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Scomparso

Ingeborg Larcher

Edizione:2003/2004
Data pubblicazione:19/01/2004

Il 13 novembre 2003 alcuni agenti della polizia criminale di Erding, cittadina tedesca ad una trentina di chilometri da Monaco di Baviera, hanno prelevato Klaus Butz per interrogarlo su richiesta della magistratura di Bolzano. Dopo l'interrogatorio, durato circa un'ora, è stato arrestato. Il provvedimento è stato convalidato lo stesso giorno dal procuratore. Ora Butz è stato rinchiuso nel carcere di Erding e non è possibile chiedere la sua estradizione in Italia. Se le accuse contro di lui reggeranno, nei prossimi mesi verrà processato in Germania. Durante la perquisizione seguita all'arresto, la polizia tedesca ha trovato in un cassetto, tra i gioielli di Butz, la fede di Ildegard Elfingers. Il procuratore di Landshut, Alfons Obermeier, ha spiegato: "Se la fede della moglie l'aveva lui, noi ci stiamo ponendo questa domanda: come ne è venuto in possesso?". La polizia sta verificando che tra quei gioielli non ce ne sia anche qualcuno della signora Larcher.

L'8 gennaio scorso "Chi l'ha visto?" ha ottenuto l'autorizzazione ad incontrare Butz nel carcere di Erding e gli ha posto alcune domande:

D. - Perché il cellulare di Ingeborg Larcher lo aveva lei?

R. - E chi lo dice che quello era il cellulare di Ingeborg? Era suo ma anche mio.

D. - E il timbro con la firma falsa della Larcher come lo spiega?

R. - Che c'entra il timbro con la scomparsa?

D. - E allora perché non ha denunciato subito la scomparsa?

R. - Ma quale scomparsa? C'eravamo separati e lei è andata in Turchia.

Butz ha contestato soprattutto i provvedimenti del procuratore di Bolzano Tarfusser, dicendo: "Mi ha tolto tutto quello che avevo". Infatti Butz sostiene che gli appartamenti della Larcher e tutto il resto erano anche suoi, perché lui e la Larcher erano soci, anche se nulla di scritto lo conferma. A conclusione dell'intervista Butz ha commentato: "Se i giudici di Bolzano invece di perseguitare me l'avessero cercata seriamente in Turchia, oggi lei sarebbe ancora viva e io non mi troverei qui". Butz, che ha fatto ricorso al tribunale, è convinto che resterà in prigione ancora per poco e che presto le accuse contro di lui si sgonfieranno. Ma il 19 gennaio il Tribunale della libertà ha riconfermato che Butz deve restare in carcere.

  • 4 novembre 2002

    Ingeborg Larcher aveva messo in vendita la casa di via Leopardi a Merano in cui aveva vissuto a lungo con Butz e per questo si era rivolta ad una nota agenzia immobiliare del posto, la cui responsabile ricorda: "La signora mi ha raccontato che aveva un convivente, un partner. Ma era finita proprio, lei non voleva più questo rapporto. Mi ha detto che avrebbe voluto averne un altro e probabilmente c'era già qualcuno. Così ha detto e rideva anche un po'. Era una cosa che forse iniziava". Intanto Klaus Butz è stato diffidato dalla polizia e incriminato per appropriazione indebita. Di lui, che parla solo tedesco, non si hanno immagini. Si muove continuamente tra la Baviera, l'Austria e l'Alto Adige. Recentemente ha rilasciato un'intervista a Christine Losso, del giornale altoatesino in lingua tedesca 'Tageszeitung'.
    Alla giornalista Butz ha giustificato il suo operato adducendo ragioni di affari. Quattordici anni fa avrebbe unito il suo capitale, 300 milioni di lire, con quello della Larcher, 250 milioni, intestando tutto a lei per ragioni personali che non ha voluto dire. Per questo si sarebbe sentito in diritto di continuare a gestire i beni della donna, aggiungendo che i due avevano continuato a fare affari insieme anche dopo essersi separati. Comunque, sempre secondo l'uomo, otto giorni prima della sparizione lui avrebbe chiesto alla Larcher dei soldi per gli ultimi 14 anni di lavoro insieme, raccontando che lei aveva minacciato di farlo ammazzare. Butz ha poi detto di aver trovato i documenti e il telefonino nella casa di via Roma, dalla quale mancherebbe solo un armadio pieno di vestiti. Infine, come possibile chiave del mistero, l'ex socio della donna scomparsa ha indicato la Turchia, dove lei avrebbe acquistato un appartamento un paio di mesi prima della sua sparizione.
    Il pomeriggio dopo questa intervista Butz ha richiamato la giornalista altoatesina per parlare di presunti contatti avuti con la Larcher. Due settimane dopo la scomparsa avrebbe ricevuto una telefonata da lei. Senza dire dove si trovasse, Ingeborg Larcher gli avrebbe detto di preparare le carte per delegargli la gestione degli affari a Merano. Poi avrebbe ricevuto un'altra telefonata in ottobre. Questa volta gli avrebbe detto di trovarsi in Turchia, convocandolo per un un appuntamento. Ma, recatosi nel luogo e nel giorno convenuto, Butz non sarebbe riuscito ad incontrare la donna scomparsa. Di questa sua assenza si sarebbe molto meravigliato, continuando a sostenere che, se le è accaduto qualcosa, certamente è stato in Turchia. Tornando nell'appartamento di via Roma, Klaus Butz ha trovato i sigilli dell'autorità giudiziaria.

  • 10 marzo 2003

    Il nome di Klaus Butz rimbalza da mesi nella cronaca nera di giornali e tv di Germania, Austria e Italia. Nei giorni scorsi la clamorosa notizia: anche la prima moglie di Butz, che aveva appena 23 anni, è misteriosamente scomparsa più di trent'anni fa. Gli inquirenti sospettano che tutte e due le donne siano state fatte sparire da Klaus Butz, ma fino ad oggi non sono state trovate le prove. Lui si è proclamato innocente. Il Sostituto Procuratore della Repubblica Andrea Postiglione, che coordina l'inchiesta sulla scomparsa di Ingeborg Larcher, attraverso la Polizia di Merano ha chiesto la collaborazione della Polizia tedesca. E' stato così che dal passato di Butz è riemerso il mistero della morte della prima moglie. I particolari sono stati rivelati sul "Tageszeitung" dal giornalista Arhtur Oberhofer, che ha raccontato a "Chi l'ha visto?": "Abbiamo avuto una segnalazione nella quale ci si diceva che nella vita del signor Klaus Butz ci sarebbe già stata una donna scomparsa.
    Precisamente la sua prima moglie, Ildegard Elfingers, scomparsa nell'aprile del 1969. Una mattina il signor Butz l'aveva accompagnata alla stazione di Erbing, un paese vicino a Monaco in Baviera. La sera doveva andare a prenderla. Invece la donna da quel giorno è sparita e fu trovata morta nell'agosto del 1972, più di tre anni dopo. Il commissario della Polizia di Erbing aveva riferito che a quell'epoca c'erano sospetti contro il signor Butz. Però, siccome la Polizia non aveva elementi in mano, tutta la cosa è stata archiviata. Un altro episodio, molto inquietante sia per noi che per gli investigatori, è del 1986, quando il figlio del signor Butz, che si chiamava Klaus come il padre, è stato accoltellato dalla sua convivente nel corso di una lite ed è morto giorni dopo all'ospedale.

  • 17 marzo 2003

    Klaus Butz è stato iscritto nel registro degli indagati per l'omicidio di Ingeborg Larcher. Dalla Germania sono infatti arrivate notizie che hanno convinto la Procura di Bolzano a prendere questo provvedimento. Per incontrare Butz "Chi l'ha visto?" lo ha cercato a San Leonardo, in Val Passiria, presso una donna sua amica, ma il figlio della donna ha detto che era uscito insieme alla madre. Qualche giorno dopo la donna ha detto che Butz era partito per la Baviera da molti giorni e che aveva rotto ogni rapporto con lui. Ma un vicino di casa ha riferito di averlo visto, la notte prima, mentre caricava in macchina le valige. La ricerca è proseguita in Baviera, verso Erbing. La prima tappa è stata la casa della figlia di Butz e di Ildegard Elfingers, Emanuela. Lì c'era l'auto di Butz, una vecchia Ford Sierra station wagon. Emanuela ha detto che il padre non era in casa. Ma, dopo qualche ora, dal retro della casa è arrivato Klaus Butz che ha evitato qualsiasi domanda, dicendo di non aver tempo e di non riconoscere il cognato Helmut Elfingers, anche lui presente con l'inviato di 'Chi l'ha visto?' e il giornalista del Tageszeitung.
    Con la scomparsa di Ingeborg Larcher, il dolore per morte di Ildegard Elfingers è riaffiorato. Il fratello ha voluto mostrare di persona il luogo esatto dove furono trovati i resti della donna, scomparsa il 29 aprile del 1969 e ritrovata tre anni dopo sotterrata in un bosco nei pressi di Erbing. La signora Elfingers, 23 anni, madre di due figli, aveva accompagnato Klaus Butz alla stazione, dove lui lavorava in una ditta di trasporti. Anche lei lavorava come impiegata lì vicino. Come ogni sera la donna andava a riprendere il marito. Ma la sera del 29 aprile non si era presentata.
    C'era solo la sua macchina. Due giorni dopo, sporgendo denuncia di scomparsa, Butz aveva detto che, secondo lui, la moglie aveva abbandonato la famiglia per fuggire all'estero con un italiano. Ma di questo italiano non si è mai trovata la minima traccia. Comunque Klaus Butz, agli occhi dell'opinione pubblica, diventò una vittima. In otto mesi ottenne il divorzio. Si risposò subito dopo con una donna molto ricca che frequentava da tempo, la quale però lo cacciò di casa dopo tre anni. Nel 1972 i resti della povera Ildegard Elfingers vennero ritrovati semisepolti. La cosa più importante è che vicino allo scheletro fu ritrovato un coltello sul quale non c'erano impronte. Almeno così disse la polizia, che ci rivelò che mia sorella era stata uccisa con quel coltello". Il riconoscimento di Ildegard Elfingers fu fatto attraverso le protesi dentarie e per mezzo di una tazzina da caffè che la donna portava sempre con sé nel borsellino trovato sotto terra vicino allo scheletro. "L'amante con cui era fuggita l'ha uccisa", commentarono i giornali dell'epoca.

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