Data pubblicazione:05/05/2014
Un uomo che faceva un giro in bicicletta ha trovato il cadavere di una donna in via del Cimitero di Ugnano, una strada secondaria vicino all'Arno, sotto al cavalcavia dell’autostrada A1. Era a braccia aperte, con i polsi legati con nastro adesivo da pacchi alla sbarra che impedisce il passaggio alle auto dove finisce l'asfalto, come crocifissa. Il corpo era nudo, con solo le scarpe ai piedi. La vittima è stata identificata come una donna romena di 26 anni, Andrea Cristina Zamfir, grazie al cellulare e ai documenti trovati nella sua borsa, abbandonata insieme agli abiti che indossava, sul ciglio di una strada nella zona di Mantignano, a circa un chilometro dal luogo del ritrovamento del cadavere. L'identità sarebbe stata confermata dalle impronte digitali. Gli investigatori ritengono che ci siano forti analogie con un'aggressione avvenuta circa un anno fa, quando una prostituta fu trovata, viva, legata nello stesso luogo. In quell'occasione la vittima fornì ai carabinieri la descrizione dell'aggressore: un uomo di età compresa tra i 50 e i 60 anni, corporatura tarchiata, italiano, con pochi capelli, che si muove a bordo di un'utilitaria di colore chiaro.
Un idraulico fiorentino di 55 anni, Riccardo Viti, è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario aggravato dall'atto sessuale, sequestro di persona e violenza sessuale per la morte di Andreea Cristina Zamfir. Il suo profilo genetico coincide con il Dna trovato sul luogo del delitto. Al momento dell'arresto l'uomo aveva con sé il giubbotto indossato quella sera, il nastro adesivo bianco e verde con la sigla dell'Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, dove lavora la moglie, uguale a quello usato per legare la vittima. In un garage nella disponibilità di Viti c’era parte del bastone usato per la violenza insieme ad altri bastoni e fascette da elettricista che l’idraulico ha detto di aver usato per legare altre vittime. Sequestrato il suo Fiat Doblò grigio, che era parcheggiato nei pressi dell'abitazione. Riccardo Viti era stato fermato e identificato da una pattuglia del 113, fra il 30 aprile e il 1 maggio 2012, durante una lite con una prostituta in piazza Gaddi a Firenze. Motivo della lite la modalità di gioco erotico che l’uomo voleva praticare e che la donna rifiutava. Uno degli agenti della volante intervenuta si è ricordato di questo episodio e ha informato i dirigenti della squadra mobile dove presta servizio adesso. Gli investigatori hanno ricostruito il tragitto fatto da Viti con il Doblò, grazie alle registrazioni delle telecamere di sicurezza, dal momento in cui ha preso a bordo la donna, nella zona del parco delle Cascine, fino all'arrivo nei pressi della strada tra i campi di Ugnano. “L'indagato ha ammesso le sue responsabilità pienamente con un comportamento molto lucido e coerente. Durante l'interrogatorio ha fatto presente che è stato responsabile anche di altri fatti, con lesioni e violenze sessuali su donne”, ha riferito il pubblico ministero Paolo Canessa. “Ha parlato di tre, quattro casi o forse anche di più. Ma non ricorda con precisione il numero esatto”, ha aggiunto il pm, che ha escluso l’esistenza di complici.