Data pubblicazione:18/12/2001
Georgios Kampouris, un ragazzo greco, viveva con sua madre a Varis, a una quarantina di chilometri da Atene. Georgios lavorava da cinque anni come elettricista di bordo sulle navi della Minoan Lines. Nell'estate dello scorso anno la compagnia marittima aveva una nave in fase finale di costruzione alla Fincantieri di Genova, la Knossos Palace. Prima di prenderla in consegna e portarla in Grecia c'era tutta una serie di prove, collaudi e verifiche da effettuare, così Georgios, il 15 settembre del 2000, era stato inviato a Genova, insieme ad altri 35 marinai e tecnici greci.
A Genova il giovane abitava insieme ad altri due connazionali in un appartamento a Sestri Ponente, poco distante da dove era ormeggiata la nave. Georgios telefonava spesso a sua madre, anche due o tre volte al giorno, e le raccontava come andava il lavoro. L'ultima volta che la signora ha sentito suo figlio è stato pochissimo tempo prima della sua scomparsa. Era di buon umore - racconta - ma le aveva accennato di alcuni problemi che aveva con i suoi superiori.
L'undici novembre del 2000, alle cinque del pomeriggio, era prevista una riunione tecnica a bordo della Knossos, che era in navigazione davanti alle coste italiane. Georgios non si era presentato, ma nessuno lo aveva cercato. L'allarme per la sua scomparsa è stato dato solo alle dieci di sera, quando la nave si trovava al largo delle coste liguri, tra Genova e Portofino. Il ragazzo era stato cercato per tutta la nave, mentre gli altoparlanti lo chiamavano ripetutamente. All'una di notte il comandante italiano della Knossos (la nave era in prova e non batteva ancora bandiera greca) aveva iniziato le ricerche in mare e aveva avvertito la guardia costiera di Genova che, a sua volta, aveva fatto partire le ricerche.
La mamma è convinta che a suo figlio sia accaduto qualcosa all'interno della nave. Uno dei superiori ha trovato le sue chiavi e il suo portafogli nella sala macchine, vicino ai motori. "Forse - dice la donna - Georgios ha visto qualche cosa che non doveva vedere, forse lo hanno picchiato...".
La polizia italiana non ha mai dato al consolato greco una versione ufficiale su quanto è accaduto a Georgios. Che motivo poteva avere questo ragazzo sempre sorridente, allegro, con un buon lavoro e attaccato alla madre, per gettarsi nelle gelide acque del mare quell'undici novembre? La signora Kampouris avrebbe bisogno di farsi assistere da un avvocato in Italia che sia in grado di seguire la vicenda, ma non ne ha la disponibilità economica.