Edizione:2001/2002
Data pubblicazione:11/02/2002
Bolzano, 5 febbraio 2002. Una donna sta percorrendo via Cassa di Risparmio intorno alle otto meno un quarto di sera, per tornare a casa. Un giovane biondino, magro, di circa 30-40 anni le getta addosso dell'acido solforico quasi puro. La colpisce alle spalle, sugli abiti. Per fortuna il liquido ad altissimo potere corrosivo le provoca solo una leggera ustione alla gamba. La donna, giornalista del quotidiano on line del Dolomiten, si è accorta più tardi di essere stata bersaglio del maniaco, quando la bruciatura causata dall'acido ha cominciato a farle male.
Un anno fa, il 24 febbraio, a Merano, Lucia C., una giovane cardiologa di Trento era stata sfregiata con lo stesso acido solforico. Quella volta però il folle le si era parato davanti prima di colpire, l'acido l'aveva raggiunta al volto e le aveva provocato una grave menomazione alla vista.
Ad agire è stata la stessa persona? E' stata proprio la cardiologa a lanciare l'allarme, rompendo il silenzio che aveva accompagnato la sua brutta avventura. "Ci sono molte coincidenze: il tipo di acido utilizzato, la descrizione dell'uomo, l'ora dell'aggressione, il periodo dell'anno: carnevale. Credo che le donne siano in serio periodo: in giro c'è un pazzo". Ma Cuno Tarfusser, il Procuratore della repubblica che si sta occupando delle indagini, non condivide l'ipotesi dell'unico maniaco. L'identikit dell'aggressore è piuttosto vago - fanno osservare alla Squadra mobile - e potrebbe calzare per il trenta per cento dei giovani bolzanini. Perciò si tende a sottolineare più le divergenze che le convergenze tra i due casi.