Data pubblicazione:24/05/2018
Matteo Barbalinardo, 17 anni, vive con la madre a Marconia di Pisticci (Matera). Giovedì 18 maggio 2017 è uscito di casa e non ha più fatto ritorno. La madre ne ha denunciato la scomparsa e dopo qualche giorno ha contattato "Chi l'ha visto?". Il corpo del ragazzo è stato ritrovato domenica 21 maggio nel cantiere abbandonato di un edificio in costruzione in via Duca d’Aosta, proprio a Marconia di Pisticci, non molto distante dalla sua abitazione. Matteo è stato accoltellato e il suo corpo è stato coperto con un telo. Dopo qualche giorno la polizia ha fermato un suo amico, anche lui minorenne, che ha confessato il delitto. I due ragazzi si conoscevano da poco: secondo la ricostruzione fornita dal fermato, Matteo sarebbe stato ucciso dopo una lite. Ma la madre ha dei dubbi sulla dinamica dell’omicidio e soprattutto sulle reali responsabilità del ragazzo che ha confessato e che è stato scarcerato il 21 novembre 2017 per scadenza dei termini di custodia. Secondo la donna "Non può aver fatto tutto da solo". I suoi sospetti sembrano confermati da quello che è emerso a conclusione delle indagini preliminari, coordinate dal pm del Tribunale per i minorenni di Potenza Carmine Olivieri. Il ragazzo è stato accoltellato e sul suo corpo l’assassino ha infierito anche dopo la morte. Ma soprattutto è stata ritrovata una registrazione audio sulla memoria remota del cellulare dell’imputato. E’ una registrazione sconvolgente, che ‘documenta’ l’agonia di Matteo e la sua disperata richiesta di aiuto al ragazzo che lo aveva colpito. Matteo gli chiedeva di chiamare i soccorsi, diceva di non voler morire lì, mentre l'altro gli assicurava che i soccorsi sarebbero arrivati presto. Sulla memoria del cellulare dell'imputato sarebbero state trovate anche alcune foto scattate la mattina del 18 maggio, circa 7 ore prima del delitto: si vede la mano dell’imputato con il pollice alzato, come a significare ‘missione compiuta’, in altre foto si vede il coltello usato per l’omicidio e alcuni sacchi per l’immondizia, forse pensati per occultare il cadavere o i vestiti sporchi di sangue sia della vittima che dell’omicida. potrebbero essere state scattate per inviarle a qualcuno?
Si è svolta oggi al Tribunale di Matera l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio del ragazzo che ha confessato l’omicidio di Matteo. All’epoca era minorenne. E' stata rigettata la richiesta di messa alla prova dell’imputato ed è stata presa in considerazione la memoria difensiva presentata dai legali della famiglia di Matteo. L’imputato ha reso nuove dichiarazioni che non hanno però chiarito fino in fondo movente e dinamica del delitto. Non sono inoltre stati sciolti i nodi riguardanti la registrazione e le fotografie trovate sul cellulare dell’imputato. Il processo è stato rinviato per le conclusioni al 15 maggio, ultima data entro la quale l’imputato potrà chiedere il rito abbreviato.
Nell’udienza del 15 maggio del processo, il pubblico ministero del Tribunale dei minorenni di Potenza Carmine Olivieri ha contestato al reo confesso dell’omicidio di Matteo, l’aggravante della premeditazione del delitto. Ora gli avvocati della difesa dovranno presentare delle perizie. La prossima udienza del processo è fissata per il 12 giugno, quando sarà valutata l’aggravante e si deciderà sul rito abbreviato per l’imputato.