Edizione:2004/2005
Data pubblicazione:11/10/2004
Francesco Iacomino, ha raccontato il padre, il 4 Ottobre scorso è uscito di casa alle 7,30 per andare a lavorare in un cantiere presso i capannoni di una ex officina di Ercolano (Napoli), dismessa da quindici anni. Si doveva occupare della demolizione di vecchie strutture in ferro. Verso le nove dello stesso giorno il padre ha ricevuto una telefonata della Polizia nella quale gli veniva comunicato che il figlio si trovava in ospedale. Il giovane è deceduto subito dopo il ricovero.
Francesco Iacomino era stato accompagnato al pronto soccorso da due persone che avrebbero detto di averlo trovato riverso in strada, secondo loro dopo essere stato investito da un'auto pirata. L'autopsia ha però dimostrato che aveva le caviglie spezzate e che doveva essere necessariamente caduto dall'alto. Secondo l'ipotesi degli inquirenti, Francesco Iacomino si sarebbe trovato nei capannoni per tagliare delle grandi travi di ferro con la fiamma ossidrica, utilizzando una piccola impalcatura mobile dalla quale sarebbe precipitato. Sempre secondo questa ricostruzione, gli altri operai presenti, invece di chiamare immediatamente i soccorsi, si sarebbero consultati con qualcuno che avrebbe suggerito loro di cancellare ogni traccia. Successivamente, il trasporto in ospedale e la storia dell'investimento. Nel frattempo un camion sarebbe entrato nell'ex officina per portare via lo scooter di Iacomino, le travi di ferro e l'impalcatura mobile. Ma, a quanto pare, non sarebbero state eliminate le tracce di sangue dell'incidente e i mozziconi di sigaretta che il giovane avrebbe fumato sul posto.