Edizione:2000/2001
Data pubblicazione:03/04/2001
Maria Teresa Dell'Unto lavorava come aiuto infermiera in un reparto di pediatria dell’ospedale Gemelli. La donna abitava col suo secondo marito in una palazzina a Tragliatella, una frazione di Roma, nella zona di Bracciano. Nello stesso caseggiato vivono anche i tre figli avuti dal primo marito. LA donna si è allontanata a bordo della sua Fiat Punto celeste la mattina del 29 marzo 2001: la figlia l'ha vista uscire alle 9,45. Prima di andarsene, la signora ha messo a scongelare della carne, come se avesse intenzione di tornare. Più tardi, il marito ha telefonato all'ospedale, e gli hanno risposto che quel giorno lei era di riposo. La Fiat Punto è stata ritrovata il giorno dopo davanti alla stazione di Anguillara. Con il bancomat – prima che venisse bloccato – sono stati effettuati alcuni prelievi, in diverse zone di Roma.
Lo studio dei tabulati del suo telefono cellulare e dei movimenti bancari sta permettendo agli inquirenti di stringere il cerchio intorno al possibile responsabile della sua sparizione. Il 9 marzo 2001 Maria Teresa Dell'Unto, mentre si recava ad Anguillara (Roma), ha fatto alcune telefonate a una persona che poi ha incontrato. In momenti successivi alla sua scomparsa sono state individuate chiamate partite dal suo cellulare e sono stati ricostruiti prelievi fatti con il suo bancomat a Roma, nel quartiere Parioli.
Risolto il giallo della scomparsa di Maria Teresa dell'Unto: la donna scomparsa nel 2001 è stata uccisa, il suo corpo nascosto, gli agenti della questura di Roma hanno arrestato Angelo Stazzi, romano di 64 anni con due figlie, ex collega della donna ora in pensione, con l'accusa di omicidio ed occultamento di cadavere. La mattina del 29 marzo del 2001 Maria Teresa Dell'Unto esce di casa senza farvi più ritorno. Le indagini non fanno passi in avanti: da quel 29 marzo della donna non si è saputo più nulla. L'infermiera era uscita di casa e i parenti pensavano che dovesse andare a lavorare nel pomeriggio. Alle nove e mezza del mattino, la donna incrocia la figlia. Nello stesso palazzo vivono i tre figli avuti dal primo matrimonio. Maria Teresa sale sulla sua Fiat Punto celeste e parte. La donna aveva delle commissioni da svolgere prima di andare all'ospedale, dove non arriverà mai. La sera il suo secondo marito, non vedendola tornare, chiama il Gemelli e scopre che quel giorno Maria Teresa non è in servizio. Il giorno dopo,
Angelo Stazzi di fronte al magistrato si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha parlato con il capo della squadra mobile di Roma, Vittorio Rizzi. “L’ uomo ha ammesso di aver ucciso Maria Teresa Dell’Unto e ci ha anche accompagnato sul luogo dove avrebbe sepolto la donna, un campo nei pressi di Anguillara Sabazia. Ma tutto questo, in questa fase, preferiamo non disvelarlo, perché ci sono ancora molte cose da accertare e molti approfondimenti investigativi da fare", ha riferito il dr. Rizzi. “L’avrebbe uccisa il giorno stesso in cui l’avrebbe incontrata - ha proseguito il capo della squadra mobile - così come è investigativamente documentato dai punti radio dei loro telefonini. Si incontrano ad Anguillara Sabazia e da quel momento si perderanno le tracce della donna. Ed è in quell’occasione, durante quell’incontro che sarebbe avvenuto l’omicidio”. Maria Teresa Dell’Unto aveva contratto debiti e firmato assegni per coprire la situazione debitoria di Stazzi e gli chiedeva conto del denaro che gli aveva dato.
Angelo Stazzi, rinchiuso nel carcere di Rebibbia, ha confessato di essere stato lui ad uccidere Maria Teresa Dell'Unto e ha anche minuziosamente indicato dove aveva occultato il cadavere. Gli uomini della Mobile si sono recati nella vecchia abitazione dell'uomo, nei pressi di Roma, dove secondo le indicazioni era sepolto il corpo della donna. Ritrovati i resti, sono stati trasferiti poi nell’istituto di Medicina Legale della "Sapienza". "Il nostro assistito - spiegano i legali di Angelo Stazzi, Cristiano Conte e Cristiano Pazienti - ha vissuto per anni con questo segreto e l’arresto della Mobile è coinciso con la volontà dell’infermiere di liberarsi la coscienza”. Mentre la squadra mobile è convinta che l’infermiere abbia ucciso la donna per una questione di soldi, un prestito di circa 20 milioni, a sentire i legali si sarebbe trattato di un omicidio a sfondo passionale. "Angello Stazzi - dicono gli avvocati - ha raccontato che con la donna c'era una relazione extraconiugale che durava vent'anni. Lei ha minacciato l'infermiere di rendere la loro storia pubblica e ne è nata una lite durante la quale Stazzi ha spinto la donna che ha sbattuto la testa sullo spigolo di un camino ed è morta, poi l'occultamento del cadavere". Per gli uomini della squadra mobile si è trattato invece di un delitto premeditato e anche l'occultamento del corpo indicherebbe proprio la volontarietà dell'uccisione.
Forti sospetti indicherebbero in Angelo Stazzi, 65 anni, infermiere del Gemelli dal 1970 al 1996, il presunto serial killer che avrebbe commesso in due anni alcuni omicidi, forse sette, tutti di anziani malati ricoverati in una struttura sanitaria tra Tivoli e Guidonia. Ad accusarlo è un'informativa redatta dal gruppo investigativo Cold Case della Questura di Roma, arrivata oggi alla Procura di Tivoli. In casa di Stazzi sono state sequestrate dalla polizia, pare nei primi giorni di aprile, alcune dosi di farmaci e diverse siringhe ora nei laboratori della polizia scientifica. Stazzi è già detenuto per l'omicidio e l'occultamento del cadavere della collega, Maria Teresa Dell'Unto, scomparsa a Roma nel 2001, per i quali reati proprio oggi è stato chiesto il suo rinvio a giudizio dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti. L'uomo era già stato individuato nella prima fase delle indagini, all'indomani del delitto, ma gli elementi a suo carico furono ritenuti dal gip ''equivoci'' e perciò non sufficienti per procedere con l'arresto. Dopo l'archiviazione del caso nel 2005 gli agenti dell'Unità delitti insoluti riaprirono le indagini nel 2008, trovando ulteriori indizi di colpevolezza. I legali dell'ex infermiere respingono le accuse: "Non è un omicida, né tantomeno è un omicida seriale", sostengono gli avv. Cristiano Pazienti e Cristiano Conte.
Passa alla procura di Tivoli l'indagine sulla morte di Maria Teresa Dell'Unto. Lo ha deciso questa mattina il gup del tribunale di Roma Maddalena Cipriani che si è dichiarata incompetente a giudicare il caso di Angelo Stazzi, 65 anni, infermiere in pensione, per il quale il procuratore aggiunto Pietro Saviotti aveva chiesto il processo per omicidio e occultamento di cadavere. Il gup Cipriani, prima di trasmettere le carte a Tivoli, ha formalizzato la costituzione di parte civile dei familiari della vittima (due figlie e il marito) attraverso l'avvocato Massimo Lauro. Presenti in aula anche altri parenti della Dell'Unto. Non c'era, invece, l'imputato. I suoi difensori, gli avvocati Cristiano Conti e Cristiano Pazienti, che avevano eccepito l'incompetenza del giudice romano, hanno ribadito anche oggi di non avere alcuna informazione ufficiale in relazione al fatto che Stazzi sia un killer seriale per 10 omicidi avvenuti tra il 2007 e il 2009, anche questi da tempo all'attenzione della procura di Tivoli.
Per decisione del gip presso il Tribunale di Tivoli, Alfredo Bonagura, è stato emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Angelo Stazzi, ritenuto responsabile dell'omicidio di almeno sette anziani, nel periodo in cui lavorava come infermiere nella casa di riposo Villa Alex di Sant'Angelo Romano (Roma). A eseguire l’ordinanza di custodia cautelare sono stati gli agenti della Squadra Mobile di Roma, guidati da Vittorio Rizzi.
Gli omicidi di sette anziani, cinque uomini e due donne, che vengono contestati a Stazzi, noto anche come 'l'angelo della morte', risalgono al periodo compreso tra il gennaio e l'ottobre del 2009. Stazzi è recluso dall'ottobre del 2009 in attesa di giudizio per l'omicidio di Maria Teresa Dell'Unto, l'infermiera del policlinico Gemelli scomparsa nel 2001. I resti dell'infermiera vennero ritrovati anni dopo nel giardino della vecchia casa di Stazzi. La sentenza del processo a Stazzi per l'omicidio di Maria Teresa Dell'Unto è prevista per il 15 dicembre.
Gli omicidi dei sette anziani si concentrano nei 10 mesi in cui Sstazzi ha prestato servizio nella casa di riposo, e secondo le testimonianze raccolte l'infermiere aveva dimestichezza coi farmaci rilevati nelle vittime. Inoltre all'interno della struttura era l'unico addetto alla somministrazione dei farmaci, con accesso al frigorifero delle medicine. Qui Stazzi - sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti - avrebbe prelevato le dosi di insulina e di mirtazapina. Nella sua casa, invece, sono state trovate dosi massicce di Rivotril. Il movente ipotizzato è economico, forse per incassare denaro dalle imprese che organizzavano i funerali.
Oltre a quello di appello per l’omicidio di Maria Teresa dell'Unto, fissato per il 22 novembre, Angelo Stazzi dovrà affrontare anche il processo per la morte di sette pazienti che erano stati per un certo tempo affidati alle sue cure mentre erano ricoverati nella casa di cura Villa Alex di Sant'Angelo Romano. L'accusa contestata è quella di omicidio volontario aggravato mediante la somministrazione di sostanza insidiosa con premeditazione e con l'aggravante di aver commesso il fatto con l'abuso di prestazione d'opera. Stazzi aveva prestato servizio nella clinica tra il dicembre 2008 e il settembre 2009. Il processo si terrà il 5 dicembre davanti alla Terza Corte d'Assise di Roma.
Nella tardissima serata di ieri la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso contro la sentenza con la quale la I Corte d'assise d'appello di Roma aveva confermato le condanne all'ergastolo dell'infermiere Angelo Stazzi per la morte di due anziani ricoverati in una casa di riposo alle porte della Capitale. Per la morte di altri tre era stato invece assolto.