Edizione:1997-1998
Sono le 8:20 di sabato 8 novembre. Silvestro Delle Cave, entra a scuola, il circolo didattico di Cicciano (Napoli). Il ragazzo, però, anziché andare in classe, torna sui suoi passi. Incontra Mario, un suo compagno, a cui dice che sarebbe tornato subito: il tempo di andare a casa della zia a prendere i colori. Da allora è scomparso. L'allarme è stato dato dalle madre, Rosa Perrone, al termine delle lezioni, quando, dopo averlo atteso all'uscita della scuola, ha appreso che il figlio non era mai entrato in classe. Le ricerche iniziano subito. Tutte le forze di polizia sono mobilitate. Le unità cinofile fiutano una traccia e imboccano la strada che porta a casa della zia di Silvestro. I cani, però, si fermano davanti al portone precedente a quello dove vive la donna: come se il ragazzo si fosse volatilizzato, come se qualcuno lo avesse fatto salire su una macchina. Si cerca anche sulle strade che da Cicciano portano a Sasso, dove vive la famiglia Delle Cave, e lungo la via che conduce a Polvica, residenza della nonna di Silvestro. Ma del bambino non c'è traccia. La mattina di sabato, nelle vicinanze della scuola, c'era il mercato. Tanta gente e confusione, dunque, che potrebbero aver agevolato eventuali malintenzionati. Una cosa è comunque certa: Silvestro si è allontanato da scuola con una scusa. I suoi colori non sono a casa della zia.
Il piccolo Silvestro Delle Cave è stato barbaramente ucciso. Poi il suo corpo è stato bruciato. Lo ha confessato Andrea Allocca, il contadino settantenne che con i generi Gregorio Sommese e Pio Trocchia è accusato di concorso in omicidio aggravato, violenza sessuale, occultamento e distruzione di cadavere. Un delitto agghiacciante, come la notizia -confermata in trasmissione dagli investigatori- che Allocca avrebbe giocato al lotto i numeri della morte. L'uomo, assieme ai suoi complici, si trova ora agli arresti. Il delitto si è consumato nell'abitazione di Allocca, al numero 27/A del rione Gescal di Cicciano. Davanti a quel portone si erano fermati i cani della polizia. Allo stop delle unità cinofile sono seguiti controlli ed intercettazioni ambientali che hanno portato alla scoperta della terribile verità. La mattina dell'8 novembre i carnefici hanno infierito sul corpo del piccolo Silvestro, finendolo a pugni e bastonate. Il bambino aveva chiesto una tregua ai suoi aguzzini. Voleva sottrarsi al rito delle violenze sessuali che, secondo gli investigatori, sarebbero cominciate almeno nello scorso mese di settembre. Nessuno avrebbe visto o sentito niente quella mattina, quando Silvestro è stato ucciso e il suo corpo rinchiuso in un sacco e caricato su una macchina per poi essere cosparso di benzina e bruciato in un terreno di proprietà dell' Allocca.
Il 12 aprile 2005, per verificare una perdita d'acqua, un uomo è entrato in un appartamento che aveva comprato da poco, in via Mameli 27/a Roccarainola (Napoli), nell'Agro Nolano. In una stanza ha trovato una valigia con dentro uno scheletro, probabilmente di un bambino, rannicchiato in posizione fetale. C'erano anche pochi brandelli di vestiti, un paio di scarpette, un orologio e una collanina, tutti riconosciuti dalla madre di Silvestro Delle Cave come indossati dal bimbo il giorno della scomparsa. La donna, che non ha mai perso la speranza di rivedere vivo il figlio, spera ora di essere smentita dalle analisi del Dna. Nella sua confessione Andrea Allocca aveva dichiarato di avere ucciso a bastonate Silvestro Delle Cave, di averlo fatto a pezzi con una roncola e di averne poi bruciato il corpo. Da un primo esame, invece, le ossa dello scheletro ritrovato non presenterebbero alcuna frattura. Il casuale ritrovamento potrebbe portare a nuovi sviluppi delle indagini: chi ha portato lì la valigia e quando? L'appartamento dove si trovava la valigia era disabitato da prima della scomparsa del bambino e vi sono stati ritrovati anche brandelli di abiti di un adulto. Il RIS dei Carabinieri dovrà stabilire a chi appartengono. Andrea Allocca, che aveva confessato l'omicidio, nel frattempo è morto in carcere prima di essere giudicato. Pio Trocchia è stato condannato all'ergastolo per omicidio e violenza sessuale. Gregorio Sommese è stato condannato a nove anni per occultamento di cadavere e dovrebbe uscire tra un anno.
Ci sono ancora molti dubbi che riguardano la palazzina in cui è stata trovata la valigia con i resti del piccolo Silvestro Delle Cave. L'edificio è risultato di proprietà di sette eredi, nessuno dei quali vive in Campania, e l'appartamento sembrava essere stato abbandonato con le chiavi nella serratura. Secondo il tenente dei Carabinieri Francesco Saverio Caparrotti, probabilmente la persona che ha lasciato la valigia nell'appartamento si era ripromessa di portarla altrove in un secondo momento, ma ha desistito oppure è stata fermata, ad esempio, da un arresto. Il fatto che il corpo non è stato bruciato e che le ossa non presenterebbero segni di frattura, diversamente da quanto dichiarato dagli assassini, ha aggiunto un altro mistero al delitto. Interrrogati dopo il ritrovamento, Gregorio Sommese e Pio Trocchia, che si è sempre dichiarato innocente, hanno detto di non sapere niente della valigia. Andrea Allocca è morto in carcere prima di essere giudicato, una morte improvvisa che molti pensano possa essere stata un'esecuzione. Pio Trocchia sta scontando l'ergastolo per omicidio e violenza sessuale, mentre Gregorio Sommese ha scontato una pena di nove anni per distruzione di cadavere, uscendo dal carcere nel maggio scorso. In un'intervista l'uomo ha respinto ogni responsabilità nell'omicidio del bambino, dicendo di essere arrivato quando era già morto e di essere stato costretto, dietro le minacce di morte del suocero e del cognato, ad aiutarli a trasportare il corpo che poi i due gli avrebbero detto di aver bruciato.