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Scomparso

Antonella Bissolotti

Edizione:2001/2002
Data pubblicazione:18/12/2001

Antonella Bissolotti, 32 anni, viveva da sola in un appartamento ad Abano Terme. La giovane donna è stata assassinata a bordo della sua auto nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 1994 con otto coltellate. Il suo corpo è stato ritrovato in un canale nei pressi di Montegrotto. L'assassino si era mosso con grande freddezza, aveva prima trasportato l'auto della ragazza in un parcheggio poco distante e con una tanica di benzina aveva bruciato l'auto cancellando ogni traccia. Poi si era recato a casa della vittima, utilizzando le chiavi che la ragazza usava nascondere in garage: evidentemente, si trattava di una persona che doveva essere già stata nell'appartamento.
Antonella, separata dal marito, aveva lavorato per molti anni presso un'azienda farmaceutica, ma essendo stata messa in cassa integrazione aveva cercato un altro lavoro. Aveva lavorato come guardarobiera in diversi locali notturni e poi, presentata da un suo amico che faceva il portiere in un albergo di Abano, aveva iniziato a lavorare in un night nei pressi di Vicenza. In questo ambiente Antonella aveva conosciuto diverse persone legate a Felice Maniero, capo della mala del Brenta.Undici giorni dopo l'assassinio di Antonella, Felice Maniero era fuggito dal carcere.
Forse la donna era venuta a conoscenza di qualcosa di importante legato alla banda. Gli inquirenti non avevano tralasciato alcuna traccia, ma non era stato possibile dimostrare il legame tra le due vicende. Un amico del Maniero, che frequentava Antonella, era finito in carcere, accusato dell'omicidio. Ma era stato poi scagionato perché il suo Dna non coincideva con le tracce organiche presenti in un preservativo rinvenuto nei pressi del canale dove era stato gettato il corpo della donna. Due giorni prima di essere assassinata, la donna era stata udita litigare nel suo appartamento e per le scale con una persona che voleva riprendersi un cospicuo assegno. Ma di questo assegno non si è mai trovata traccia. Grazie ai recenti mezzi di analisi del traffico telefonico, gli inquirenti stanno cercando di individuare le utenze fisse dalle quali potrebbe essere partita anche la telefonata dell'assassino. Quella telefonata che l'uomo pensava di aver cancellato facendo scomparire la segreteria.

  • 8 gennaio 2002

    Nel febbraio scorso in Corte d'Assise a Vicenza, durante un processo contro gli autori di una rapina durante la quale era stato assassinato un poliziotto, l'imputato Massimo Rigato aveva inaspettatamente fatto riferimento all'omicidio insoluto di Antonella Bissolotti. Rigato aveva indicato come autore del delitto il braccio destro di Felice Maniero, Giuseppe Pastore, collaboratore di giustizia, chiamato a testimoniare nello stesso processo. Ma Pastore aveva un alibi di ferro: infatti nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 1994 era recluso in carcere.
    "Chi l'ha visto?" ha raccolto le dichiarazioni di Giuseppe Pastore, che vive in una località segreta. Il collaboratore di giustizia sostiene che quello di Antonella non è stato un delitto di mafia: "Una che sa tante cose non viene uccisa in quel modo. Potrebbe essere stato qualcuno che si è inserito nel mondo della malavita. Antonella Bissolotti in questo contesto non c'entrava niente, al cento per cento. Se una donna frequentava uno di noi lo sapevamo tutti quanti. Secondo me per questa vicenda bisogna ricercare altrove". Giuseppe Pastore è convinto del fatto che Massimo Rigato, che è anche suo cognato, potrebbe sapere "più di quanto si possa pensare".

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