Edizione:2003/2004
Data pubblicazione:31/10/2003
Il 13 agosto Petra Vendikova, originaria della Repubblica Ceca, è stata brutalmente uccisa in un edificio abbandonato in località Madonna dell'Acqua (Pisa). Il suo corpo seminudo è stato rinvenuto in una stanza, sotto una rete metallica. Un giovane tunisino, che riposava nell'edificio, dopo aver udito un colpo di pistola sarebbe corso a telefonare ai Carabinieri. L'assassino ha esploso il colpo di pistola da breve distanza, poi le ha sfregiato il volto continuando ad infierire con atti di violenza compulsiva. Petra Vendikova, che si faceva chiamare Clara, doveva ancora compiere 25 anni. Era arrivata in Italia appena ventenne ed era finita a prostituirsi sulla via Aurelia. Sembra che, dopo essersi riscattata dai suoi sfruttatori, ultimamente lavorasse in proprio sperando così di riuscire a mettere da parte un po' di soldi per ritornare nel suo paese.Tutte le mattine prendeva la corriera per raggiungere quell'edificio abbandonato. In una tabaccheria a Torre del Lago Puccini (Lucca) l'avrebbero vista spesso comprare le sigarette, mentre in un altro bar della piazza acquistava i biglietti della corriera. Quindi sarebbe certo che la ragazza vivesse a Torre del Lago Puccini ma non è stato possibile scoprire quale fosse la sua abitazione. Anche nella circoscrizione non risulterebbe alcuna sua traccia documentata. Nonostante Petra Vendikova avesse un regolare permesso di soggiorno, rilasciato dalla questura di Lucca, la sua presenza nel piccolo centro alla periferia di Viareggio sembra avvolta da una nebbia impenetrabile.
Poco distante dal luogo del delitto, lo scorso luglio, sempre sull'Aurelia, un'altra ragazza di 25 anni, Evelin, di nazionalità nigeriana, è stata assassinata con un colpo di pistola alla nuca. Anche questo omicidio risulta tutt'oggi irrisolto. Due volontarie del progetto Sally, patrocinato dalla provincia di Pisa per l'assistenza alle ragazze che lavorano sulla strada, hanno detto che Petra Vendikova si era rivolta a loro. Riguardo ai due omicidi hanno riferito: "Le donne pensano ad un serial killer o a qualche cliente". Petra Vendikova lavorava solo di giorno e all'imbrunire tornava a casa. Sulla sedia dove attendeva i clienti era rimasta l'ultima sigaretta da lei fumata. Dal giorno della sua morte tante mani anonime, per ricordarla, lasciano un fiore e una sigaretta spenta.
Una lettera anonima manoscritta inviata il 3 marzo scorso al quotidiano "Il Tirreno" ha riaperto la vicenda dei delitti di prostitute in Toscana rimasti ancora senza soluzione: "Sono io il killer delle prostitute. Ne ho assassinate quattro tra Pisa e Grosseto in soli sei mesi. Firmato Angel's il giustiziere". L'autore della lettera ha rivendicato quattro omicidi più quello di uno sfruttatore, il cui cadavere si troverebbe ancora nella pineta di Coltano, una frazione a sud di Pisa. Nella stessa località, accanto ad un paio di stivali da donna, nel novembre 2003 erano stati ritrovati dei resti umani, tra i quali un cranio con segni di ferite mortali. Si trattava del quarto omicidio nella zona, forse quello di una giovane tossicodipendente italiana.
Il 25 aprile scorso, in provincia di Grosseto, all'altezza del bivio per Punta Ala, era stato trovato il corpo di Mercy Ibinova, 28 anni, nigeriana assassinata con un colpo di pistola. Il 3 luglio seguente, lungo l'Aurelia tra Pisa e Livorno, in zona Mortellini, era stata trovata un'altra giovane prostituta nigeriana, Evelyn Ogunbor, uccisa con colpo alla nuca. Ancora sulla via Aurelia, il 13 agosto, era stata barbaramente assassinata Petra Vendikova. L'autore della lettera anonima ha citato, con alcune inesattezze, dettagli di tutti questi assassinii. Lo scorso dicembre è stato arrestato a Pisa un ex detenuto, già membro della banda Vallanzasca, da oltre due anni in semilibertà dopo un lungo periodo trascorso in carcere. L'uomo, che aveva in casa una pistola calibro 9, aveva inviato al Tirreno una lettera con la stessa firma e calligrafia dell'autore della lettera anonima. Resta da chiarire se si tratti di un mitomane, così come non è ancora chiaro se gli omicidi siano da attribuire ad una stessa mano.
Il 25 agosto 2000 viene ritrovato nella pineta di Coltano (Pisa) il corpo senza vita di Daniela Manzoni, 36 anni, originaria di Ancona. Le braccia e le gambe sono piene di lividi, il cranio è stato sfondato, probabilmente, da un crick. Il 25 aprile 2003 viene ritrovato a Punta Ala, in località Piandalma (Grosseto) il corpo di Mercy Ibinova, 28 anni, di origine nigeriana, uccisa con un colpo di pistola alla fronte. Il 3 luglio 2003 ancora nei pressi della pineta di Colatano, zona Mortellini, viene trovato il cadavere di Evelin Ogumbor, 25 anni, nigeriana, anche lei uccisa con un colpo di pistola alla fronte. 13 agosto 2003 in un capannone a Madonna dell'Acqua (Pisa) viene assassinata barbaramente Petra Vendikova. Il 22 novembre 2003, sempre nella pineta di Coltano, viene rinvenuto uno scheletro il cui cranio riporta il foro di un proiettile alla nuca e i segni di un corpo contundente. Pochi mesi prima era sparita da Pisa Ernestina Ingenito, 23 anni, napoletana: gli amici temono che possa trattarsi di lei. Il 24 marzo 2004, dopo avere confessato l'omicidio della ex fidanzata Mirna Bartolini, Pasquale Stabilito ha rivelato di avere ucciso anche Mercy Ibinova. Si è quindi profilata l'ipotesi che l'arma usata da Stabilito, una pistola calibro 9 che non è stata trovata nel punto in cui lui ha detto di averla gettata, possa collegarlo anche ai delitti Vendikova, Ogumbor e allo scheletro di Coltano. Una impressionante coincidenza, inoltre, ha riportato alla memoria la misteriosa scomparsa della prostituta Silvia Crescenzi, avvenuta il 5 agosto 1999 a Grosseto: la sua auto fu ritrovata di fronte al monolocale di Roselle dove, cinque anni dopo, Pasquale Stabilito ucciderà Mirna Bartolini. Prima degli omicidi confessati, Stabilito era stato condannato, con la condizionale, a nove mesi di reclusione per l'aggressione di una collega.