Data pubblicazione:12/06/2009
Tatiana Ceoban, insieme alla figlia maggiore, Elena, è scomparsa sabato 30 maggio da Gradoli. Sembra che la donna sia stata vista l’ultima volta il pomeriggio da una negoziante di Viterbo, dove si era recata per comprare una videocamera. La madre di Tatiana, Elena Ceoban, è molto preoccupata perché è la prima volta che la figlia si allontana senza avvisarla e per di più lasciando a casa la figlia più piccola, di soli 6 anni. I carabinieri stanno indagando a 360 gradi.
La procura della Repubblica di Viterbo ha aperto un fascicolo per sequestro di persona contro ignoti per la scomparsa di Tatiana Ceboan, di 36 anni, e della figlia Elena di 13, entrambe d'origine moldava, residenti a Gradoli. Al convivente della donna, Paolo Esposito, di 44 anni, è stato notificato un avviso di garanzia come persona informata sui fatti, con cui è stato disposto il sequestro della casa. L’11 giugno è stata compiuta una battuta nelle campagne di Gradoli perché, secondo i rilevamenti, i cellulari di Tatiana e della figlia, sebbene spenti, sono stati individuati in una ''cella'' non distante dalla loro abitazione. Le ricerche non hanno dato alcun esito. Le indagini sono state estese a tutto il territorio nazionale e al paese d'origine delle scomparse dove, secondo la prima ipotesi, potrebbero essere tornate. La scomparsa delle due era stata denunciata dal convivente della donna, residente a Gradoli, e dalla madre di lei, residente a Bologna.
S'infittisce il giallo della scomparsa di Tatiana Ceoban e della figlia Elena. La Procura di Viterbo ha deciso l'interrogatorio di Paolo Esposito, 44 anni, convivente di Tatiana Ceoban. Il pm Renzo Petroselli, incaricato dell'inchiesta, avrebbe deciso di ascoltare l'uomo, indagato per sequestro di persona, in merito ad alcune frasi espresse durante un'intervista rilasciata alla trasmissione Rai ''Chi l'ha visto?'' il 17 giugno. L’uomo in un'intervista infatti ha sostenuto che ''tutto è stato organizzato. Io so delle cose che non voglio raccontare, adesso''. Lo stesso pm ha deciso di ascoltare anche la figlia che Esposito ha avuto con Tatiana, una bambina di 6 anni. La sera del 18 giugno, infine, si è conclusa senza esiti l'ennesima battuta dei carabinieri nelle campagne di Gradoli. Per tutta la giornata, i militari hanno passato al setaccio alcune località prossime all'abitazione di proprietà di Esposito, posta sotto sequestro, in attesa di ulteriori rilievi del Ris.
Tatiana Ceoban è stata vista l’ultima volta il 30 maggio in un centro commerciale mentre acquistava una videocamera. Poco dopo essere uscita dal negozio telefona ad un’amica e si accordano per vedersi la sera stessa, ma non andrà all’appuntamento. Secondo l’amica, Tatiana non avrebbe mai lasciato da sola la figlia piccola.
Continuano gli scambi di accuse tra la madre di Tatiana, Elena Ceoban, e il convivente, Paolo Esposito. Intanto la madre racconta i pessimi rapporti tra i due dovuti anche alla volontà del convivente di ottenere l’affido della bambina più piccola già nel 2007 e mostra i documenti.Dopo i rilievi del Ris a casa del convivente il 23 giugno, si attendono i risultati.
''Per ora, l'ipotesi di reato su cui indaghiamo resta il sequestro di persona''. Lo hanno detto questa sera i responsabili delle indagini sull'improvvisa scomparsa di Tatiana Ceoban, moldava, 36 anni, e della figlia Elena, di 13, avvenuta a Gradoli, in provincia di Viterbo, il 30 maggio scorso. Una locuzione avverbiale, ''per ora'', che fa presagire nuovi e, forse, clamorosi sviluppi nell'inchiesta. Una serie di circostanze, emerse nelle ultime 48 ore, hanno infatti impresso un'accelerazione alle indagini. Innanzitutto è stato accertato che il compagno della donna, l'elettricista Poalo Esposito, 44 anni, indagato per sequestro di persona, aveva una relazione con la sorella di Tatiana, Ala, di alcuni anni più giovane, residente ad Orvieto (Terni). A svelarlo, secondo quanto si è appreso, sarebbe stata la madre di Tatiana e di Ala, residente a Bologna, durante l'interrogatorio al quale è stata sottoposta dal Pm Renzo Petroselli. L’avvocato di Tatiana, inoltre, avrebbe consegnato tre cd alla Procura: in uno dei filmati Paolo Esposito si intrattiene con la sorella minore di Tatiana. La relazione è stata confermata dai difensori di Esposito, ma la relazione, a loro dire, risalirebbe ad alcuni anni fa, cioè a subito dopo la nascita della figlia di 6 anni avuta dal loro assistito con Tatiana. Intorno all'affido esclusivo della bimba, tra i conviventi, che di fatto vivevano come separati in casa, si era accesa una forte disputa. Nella contesa, spesso sfociata in liti, sono coinvolti anche i genitori di Esposito, con i quali la piccola vive da quando la madre è sparita. A indicare che gli investigatori credono sempre meno all'ipotesi che Tatiana e la figlia si siano allontanate volontariamente da casa, ci sono anche gli scavi fatti eseguire dal Pm nel terreno circostante la villetta in cui vivevano. Scavi che si sono concentrati laddove sul prato erano visibili degli avvallamenti e dove la terra avrebbe potuto essere stata mossa di recente. Le ruspe hanno scavato profondi solchi, ma non è stato trovato alcun elemento utile alle indagini. Lo stesso Pm ha fatto scandagliare dai sub dei vigili del fuoco di Viterbo i fondali del lago di Bolsena, nel tratto antistante a Gradoli, anche in questo caso senza alcun esito. Da due giorni, il magistrato ed i carabinieri della compagnia di Viterbo, diretti dal capitano Marco Ciervo, sono in costante consultazione. Le ispezioni nella villetta si susseguono. Anche questi elementi fanno ritenere che l'inchiesta sia ormai giunta a un punto cruciale. Nei prossimi giorni, inoltre, dovrebbero essere messi a disposizione degli inquirenti i risultati degli esami compiuti dal Ris nella villetta di Gradoli. Sarà quello in momento in cui verranno tirate le prime somme. Infine, si è appreso che gli investigatori si stanno concentrando su un altro elemento: i cellulari delle donne, dei quali si è perso ogni segnale dal giorno della scomparsa. I telefonini, sebbene spenti, possono essere rintracciati, a meno che non vengano tolte le batterie o che non vengano immersi nell'acqua o sotterrati. Gli ultimi segnali rilevati dai tecnici, risalenti appunto al 30 aprile, indicano che i due telefonini hanno smesso di funzionare quando erano ancora in una cella che comprende il territorio di Gradoli. Quindi, se qualcuno ha tolto le batterie o li ha occultati in modo tale da non essere più rintracciabili, lo ha fatto in contemporanea con la scomparsa delle donne.
È stato arrestato Paolo Esposito, il compagno di Tatiana Ceoban, la donna moldava di 36 anni scomparsa il 30 maggio scorso a Gradoli insieme con la figlia Elena di 13 anni. All'uomo, già indagato per sequestro di persona, sono stati contestati i reati di duplice omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Sembrerebbe che questa imputazione abbia preso forma dal fatto che i Ris nel loro sopralluogo nella villetta sequestrata a Gradoli hanno trovato in cucina sul muro, sul battiscopa e sulla porta, delle tracce ematiche di Tatiana. Alle 17 è stato prelevato nella sua abitazione di Gradoli dai carabinieri che lo hanno accompagnando nel carcere viterbese di Mammagialla. La madre di Tatiana lancia un appello a Paolo, che continua a dichiararsi innocente, perché dica la verità.
Eseguito un tampone salivale, per il rilevamento del Dna, su Ala Ceoban, la giovane moldava sorella di Tatiana, la donna scomparsa da Gradoli il 30 maggio scorso insieme alla figlia Elena di 13 anni. L'esame, eseguito nella caserma dei carabinieri di Viterbo, è finalizzato ad accertare se le tracce di sangue rinvenuti dal Ris nella villetta in cui vivevano le due donne, appartengano ad entrambe o a una sola delle scomparse. Gli investigatori non dispongono del Dna delle scomparse. Dall'analisi, come sostengono i difensori di Paolo Esposito, compagno di Tatiana, arrestato con l'accusa di duplice omicidio volontario e aggravato, potrebbe scaturire anche che le tracce ematiche appartengano ad un'altra persona, compreso lo stesso indagato. All'uscita dalla caserma, Ala ha ribadito quanto già detto varie volte, cioè di avere avuto una relazione sentimentale con il compagno della sorella e di essere convita che Tatiana e la figlia si siano allontanate volontariamente da Gradoli, probabilmente a causa dei cattivi rapporti con il compagno.
Nuovo sopralluogo dei carabinieri del Ris nella villetta di Gradoli, in provincia di Viterbo, in cui vivevano Tatiana Ceoban e la figlia Elena, scomparse nel nulla il 30 maggio scorso. I tecnici del Ris cercano altri elementi utili alle indagini. Le tracce ematiche trovate in precedenza, infatti, si trovano nella cucina (e apparterrebbero a Tatiana), ma non nei vani che è indispensabile attraversare per raggiungere l'ingresso della villetta. Non ci sono dunque tracce di trascinamento dei corpi. Un particolare, quest'ultimo, che contrasta con l'ipotesi dell'accusa, secondo la quale Paolo Esposito, compagno di Tatiana, arrestato per duplice omicidio volontario e aggravato, avrebbe ucciso almeno una delle due donne nella cucina, poi avrebbe trasportato il corpo all'esterno e l'avrebbe occultato. Nessuna traccia è stata trovata nell'auto di Esposito.
Nei giorni scorsi sono anche stati prelevati dei tamponi salivali alla madre e alla sorella di Tatiana per confrontarli con quello estratto dalle tracce ematiche. Ma i risultati non sono ancora pronti. I difensori di Esposito, intanto, hanno presentato ricorso al tribunale del riesame chiedendo la scarcerazione dell'indagato per mancanza di prove a suo carico.
Accogliendo la proposta del pm Renzo Petroselli, il Tribunale per i Minori ha tolto a Paolo Esposito la potestà sulla bambina avuta da Tatiana Ceoban. Dopo l'arresto dell'uomo con l'accusa di avere ucciso la convivente e l'altra figlia adolescente, la piccola Erika, cinque anni, viveva con i nonni. Il tribunale dei minori ha temporaneamente affidato la bambina al sindaco di Gradoli Luigi Buzi, il quale dovrà decidere se assegnarla ad una struttura d'accoglienza o se affidarla ai nonni paterni. La causa civile per l'affidamento definitivo inizierà l'11 settembre prossimo. Gli avvocati di Esposito hanno definito sbalorditivo e ingiustificato il provvedimento del Tribunale dei Minori ed hanno rivolto un appello ''al buon senso del sindaco di Gradoli, affinché non privi ulteriormente la bambina dell'affetto dei familiari facendola rinchiudere in un istituto''. Intanto gli specialisti del Racis dei carabinieri sono stati incaricati degli accertamenti sul pc di Esposito, che aveva dichiarato al pm di aver trascorso la serata a giocare con il computer insieme ala piccola Erika.
Il Dna estratto dal sangue rinvenuto nella villetta di Gradoli, in provincia di Viterbo, con il 99,93% delle probabilità appartiene a Tatiana Ceoban, la donna moldava di 36 anni scomparsa nel nulla il 30 maggio scorso insieme con la figlia Elena di 13 anni. Sono i risultati degli accertamenti eseguiti dai carabinieri del Ris sulle tre piccole macchie ematiche trovate nella cucina della villetta in cui vivevano le due donne scomparse: una macchia di sangue è stata ritrovata sulla parete, la seconda dietro un battiscopa e la terza sulla porta. Per risalire al dna di Tatiana e della figlia, che non erano a diposizione degli investigatori, il Pm titolare dell'inchiesta ha fatto eseguire dei tamponi salivari alla madre e alla sorella della donna. Il 3 agosto, infine, il tribunale del riesame discuterà il ricorso presentato dai difensori di Paolo Esposito, compagno di Tatiana, arrestato con l'accusa di duplice omicidio volontario e aggravato. A loro parere gli indizi a suo carico sarebbero estremamente labili e, quindi, non ci sarebbero i presupposti per la carcerazione.
Resta in carcere Paolo Esposito: il principale indizio d'accusa è costituito da diverse tracce di sangue trovate nella villetta di Gradoli e appartenenti, con il 99,93% delle probabilità, a Tatiana. L'elettricista di Gradoli, in provincia di Viterbo, è stato arrestato il 1 luglio scorso con l'accusa di aver ucciso la sua compagna Tatiana Ceoban di 36 anni, e la figlia Elena di 13, scomparse nel nulla il 30 maggio scorso. Il tribunale del riesame di Roma, al quale si erano rivolti i difensori di Esposito, sostenendo che gli indizi a carico del loro assistito sono estremamente labili e comunque insufficienti a giustificare la carcerazione, ha infatti accolto la tesi del Pm Renzo Petroselli, titolare dell'inchiesta. Secondo Petroselli, Esposito, indagato per duplice omicidio volontario e aggravato, avrebbe architettato un piano per uccidere la sua compagna, con la quale era in rotta da tempo, e la figlia Elena, nata da un precedente matrimonio, e per far sparire i loro cadaveri, tanto che non sono stati ancora ritrovati.
Ala Ceoban, sorella minore di Tatiana e zia di Elena, madre e figlia scomparse da Gradoli il 30 maggio scorso, è stata nuovamente convocata in procura per essere interrogata. Il Pm Renzo Petroselli, durante la sua requisitoria davanti al tribunale del riesame di Roma, che ha rigettato la richiesta di scarcerazione di Paolo Esposito, compagno di Tatiana, accusato di duplice omicidio volontario e aggravato, l'ha indicata come complice dello stesso Esposito. Ad avviso del Pm, Ala avrebbe avuto un ruolo attivo nel duplice omicidio. Resta da chiarire, come hanno sottolineato i difensori di Esposito, come mai, almeno fino a ieri, nei confronti della donna non era stato preso alcun provvedimento né risultava iscritta sul registro degli indagati. Subito dopo il verdetto del riesame, ieri sera, i carabinieri si sono recati nell'abitazione di Ala, vicino ad Orvieto (Terni), dove lavora come colf, e le hanno sequestrato un computer e alcuni manoscritti. Inoltre, le hanno notificato la convocazione in procura per questa mattina. Ala Ceoban ed Esposito hanno avuto una relazione documentata in modo inequivocabile da un dvd in cui i due si sono ripresi durante un rapporto sessuale. Secondo il Pm, di due sarebbero ancora amanti.
''Tra gli interessi della piccola Erica c'è quello di preservare il miglior ricordo della madre e della sorella che, temo, non potrà mai più rivedere. Per questo sono sorpreso dalla sicurezza con la quale, alcuni, affermano che il bene della minore sia quello di rimanere con i nonni paterni''. E' quanto ha detto l'avvocato Luigi Sini, difensore di Tatiana Ceoban, la donna scomparsa da Gradoli (Viterbo) il 30 maggio scorso con la figlia maggiore Elena, in occasione della controversia avuta con il compagno Paolo Esposito per l'affidamento della bambina. ''Nessuno sa quale verità sia stata detta alla bambina - aggiunge l'avvocato - ma è lecito pensare che i genitori di Esposito, arrestato per duplice omicidio volontario, non credano nella colpevolezza del figlio e siano perciò convinti che Tatiana ed Elena si siano allontanate spontaneamente. Davvero qualcuno crede che corrisponda all'interesse della minore farle credere che la madre l'abbia abbandonata?''. Ad avviso del legale ''se il padre di Erica risulterà innocente avrà tutta la vita per potersi spiegare con la figlia. Tatiana ed Elena, invece, non potranno mai più spiegarle quello che è realmente successo sabato 30 maggio. Per questo - conclude - credo che la bambina abbia tutto il diritto di vivere in un ambiente nel quale non sia costretta a subire nessun tipo di condizionamento."
E' in sciopero della fame da ieri mattina Paolo Esposito, l'elettricista rinchiuso nel carcere di Viterbo con l'accusa di duplice omicidio volontario e aggravato della sua compagna Tatiana Ceoban e della figlia Elena, nata da un precedente matrimonio, scomparse nel nulla a Gradoli il 30 maggio scorso. Esposito ha deciso di alimentarsi solo con acqua e zucchero per protestare contro la decisione dei magistrati di vietargli d'incontrare la figlia Erica di 5 anni, avuta con Tatiana. Il divieto è stato motivato con il fatto che la bambina, possibile testimone, potrebbe essere influenzata dal colloquio con il padre. Nei giorni scorsi, il tribunale per i minorenni di Roma, su richiesta del pm Renzo Petroselli, titolare dell'inchiesta sulla scomparsa delle donne, ha revocato in via provvisoria la patria potestà ad Esposito ed ha nominato tutore della bambina il sindaco di Gradoli, il quale dovrà stabilire se Erica possa rimanere con i nonni paterni o debba essere rinchiusa in un istituto. Esposito è detenuto dal primo luglio scorso. Il tribunale del Riesame di Roma ha respinto il suo ricorso contro la carcerazione. Nei prossimi giorni i suoi difensori presenteranno un nuovo ricorso alla Corte di Cassazione.
E' stata affidata al Ris di Roma la perizia sul computer sequestrato il 28 luglio scorso ad Ala Ceoban, sorella di Tatiana, la donna moldava scomparsa nel nulla il 30 maggio scorso a Gradoli, in provincia di Viterbo, insieme con la figlia Elena di 13 anni. L'accertamento consisterà nella clonazione dell'hard disk, nei controlli della posta, del programma Skype e sulla telefonia internet. Ala Ceoban, pur non avendo ricevuto alcun avviso di garanzia e senza essere iscritta sul registro degli indagati, è stata indicata dal Pm Renzo Petroselli, titolare dell'inchiesta, come possibile complice di Paolo Esposito, compagno di Tatiana, arrestato il primo luglio scorso per duplice omicidio aggravato e volontario. Esposito e Ala, come hanno ammesso loro stessi, hanno avuto una relazione circa 4 anni fa. Ma secondo il Pm i due sarebbero ancora amanti. ''Crediamo di sapere cosa cercano - ha detto l'avvocato Pierfrancesco Bruno, difensore di Ala - ma è difficile che da questo tipo di ricerche possa emergere qualcosa. Il computer di Ala e' rimasto spento da mesi e la breve relazione con il compagno della sorella è finita da molto tempo. Noi - ha aggiunto - non abbiamo nominato un perito di parte, proprio perché siamo sicuri che il pc non contiene segreti''.
Due amanti diabolici che, per eliminare ogni ostacolo alla loro relazione, avrebbero ordito e attuato un piano per uccidere Tatiana Ceoban di 36 anni, compagna di lui e sorella di lei, e la figlia Elena di 13 anni, scomparse misteriosamente da Gradoli, in provincia di Viterbo, il 30 maggio scorso. E' il profilo di Paolo Esposito, elettricista di 44, e di Ala Ceoban tracciato dagli inquirenti. L'uomo era stato arrestato il primo luglio scorso per duplice omicidio volontario e aggravato e occultamento di cadaveri. La donna è stata arrestata oggi per concorso negli stessi reati. Ad imprimere l'accelerazione alle indagini, secondo quanto si è appreso negli ambienti investigativi, sarebbero stati i risultati degli accertamenti eseguiti sul pc sequestrato ad Ala nei giorni scorsi, che avrebbero fornito le prove che i due, al contrario di quanto dichiarato nei molti interrogatori cui sono sati sottoposti, continuavano a frequentarsi e che, molto probabilmente, erano insieme nei giorni della scomparsa di Tatiana ed Elena. Il 2 giugno scorso, Esposito denuncia ai carabinieri di Gradoli che tre giorni prima era scomparsa da casa la sua compagna e la figlia Elena, nata da un precedente matrimonio da lei avuto in Moldavia, suo paese d'origine. Lo stesso giorno, anche la madre di Tatiana, Elena, residente a Bologna, presenta una denuncia ai carabinieri. Partono le indagini, ma delle due donne non si trova alcuna traccia, né in Italia né in Moldavia. Alcuni giorni dopo i sospetti degli inquirenti si concentrano su Esposito. Dalle indagini emerge che la sua convivenza con Tatiana, nonostante avessero avuto una figlia, Erica, oggi di 6 anni, era irreparabilmente compromessa e che lui aveva una torbida storia con la sorella della compagna, Ala, di alcuni anni più giovane. I due si erano anche ripresi durante un rapporto sessuale, come testimonia un dvd in possesso degli inquirenti. Ma nonostante gli scavi, le ricerche nel vicino lago di Bolsena e le battute con i cani, i corpi delle donne restano introvabili. Circa una settimana più tardi, nella cucina dell'abitazione di Gradoli vengono trovate tre tracce di sangue, dalle quali viene estratto un Dna appartenente a Tatiana. Il primo luglio, il Pm Renzo Petroselli dispone il fermo di Esposito per duplice omicidio volontario e aggravato e occultamento di cadavere. Il Gip convalida l'arresto e il tribunale del riesame respinge il ricorso dei difensori dell'uomo. Subito dopo, il tribunale dei minori di Roma revoca la patria potestà ad Esposito sulla figlia Erica e nomina tutore il sindaco di Gradoli Luigi Buzi. L'uomo, in isolamento nel carcere di Viterbo, inizia uno sciopero della fame e, finora, ha perso 12 kg. Oggi un nuovo colpo di scena. Nel pomeriggio, i carabinieri prelevano Ala nella sua abitazione e la conducono nella sede del comando provinciale, dove le notificano un provvedimento restrittivo per concorso in duplice omicidio e occultamento di cadavere. Secondo gli inquirenti, è lei la complice che ha aiutato Esposito ad uccidere Tatiana ed Elena e a occultare i loro cadaveri. Ma i corpi non sono mai trovati.
E' stato notificato questa mattina dal gip Rita Cialoni il decreto d'urgenza per la fissazione dell'incidente probatorio sulle tracce di sangue trovate nella villetta di Gradoli, in provincia di Viterbo, dove abitavano Tatiana Ceoban e la figlia Elena, scomparse nel nulla il 30 maggio scorso. Il decreto prevede che siano nominati tre periti, uno indicato dallo stesso Gip, uno dal Pm Renzo Petroselli e il terzo dai difensori dei due indagati: Paolo Esposito, compagno di Tatiana, e Ala Ceoban, sorella della donna scomparsa e amante di Esposito, entrambi in carcere per concorso in duplice omicidio volontario aggravato e occultamento di cadaveri. ''L'incidente probatorio - dice l'avvocato Enrico Valentini, che insieme al collega Mario Rosati difende Esposito – sarà svolto tra il 26 agosto e il 3 settembre. Scopo dell'esame e di accertare se le macchie rilevate dal Ris nella cucina della casa di Gradoli siano effettivamente di sangue e se il dna estratto sia realmente compatibile con quello di Tatiana''.
E’ stata tolta ai nonni paterni Erika, la bambina di 6 anni nata dalla relazione tra Paolo Esposito e Tatiana Ceoban, la donna moldava scomparsa da Gradoli, in provincia di Viterbo, il 30 maggio scorso insieme alla figlia Elena, di 13 anni, nata da un precedente matrimonio. Questa mattina gli assistenti sociali, accompagnati dai carabinieri in borghese, hanno prelevato la bambina da casa di Maria ed Enrico Esposito e l'hanno portata con loro. Ai nonni non è stato detto se sarà affidata ad una struttura protetta o alla madre di Tatiana, Elena Nefitor, che vive a Bologna. Il tribunale dei minori di Roma, su richiesta del pm Renzo Petroselli, titolare dell'inchiesta sulla scomparsa di Tatiana e della figlia Elena, aveva revocato la patria podestà a Paolo Esposito, arrestato il primo luglio scorso con l'accusa di duplice omicidio volontario aggravato e occultamento di cadaveri. Tutore della bambina era stato nominato il sindaco di Gradoli, Luigi Buzzi, al quale era stato demandato il compito di valutare se Erika potesse restare con i nonni o essere affidata a una struttura protetta. Dopo aver letto la relazione delle assistenti sociali sui colloqui avuti con la bambina, è arrivata la decisione di togliere Erika ai nonni. Dal giorno della decisione del tribunale dei minori, il padre ha iniziato uno sciopero della fame in carcere e ha perso oltre 25 kg di peso.
Dopo cinque giorni, ha interrotto lo sciopero della sete, ma continua quello della fame, Paolo Esposito, 44 anni, l'elettricista di Gradoli, in provincia di Viterbo, detenuto a Mammagialla dal primo luglio con l'accusa di duplice omicidio volontario aggravato. E' accusato di aver ucciso la sua compagna Tatiana Ceoban, moldava, 36 anni, e la figlia di lei Elena, di 13 anni, nata da un precedente matrimonio. In carcere, a Civitavecchia, per concorso negli stessi reati, si trova anche Ala Ceoban, 26 anni, sorella di Tatiana e amante di Paolo. Esposito, che era in sciopero della fame da circa un mese, cioè da quando il Tribunale dei Minori di Roma gli aveva revocato la patria potestà sulla figlia Erika, 6 anni, nata dalla sua relazione con Tatiana, aveva iniziato anche lo sciopero della sete quando ha saputo che la bambina era stata tolta ai nonni paterni per essere assegnata ad una casa famiglia. Finora ha perso circa 27 chili. A convincerlo a riprendere a bere è stato il suo difensore, Enrico Valentini. ''Paolo - ha detto il legale – è profondamente segnato per la perdita della figlioletta che non vede da oltre un mese e mezzo e che teme di non vedere più. Per convincerlo ha sospendere lo sciopero della sete - ha aggiunto - gli ha detto che c'è bisogno di lottare per Erika e per questo deve avere le forze per andare avanti''.
Dopo la revoca della patria potestà sulla figlia di 6 anni, che è stata assegnata ad una casa famiglia, a Paolo Esposito, in carcere da 2 mesi con l'accusa di aver ucciso la convivente Tatiana Ceoban e la figlia da lei avuta in un precedente matrimonio, Elena, è stata negata anche la possibilità di avere colloqui con i genitori. La motivazione, secondo quanto reso noto dai suoi difensori, gli avvocati Mario Rosati ed Enrico Valentini, parlerebbe genericamente di esigenze istruttorie. ''E' un provvedimento difficile da comprendere - dicono i legali - dopo due mesi di detenzione. Paolo - aggiungono - è già profondamente prostrato e questa nuova iniziativa dei magistrati potrebbe fiaccare completamente la sua tenuta psichica''. Per concorso negli stessi reati, è stata arrestata anche Ala Ceoban, sorella di Tatiana, che aveva una relazione clandestina con Esposito. Ma, a quasi tre mesi dalla scomparsa, i corpi delle due donne non sono stati ancora trovati. Così come non è stata mai trovata l'arma del delitto.
Si svolgerà il 2 settembre l'incidente probatorio sulle tre piccole tracce di sangue trovate dai carabinieri del Ris nella cucina della villetta di Gradoli, in provincia di Viterbo, dove abitavano Tatiana Ceoban, la donna moldava di 36 anni scomparsa nel nulla il 30 maggio scorso insieme con la figlia Elena, di 13 anni. L'incidente probatorio è stato chiesto dal pm Renzo Petroselli, titolare dell'inchiesta, e dai difensori di Paolo Esposito, l'elettricista di 44 anni, compagno di Tatiana, arrestato il primo luglio con l'accusa di duplice omicidio volontario e aggravato e di occultamento di cadaveri. Per concorso negli stessi reati è stata arrestata anche Ala Ceoban, 26 anni, sorella di Tatiana e zia di Elena, che aveva una relazione clandestina con Esposito. Secondo l'accusa, i due avrebbero ucciso e fatto sparire i corpi delle due donne per non avere più ostacoli alla loro relazione. Saranno nominati tre periti, uno indicato dal pm, uno dal gip e il terzo dai difensori di Esposito. Scopo dell'accertamento: acquisire definitivamente la prova che le tracce siano effettivamente di sangue e che appartenga senza dubbi a Tatiana. Le macchie furono trovate sul muro, su un battiscopa e sul pomello della porta della cucina. I carabinieri del Ris hanno stabilito che il Dna estratto dalle tracce ematiche apparterebbe a Tatiana.
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Paolo Esposito e Ala Ceoban, rispettivamente compagno e sorella di Tatiana Ceoban, la donna moldava di 36 anni scomparsa da Gradoli il 30 maggio scorso insieme con la figlia Elena, di 13, nata da un precedente matrimonio. I due sono accusati di concorso in duplice omicidio volontario e aggravato e occultamento di cadaveri. Oggi i due sono stati portati negli uffici giudiziari di Viterbo per essere messi a confronto in merito ad alcune discordanze sulle loro dichiarazioni rese al Pm Renzo Petroselli subito dopo l'arresto. In particolare, avevano dichiarato che la loro relazione clandestina era finita da tempo e che da allora non si erano più visti. Dall'esame dei loro computer e del traffico telefonico gli investigatori hanno invece scoperto che erano insieme a Gradoli il giorno in cui sono scomparse Tatiana e la figlia. Il 2 settembre si svolgerà l'incidente probatorio sulle tre piccole tracce di sangue rilevate nell'abitazione dove vivevano la donna e la figlia che, secondo i Ris apparterebbero tutte a Tatiana. Saranno nominati tre periti, uno indicato dal Pm, uno dal Gip e il terzo dai difensori degli indagati. Dovranno accertare se le tracce siano effettivamente di materiale ematico e, in caso affermativo, a chi appartengano.
Con la nomina dei periti è iniziato l'incidente probatorio sulle tre piccole macchie di sangue individuate dai carabinieri del Ris nella villetta di Gradoli, in provincia di Viterbo, in cui vivevano Tatiana Ceoban, 36 anni, moldava, scomparsa il 30 maggio scorso insieme con la figlia Elena di 13 anni. Erano presenti, oltre al gip Mariarita Cialoni e al Pm Renzo Petroselli, i due indagati, Paolo Esposito e Ala Ceoban, rispettivamente compagno e sorella di Tatiana, entrambi arrestati con l'accusa di duplice omicidio volontario e aggravato. I due, come hanno accertato gli investigatori, erano amanti. In aula c'era anche la madre di Tatiana e di Ala, Elena Nekifor. Consulente tecnico d'ufficio è stata nominata Elena Pilli, antropologa molecolare all'Università di Firenze. Dovrà accertare a chi appartenga il sangue rinvenuto, estraendo dai reperti il dna e comparandoli con le tracce organiche prelevate sugli slip delle donne scomparse. I difensori di Esposito, Mario Rosati ed Enrico Valentini, hanno nominato un proprio consulente, Giorgio Portera. Ala ha invece chiesto il patrocinio gratuito. Se la sua domanda sarà accolta, lo Stato pagherà per lei le spese legali. A quel punto, i suoi avvocati nomineranno un loro consulente di parte. Gli accertamenti inizieranno l'11 settembre. La perizia sarà depositata entro 45 giorni.
Il giorno prima della sparizione di Tatiana Ceoban e di sua figlia, la sorella Ala e Paolo Esposito si sono scambiati 160 tra telefonate ed sms, due soli il giorno della scomparsa, il 30 maggio. A rivelare l'aggravamento della posizione dei due imputati il capitano dei carabinieri Marco Ciervo, in collegamento da Gradoli (Viterbo) durante la trasmissione del 7 settembre. Paolo Esposito e Ala Ceoban, hanno sempre detto che la loro relazione era finita da tempo. L’assunto accusatorio della Procura di Viterbo è che i due attualmente in carcere con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere, abbiano progettato insieme di far scomparire madre e figlia. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Elena, la figlia tredicenne di Tatiana, sarebbe tornata a casa verso le 14, mentre la madre verso le 18. A casa avrebbero trovato Paolo e, presumibilmente, anche Ala. Non si sa a che ora Ala sia arrivata a Gradoli, ma sicuramente alle 19.35 era lì, come risulta dai tabulati telefonici.
I corpi però non si trovano e potrebbero essere stati nascosti. Per aiutare le indagini, il capitano Marco Ciervo ha lanciato un appello a chiunque abbia visto una Skoda blu o una Ford Focus grigia nei pressi di Gradoli il 30 maggio scorso.
I nonni non dicono la verità a Erica sulla sorte delle madre Tatiana e della sorellastra Elena, scomparse da Gradoli, in provincia di Viterbo, il 30 maggio scorso. Queste, in sintesi, le motivazioni addotte dalle assistenti sociali per chiedere al sindaco di Gradoli, Luigi Buzi, di allontanare la bambina di 6 anni, nata dalla relazione tra Tatiana Ceoban e Paolo Esposito, dai nonni paterni e di assegnarla ad una casa famiglia. Il sindaco era stato nominato tutore di Erica dal Tribunale dei Minori di Roma, su richiesta del Pm Renzo Petroselli perché ''i nonni paterni, di fatto, si trovano in palese conflitto d'interessi con la minore, persona offesa nel procedimento che vede indagato il padre''. Esposito è detenuto dal primo luglio con l'accusa di concorso in duplice omicidio volontario aggravato e occultamento di cadaveri. Per gli stessi reati è stata arrestata Ala Ceoban, sorella di Tatiana, che aveva una relazione clandestina con Esposito. La motivazione delle assistenti sociali è stata contestata dai difensori di Esposito, gli avvocati Mario Rosati ed Enrico Valentini. ''E' normale - dicono - evitare di dire ad una bambina cosa sia successo alla madre, anche perche' ad oggi nessuno sa se sia scappata o se sia stata assassinata. Chiederemo alle psicologhe spiegazioni più dettagliate sulle loro conclusioni''.
Nuovo faccia a faccia tra Paolo Esposito, in carcere con l’imputazione di duplice omicidio (quello di Tatiana Ceoban e della figlia Elena) e occultamento di cadavere in concorso con Ala, sorella di Tatiana e sua amante, con Renzo Petroselli, il magistrato che coordina l’inchiesta sulla scomparsa delle due donne. Esposito si è avvalso della facoltà di non rispondere. All’uomo il pm ha contestato anche l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico, in quanto in un computer a lui in uso (ma che si trovava nella locale sede di An) sarebbero stati rinvenuti alcuni film scaricati da internet.
Per quanto riguarda invece le indagini sull’omicidio, non ci sono novità di rilievo: non si trovano i cadaveri delle due donne, sembra essere caduto nel vuoto l’appello formulato due settimane or sono dal Capitano dei carabinieri Marco Ciervo durante la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”. Intanto a Firenze proseguono gli accertamenti sulle macchie di sangue rinvenute nella villa.
''Non ricorre l'ipotesi di incidente probatorio. Quindi non si ravvisano i presupposti di legge per procedere''. Con questa motivazione, il Gip di Viterbo Rita Cialoni ha respinto la richiesta di far testimoniare Erica Esposito, 6 anni, la figlia minore di Elena Ceoban, la donna moldava di 36 anni scomparsa lo scorso maggio da Gradoli, insieme con la figlia maggiore Elena, di 14 anni, nata da un precedente matrimonio in Moldavia. La richiesta d'incidente probatorio era stata presentata dai difensori di Paolo Esposito, compagno della donna e padre di Erica, arrestato a luglio con l'accusa di duplice omicidio volontario e aggravato e occultamento di cadaveri. Con la stessa accusa è stata arrestata anche Ala Ceoban, sorella di Tatiana. La giovane aveva una relazione clandestina con il compagno della sorella e, il 30 maggio scorso, giorno della scomparsa delle due donne, come hanno accertato gli investigatori, era insieme a Esposito a Gradoli. La piccola Erica, nata dalla relazione tra Tatiana ed Esposito, dal momento della scomparsa della madre, viveva con i nonni paterni, ma il Tribunale per i Minori di Roma ha provvisoriamente affidato la bimba ai servizi sociali del Comune di Gradoli.
Paolo Esposito e Ala Ceoban sono comparsi davanti al Gip Rita Cialoni e al pm Renzo Petroselli. Entrambi sono accusati dell’omicidio di Tatiana ed Elena Ceoban, madre e figlia scomparse da Gradoli il 30 maggio scorso. All’udienza erano presenti, oltre ai legali degli accusati, anche la madre di Tatiana, Elena Ceoban, e il suo avvocato, Luigi Sini. Elena Pilli, antropologa molecolare, avrebbe dovuto depositare i risultati delle perizie sulle macchie di sangue trovate nella casa di Gradoli dove Esposito viveva insieme alla compagna Tatiana Ceoban e alle due figlie, Elena ed Erika. La dottoressa ha chiesto però un mese di proroga per ultimare le analisi e l’udienza è stata aggiornata all’11 dicembre.
Solo una parte delle macchie rinvenute nella villetta alla periferia di Gradoli, in provincia di Viterbo, dove abitavano Tatiana Ceoban di 36 anni e la figlia Elena di 13, scomparse nel nulla il 30 maggio scorso, sono di sangue. Le altre sono invece di varia natura. Le macchie di sangue, inoltre, sono concentrate in cucina e appartengono tutte a Tatiana. Una piccolissima macchia, rinvenuta sull'imbottitura di una sedia nella camera da letto della ragazza, è sangue di Elena. Ma potrebbe essere di natura mestruale. Sono le conclusioni della perizia eseguita dalla professoressa Elena Pilli, dell'istituto di biologia molecolare dell'Università di Firenze incaricato dal Gip di accertare la natura dei reperti individuati dai Ros nell'abitazione delle due donne. Dati che vengono letti in modo differente dalle due parti. Secondo l'avvocato Mario Rosati, difensore di Paolo Esposito, ''la perizia sulle tracce di sangue trovate nella villetta dimostra che non c'è stato alcun delitto efferato, nessuna strage. Non ci sono né segni di trascinamento dei corpi né schizzi sull'intonaco. E non c’è nessuna traccia ematica riconducibile a Elena. Le otto piccole macchie di sangue, infatti, sono tutte di Tatiana. Lo scenario cambia completamente". Secondo la tesi dell'accusa, invece, l'assenza di sangue della ragazza avrebbe una spiegazione: la 13enne sarebbe stata strangolata o soffocata subito prima o subito dopo il delitto della madre e il suo corpo potrebbe essere stato portato via avvolto nella tenda della cucina che non è stata più trovata. La madre, invece sarebbe stata assassinata in cucina da Esposito e da Ala Ceoban, sorella di Tatiana e amante dell' imputato. I due corpi sarebbero stati poi occultati in un luogo ancora introvabile. I due indagati sono accusati di duplice omicidio volontario e occultamento di cadavere.
La perizia è stata depositata: l’11 dicembre si svolgerà l'incidente probatorio sui risultati.
La professoressa Elena Pilli, il perito incaricato dal Gip di accertare la natura dei reperti individuati dai Ros nell' abitazione in cui vivevano Tatiana Ceoban e la figlia Elena, ha detto, durante l'incidente probatorio, che delle 27 macchie repertate, 16 sono di sangue e il Dna estratto è compatibile con quello di Tatiana. Tutte le tracce di sangue sono dislocate in cucina , mentre ''le macchie individuate nel corridoio e nel bagno della villetta di Gradoli, in provincia di Viterbo, non sono di sangue''.
Notificati gli avvisi di conclusione delle indagini agli indagati per la misteriosa scomparsa di Tatiana Ceoban, di 36 anni e della figlia Elena, di 13, le due donne moldave residenti a Gradoli, in provincia di Viterbo, scomparse il 30 maggio scorso. Secondo la procura della Repubblica di Viterbo madre e figlia sarebbero state uccise e i loro corpi fatti sparire dal compagno di Tatiana Paolo Esposito e dalla sorella della donna, Ala Ceoban. I due, accusati di duplice omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, sono in carcere da mesi. I difensori degli indagati potranno leggere tutti gli atti, presentare richieste per l'esame di altri eventuali testimoni e l'acquisizione di nuovi elementi di prova. Ma potrebbero anche decidere di andare direttamente davanti al giudice dell'udienza preliminare e chiedere a quest'ultimo di eseguire altri accertamenti. L'ultimo atto allegato al fascicolo sono gli esiti della perizia sulla tracce di sangue trovate dai Ris nella cucina della villetta di Gradoli in cui vivevano Esposito e le due donne. Secondo i difensori la perizia che riduce drasticamente il numero delle macchie ematiche e la loro estensione, segnerebbe un punto a favore dei loro assistiti e smentirebbe che proprio la cucina sarebbe stato il luogo del presunto massacro. La loro tesi è che madre e figlia si siano allontanate volontariamente.
Paolo Esposito e Ala Ceoban sono accusati di duplice omicidio volontario aggravato e occultamento di cadaveri. Questi i capi d’imputazione contro di loro per la scomparsa di Tatiana Ceoban e della figlia tredicenne Elena. L’avviso di fine indagini, inoltre, mette in evidenza il ruolo centrale di Ala Ceoban, sorella di Tatiana, che avrebbe agito “ istigando, fomentando, preordinando l’azione e promettendo all’Esposito aiuto e collaborazione prima del verificarsi dell’evento – aiuto poi effettivamente prestato per cancellare le tracce del delitto ed occultare i cadaveri delle vittime” al fine di sostituirsi a “Ceoban Tatiana nel rapporto di convivenza con Esposito.”
E' stata fissata per il 15 marzo prossimo l'udienza preliminare per Paolo Esposito, 44 anni, e Ala Ceoban, 26, accusati di concorso nel duplice omicidio volontario aggravato di Tatiana Ceoban, 36 anni, moldava, compagna del primo e sorella della seconda, e della figlia Elena di 13 anni.
Riprende lo sciopero della fame e della seta perché da oltre sette mesi non gli fanno vedere la figlia Erika di 7 anni. E' la decisione presa da Paolo Esposito, 45 anni, l'elettricista di Gradoli, in provincia di Viterbo, arrestato nel luglio scorso con l'accusa di aver ucciso la sua compagna Tatiana Ceoban e la figlia Elena di 14 anni. In carcere, con la stesa accusa, si trova anche Ala Ceoban, sorella di Tatiana e amante di Esposito. Lo hanno reso noto i suoi difensori. "La situazione è diventata insostenibile - dicono gli avvocati - nessuno gli può togliere il diritto di vedere la figlia. Per farci ascoltare siamo pronti anche a rivolgerci alla televisione''. Erika è nata dalla relazione tra Esposito e Tatiana. Elena, la ragazza scomparsa insieme con la madre, invece, era nata da un precedente matrimonio della donna in Moldavia. Esposito, subito dopo che il tribunale dei minori di Roma aveva affidato la bambina ad una casa famiglia, togliendola ai nonni paterni con i quali viveva, aveva fatto un'altro sciopero della fame, perdendo circa 35 chili.
Si è conclusa con le costituzioni di parte civile della madre di Tatiana Ceoban, Elena Mekitor, e della nipote di 6 anni Erika, rappresentata dal sindaco di Gradoli Luigi Buzi, nominato tutore dal tribunale dei minori, la prima udienza preliminare a carico di Paolo Esposito e Ala Ceoban. Entrambi sono accusati di concorso in duplice omicidio e occultamento di cadaveri in relazione alla scomparsa di Tatiana Ceoban e della figlia maggiore Elena. In precedenza il Gup aveva rigettato le eccezioni sollevate dalla difesa di Esposito e di Ala: la prima riguardava la totale trascrizione delle intercettazioni telefoniche; la seconda la nullità delle dichiarazioni rilasciate ai carabinieri dalla stessa Ala perchè, secondo i legali, sarebbe stata interrogata come persona informata sui fatti mentre era già indagata; la terza relativa alla richiesta di riascoltare la parrucchiera di Gradoli che aveva riferito ai carabinieri di aver incrociato Tatiana, sua cliente, a bordo di un'auto due giorni dopo la scomparsa. La donna, risentita dai carabinieri sei mesi dopo, ha detto di non essere più sicura che quella vista fosse proprio Tatiana. Il Gup ha invece accolto la richiesta di nullità delle dichiarazioni rese dai genitori di Esposito, in quanto sono stati ascoltati senza che fossero informati che potevano astenersi dal rispondere in quanto congiunti dell'indagato. L'udienza è stata aggiornata al 22 marzo.
Viterbo, 4/06/2010 – Erika Esposito, 6 anni, può costituirsi parte civile contro il padre Paolo e la zia Ala Ceoban, accusati di aver ucciso la madre della bimba Tatiana Ceoban, 36 anni, moldava, e la figlia maggiore Elena, di 13 anni, nata da un precedente matrimonio della donna con un connazionale. Questa la decisione presa oggi dalla Corte d'Assise di Viterbo dove è iniziato il processo per il presunto duplice omicidio e l'occultamento dei cadaveri delle due donne scomparse nel nulla il 30 maggio
Seconda udienza nel processo per il presunto omicidio di Tatiana Ceoban e della figlia Elena che vede imputati di duplice omicidio aggravato ed occultamento di cadavere Paolo Esposito ed Ala Ceoban.
Sono stati ascoltati il Luogotenente Marigliano, della stazione dei Carabinieri di Gradoli, che ha svolto le prime indagini, ricevendo la querela di Paolo Esposito contro la convivente per abbandono di minore. Il carabiniere, tra l'altro, ha confermato che l’uomo si era rivolto a loro solo dopo due giorni dalla scomparsa e solo dopo essere stato sollecitato da un dipendente della banca dove lavorava la donna. E' stato poi sentito il Brigadiere Venanzoni, dei carabinieri di Viterbo, che ha invece riferito sui primi accertamenti tecnici compiuti nell'abitazione e sul rinvenimento delle prime tracce di sangue. In particolare, durante la deposizione di questi la difesa degli imputati ha cercato di dimostrare che le indagini non erano state accurate in quanto dai brogliacci dei viaggi che settimanalmente partono da Viterbo per
Si è tenuta l’ultima udienza, prima della pausa estiva, del processo in Corte D’Assise che vede come imputati Paolo Esposito e Ala Ceoban per omicidio e occultamento di cadaveri di Tatiana Ceoban e della figlia Elena. Al termine dell’udienza i difensori degli imputati hanno chiesto la revoca o , in subordine, la sostituzione della custodia cautelare in carcere.
Il tribunale di minori affida in via provvisoria la figlia Erika di 6 anni e mezzo ad una famiglia di Bologna e Paolo Esposito, 45 anni, detenuto da oltre un anno nel carcere di Viterbo per duplice omicidio volontario e occultamento di cadaveri, ha iniziato uno sciopero della fame per protesta.
Un avviso di garanzia in cui viene ipotizzato il reato di 'subornazione di testimone' è stato notificato durante l'udienza davanti alla Corte d'Assise di Viterbo ai genitori di Paolo Esposito, l'elettricista di 45 anni accusato di aver ucciso e fatto sparire i corpi della sua convivente Tatiana Ceoban, 36 anni, moldava, e la figlia Elena di 13 anni. Insieme a lui è imputata degli stessi delitti Ala Ceoban, sorella di Tatiana, la quale aveva una relazione clandestina con Esposito. Gli anziani coniugi, secondo l'accusa, avrebbero tentato di corrompere un testimone al fine di fargli deporre il falso durante il dibattimento. La madre di Esposito, cardiopatica, è stata colta da malore e accompagnata al pronto soccorso dell' ospedale cittadino. La difesa ha chiesto e' ottenuto la sospensione dell'udienza. Le due donne sono scomparse da Gradoli, in provincia di Viterbo, il 30 maggio 2009. Da allora, i loro corpi non sono stati mai trovati. Secondo l'accusa sarebbero state uccise e i loro cadaveri occultati. Secondo la difesa, invece, si sarebbero allontanate volontariamente e si sarebbero recate all'estero, probabilmente in Moldavia. Il duplice delitto, stando all'imputazione, sarebbe stato commesso da Esposito e dalla sua amante per non avere più intralci alla loro storia e per impedire a Tatiana venisse assegnata la figlia Erika di 6 anni, nata dalla relazione con l'elettricista.
Tre persone sono state iscritte sul registro degli indagati per favoreggiamento personale nell'ambito di un nuovo filone d'inchiesta sulla scomparsa di Tatiana Ceoban, 36 anni, moldava, e della figlia Elena di 13, svanite nel nulla a Gradoli, in provincia di Viterbo, il 30 maggio 2009. Si tratta di Augusto Pesci, Maurizio Prono e Alberto Colangeli, soci della cooperativa 'Il leone e la vite' di Gradoli, per i quali lavorò come elettricista Paolo Esposito, compagno di Tatiana, imputato di duplice omicidio aggravato e occultamento di cadavere insieme con la sua amante, Ala Ceoban, sorella di Tatiana e dunque zia della bambina. Esposito lavorò per la cooperativa proprio nel periodo in cui madre e figlia scomparvero. I tre, durante le indagini, avevano dichiarato che Esposito e la presunta complice non avevano mai utilizzato il pick-up di proprietà della cooperativa, in particolare il 30 maggio e i giorni immediatamente successivi. Secondo il Pm, invece, i due avrebbero impiegato proprio quel pick-up per trasportare e occultare i cadaveri di Tatiana ed Elena in un luogo mai scoperto dagli investigatori. Un luogo che, si sospetta possa essere sul monte Amiata, tra le province di Siena e Grosseto. Il mezzo è stato sequestrato e messo a disposizione del Ris di Roma. Oggi, la Corte d'Assise di Viterbo, ha incaricato Elena Pilli del Dipartimento di biologia molecolare dell'Università di Firenze, di accertare se sull'automezzo siano riscontrabili tracce biologiche o impronte digitali appartenenti alle vittime o agli imputati. La difesa, invece, affiderà analoghi incarichi agli stessi consulenti interpellati in occasione dell'incidente probatorio: Giorgio Portera, ex ufficiale del Ris di Parma e Luciano Garofano, ex comandante dello stesso Ris.
Il pubblico ministero Renzo Petroselli ha chiesto la condanna all'ergastolo e l'isolamento diurno per i primi tre anni di pena per Paolo Esposito e Ala Ceoban, imputati nel processo per il duplice omicidio di Tatiana Ceoban e della figlia Elena. La richiesta di condanna è stata avanzata ai giudici della Corte d'assise di Viterbo dinanzi ai quali è in corso il processo per il duplice omicidio. I due imputati sono accusati di duplice omicidio volontario e di occultamento di cadaveri. Nel corso della sua requisitoria, il pubblico ministero ha sostenuto che i due imputati avrebbero ucciso madre e figlia per non avere più ostacoli alla loro storia clandestina. Tra i moventi anche l'affidamento della figlia Erika, di 7 anni, nata dalla relazione tra Tatiana ed Esposito. Il 16 aprile inizieranno le arringhe difensive al termine delle quali i giudici si ritireranno in camera di consiglio per la sentenza.
Ergastolo: questa la condanna inflitta dalla Corte d'Assise di Viterbo a Paolo Esposito e Ala Ceoban accusati di aver ucciso e occultato i cadaveri di Tatiana Ceoban e della figlia Elena di 13. Esposito era convivente di Tatiana, dalla quale ha avuto una figlia, Erika, di 7 anni (Elena era nata da un precedente matrimonio della donna in Moldavia), mentre Ala era la sorella, quindi zia della ragazza. I due erano amanti da anni.
Nella serata di ieri è stata confermata dalla Corte d'Assise d'Appello di Roma, la condanna all'ergastolo inflitta dai giudici di primo grado a Paolo Esposito, 43 anni, accusato di aver ucciso e fatto sparire i corpi della sua convivente moldava Tatiana Ceoban, 36 anni, e della figlia tredicenne della donna, Elena. E' stato invece revocato il carcere a vita ad Ala Ceoban, sorella di Tatiana e zia di Elena, che aveva una relazione clandestina con Esposito. Secondo i giudici di primo grado, Ala Ceoban era stata parte attiva nel duplice omicidio, architettato dai due amanti per non avere più intralci alla loro relazione e per entrare in possesso della villetta alla periferia di Gradoli, in cui abitava Tatiana. Un altro movente fondamentale, secondo l'accusa, era l'affidamento della figlia, oggi di otto anni, nata durante la convivenza tra la donna ed Esposito. Ad avviso dei giudici d'appello Ala Ceoban non avrebbe partecipato attivamente al duplice omicidio, ma si sarebbe limitata a favorire il suo amante nell'organizzarlo e nel successivo occultamento dei cadaveri. Da qui la condanna a otto anni di carcere per favoreggiamento aggravato. Subito dopo la lettura sentenza, i difensori di Esposito hanno annunciato ricorso in Cassazione. Il procuratore generale, che aveva chiesto la conferma dell'ergastolo anche per la donna, deciderà l'eventuale impugnazione dopo l'esame delle motivazioni della sentenza.