante l'avvicendamento di magistrati alla guida delle indagini sulla morte di Gianni Terra, l'ipotesi della Procura rimane quella del suicidio. Chi conosceva bene Gianni è pronto a testimoniare che niente in questo momento della sua vita avrebbe potuto portarlo al suicidio. In particolare il medico curante che lo aveva visitato il 2 dicembre, ha testimoniato che lo stato di salute di Gianni Terra, sia fisico, sia mentale, era perfettamente normale. "Chi l'ha visto?" ha ricostruito ancora una volta gli ultimi momenti di vita di Gianni Terra, evidenziando le numerose circostanze che stridono clamorosamente con l'ipotesi del suicidio. La guardia giurata, dopo l'incredibile sequenza di azioni riferita nelle precedenti trasmissioni, si sarebbe sparato dopo essersi fratturato una tibia per saltare giù nel cunicolo scelto per uccidersi. Non solo. Dopo "essere morto" si sarebbe infilato ancor più all'interno. Senza dimenticare che i cani poliziotto, durante le ricerche seguono le tracce di Gianni dal gabbiotto ai bagni, e lì dove ci sono i fili strappati, gli idranti srotolati, il vetro rotto, si fermano, non sentono più nulla, come se Gianni Terra si fosse volatilizzato proprio in quel punto.