Data pubblicazione:03/02/2018
Pamela Mastropietro, 18 anni, vive in una struttura del Maceratese. Lunedì 29 gennaio si è allontanata portando con sé una grande valigia, tipo trolley, di colore rosso e blu. Non ha con sé i documenti né il telefono. Sta attraversando un momento di grande fragilità e potrebbe aver bisogno di aiuto.
"Spero tanto che non sia lei". Così la madre di Pamela, la 18enne scomparsa il 29 gennaio da una struttura della provincia, alle prime ipotesi sull'identità dei resti in due valigie.trovate nella zona di Pollenza (Macerata). "Non ho idea del perché si sia allontanata dalla comunità - ha spiegato la donna - e di cosa sia accaduto. Vorrei che qualcuno mi spiegasse come ha fatto. Ci hanno detto che solo più tardi si saprà qualcosa in più".
La madre di Pamela Mastropietro ha effettuato il riconoscimento ufficiale dei resti ritrovati ieri in due valigie trovate nella zona di Pollenza. Sulla base delle immagini delle telecamere e di testimonianze, i carabinieri hanno fermato un uomo nigeriano, di 29 anni, Innocent Oseghale, visto anche la sera del 30 gennaio con le due valigie. La notizia che si trattasse della ragazza era stata diffusa poco dopo il ritrovamento del corpo, ma la famiglia non era stata informata. "Come è possibile che che io sappia dai giornali e dalla rete che mia figlia è stata trovata in una valigia se gli inquirenti mi hanno convocato domani per l'eventuale riconoscimento?", aveva detto a "Chi l'ha visto?" la donna.
Dovrebbe tenersi domani l'udienza di convalida dell'arresto del nigeriano di 29 anni fermato ieri con l'accusa di aver ucciso e smembrato Pamela Mastropietro. Le ipotesi di reato a carico dell'uomo sono: omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere. Oltre ai vestiti insanguinati della ragazza sono stati trovati in casa dell'uomo anche alcuni coltelli di grandi dimensioni e una mannaia: tracce ematiche sono state rinvenute sul balcone. L'autopsia non ha ancora chiarito, però, se la giovane sia stata uccisa o se sia rimasta vittima di overdose. Si attendono gli esiti degli esami tossicologici.
Il giudice per le indagini preliminari ha confermato il fermo di Innocent Oseghale ma solo per le accuse di occultamento e vilipendio di cadavere: è caduta quindi l'ipotesi di reato di omicidio: secondo il giudice non ci sono gravi elementi indiziari a sostegno di questa accusa, anche se l'uomo resta comunque indagato. "Pamela ha avuto una crisi da overdose e io sono scappato": così Oseghale avrebbe detto ai magistrati nel corso delle indagini. Le condizioni del cadavere non hanno permesso sinora di accertare le cause del decesso: si attendono i risultati delle analisi tossicologiche. I carabinieri intanto stanno ricostruendo il percorso fatto dalla 18enne da Corridonia a Macerata: un uomo della zona, individuato grazie ai filmati girati dalle telecamere di sistemi di sicurezza e sentito dagli investigatori, le avrebbe dato un passaggio il 29 gennaio, subito dopo che si era allontanata dalla comunità, e l'avrebbe lasciata alla stazione ferroviaria di Piediripa.
Pamela è stata colpita alla testa: segni di violenza dalla seconda autopsia, definita "sconvolgente" dal medico legale Mariano Cingolani. Anche ferite da taglio all'addome. Il sezionamento del corpo sarebbe opera di un "professionista". Da quel che emerge, la droga potrebbe non essere la ragione della morte: la ragazza potrebbe essere stata uccisa? "Ci stiamo approssimando sempre più verso la chiarificazione di questa ipotesi, ci sono dati a conforto di questa tesi", ha detto il dottor Cingolani.
La Procura ha indagato un quarto uomo a piede libero, mentre i Ris hanno effettuato nuovi accertamenti nell’auto dell'uomo camerunense che ha accompagnato Innocent Oseghale a disfarsi delle due valigie nelle campagne di Pollenza. Prevista per oggi l'udienza di convalida del fermo per gli altri due uomini nigeriani indagati, che si trovano nel carcere di Montacuto di Ancona, Desmond Lucky e Lucky Awelima.
Dopo l'udienza è stato confermato l'arresto per Desmond Lucky e Awelima Lucky: sono accusati per omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere. La posizione di Innocent Oseghale potrebbe essere rivista.
"E' venuta dopo l'orario dell'ultimo treno utile per arrivare a Roma. Mi ha chiesto tre volte come poteva fare per arrivarci. Ha fatto avanti e indietro con la sua valigia e poi è uscita, non l'ho più vista", ha raccontato una spettatrice che lavora alla biglietteria della stazione di Macerata. Pamela si sarebbe potuta salvare se a quell'ora ci fosse stato un treno per Roma?
Sono "destituite di ogni fondamento" le indiscrezioni su una "confessione" di Innocent Oseghale. Lo ha comunicato il procuratore Giovanni Giorgio in relazione alle notizie pubblicate oggi da alcuni quotidiani. "Sono stato io, ho fatto tutto da solo" avrebbe detto durante un colloquio in carcere con la compagna il nigeriano accusato di avere ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro. In merito al rilevamento del Dna di Oseghale sui resti della ragazza, Giorgio ha detto che i risultati degli accertamenti del Ris dei carabinieri non sono stati depositati. Il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione dei legali di Desmond Lucky e Lucky Awelima, gli altri due uomini nigeriani detenuti con le accuse di occultamento e vilipendio di cadavere.
Confermata oggi al processo d'appello la sentenza di primo grado per l'omicidio di Pamela Mastropietro. Ergastolo per Innocent Oseghale, accusato di averla uccisa e di averne fatto a pezzi il corpo.
La Cassazione deciderà il 14 gennaio sul ricorso di Innocent Oseghale, condannato all'ergastolo in primo e secondo grado per l'omicidio di Pamela Mastropietro. Per i suoi legali la ragazza morì per un'intossicazione acuta da sostanze stupefacenti.
Udienza in Cassazione rinviata al 23 febbraio per impedimento del difensore di Innocent Oseghale, condannato in appello all’ergastolo. La mamma chiede di accelerare gli accertamenti contro ignoti per risalire ad eventuali complici e lancia un appello a non far rimpatriare Desmond e Awelima, inizialmente coinvolti nelle indagini e poi scagionati.
La Cassazione ha confermato la condanna di Innocent Oseghale per l’omicidio ma ha annullato con rinvio quella per violenza sessuale sulla ragazza uccisa quattro anni fa a Macerata. Disposto per questo reato un nuovo processo d’appello, che si terrà a Perugia. “La mamma è amareggiata, per lei questo è un supplizio, si rischia una riduzione della pena”, l'avvocato Marco Valerio Verni, legale della famiglia con Ippolita Naso.
Riaperta l'istruttoria dibattimentale per l'accusa di violenza sessuale sulla ragazza uccisa a Macerata il 29 gennaio 2018. La Corte d'Appello di Perugia ha deciso di sentire due testimoni. La Cassazione, confermando la condanna per l’omicidio a Innocent Oseghale, aveva annullato con rinvio a un nuovo processo d’appello per quel reato.
Confermato l'ergastolo per Innocent Oseghale nel processo d’appello bis per la ragazza uccisa e fatta a pezzi a Macerata il 29 gennaio 2018. La Cassazione, confermando la condanna per l’omicidio, aveva annullato con rinvio a un nuovo processo solo per l'accusa di violenza sessuale.
Definitivo l'ergastolo per Innocent Oseghale. La Cassazione ha respinto il suo ricorso contro la sentenza del processo d’appello bis che aveva confermato anche l'accusa di violenza sessuale sulla ragazza uccisa e fatta a pezzi a Macerata il 29 gennaio 2018.