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Scomparso

Paolo Grubissa

Edizione:2003/2004
Data pubblicazione:01/03/2004

Paolo Grubissa, soprannominato Marte, ex promotore e animatore presso le più grandi discoteche del litorale friulano e veneto, è scomparso da Monfalcone (Gorizia) il 24 novembre scorso. E' sparita anche la sua autovettura, una Audi A2 di colore grigio metallizzato. La compagna, madre della sua bambina di tre anni, non lo ha sentito per tre giorni. Nella sua abitazione di Monfalcone, la donna ha trovato una finestra aperta e la stufa accesa, come se l'uomo fosse uscito per tornare di lì a poco. Le ricerche eseguite con elicotteri e unità cinofile alla periferia della città non hanno portato a nulla. Il 3 dicembre, setacciando a fondo l'azienda dove l'uomo lavorava, i Carabinieri hanno trovato un pezzo di tessuto parzialmente bruciato nel retro di un capannone dotato di macchinari potenti capaci di volatilizzare in pochi secondi strati sovrapposti di vernice. Si tratterebbe dei resti della giacca di Grubissa. Salvatore Allia, l'imprenditore che aveva assunto Paolo Grubissa dopo che aveva avuto dei guai con la giustizia per essere rimasto coinvolto in un traffico di stupefacenti, è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario, il movente ipotizzato è quello del delitto passionale. Grubissa è scomparso da Monfalcone nel primo pomeriggio del 24 novembre. L'ultimo ad averlo sentito è stato un amico che aveva ricevuto una sua telefonata verso le ore 12,45. Quel giorno Paolo Grubissa doveva incontrarsi con Salvatore Allia. Una settimana dopo, lunedì 1 dicembre, Allia ha portato la sua Mercedes 500 presso un autolavaggio dove l'auto è stata lavata a fondo manualmente perché mancava un vetro laterale. Più tardi, ritirata l'auto, Allia si è recato in una carrozzeria dove ha chiesto di sostituire il vetro anteriore destro andato precedentemente in frantumi. Sul tappetino anteriore destro sarebbero state trovate tracce di sangue ed altre tracce sarebbero state trovate più tardi anche nel portabagagli. I Carabinieri hanno sequestrato l'auto di Allia e subito dopo lo hanno arrestato. L'auto è stata trasferita presso i laboratori del RIS di Parma per verificare se quel sangue è di Paolo Grubissa.

  • 12 gennaio 2004

    La settimana precedente al giorno della sua scomparsa Paolo Grubissa si era assentato dal lavoro. Ad alcuni amici e alla sua compagna aveva confidato di temere eventuali conseguenze a causa di una relazione intrattenuta con un'altra donna, convivente di Allia. Quest'ultima, ascoltata dagli inquirenti, avrebbe negato di avere avuto rapporti con Grubissa. Quello che si sa è che, tra ottobre e novembre scorso, Salvatore Allia avrebbe minacciato e aggredito la donna. Potrebbe esserci una relazione diretta fra le minacce rivolte alla donna e la scomparsa di Grubissa? Nel frattempo il sangue trovato nell'auto di Allia è risultato compatibile con quello di Grubissa.
    La dottoressa Annunziata Puglia, Sostituto Procuratore della Repubblica di Gorizia, ha riferito: "L'ipotesi iniziale su cui fin dall'inizio la Procura di Gorizia ha lavorato, cioè l'omicidio, è stata ritenuta valida dal Gip con l'emissione della misura cautelare nei confronti dell'Allia ed è poi stata ulteriormente confermata anche a livello di riesame a Trieste". Quindi anche il tribunale del riesame ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare. Il giorno prima ad Allia era stata notificata un'ulteriore ordinanza di custodia per possesso e traffico internazionale di armi. Allia, che si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere ai magistrati, ha inaspettatamente inviato dal carcere un telegramma alla redazione de "Il Piccolo", sostenendo di essere stato incastrato nella vicenda del traffico di armi.
    Il 19 dicembre scorso gli uomini della DIA hanno ritrovato l'auto di Paolo Grubissa nel parcheggio dell'aeroporto Marco Polo di Venezia. Grazie alle registrazioni delle telecamere si è potuto dimostrare che l'auto era entrata in quel parcheggio il 24 novembre, giorno della sua scomparsa. A trasportare l'automobile è stato Antonio Foti, assunto dalla ditta Allia a metà novembre del 2003, pochi giorni prima della scomparsa di Paolo Grubissa. Il 31 dicembre scorso gli uomini della direzione distrettuale antimafia di Trieste hanno perquisito nuovamente il capannone della Safar, l'impresa di Allia, trovando un giubbotto mimetico e alcune foto di persone che imbracciano armi da guerra e un tesserino di riconoscimento usato dai reparti speciali delle milizie croate. A questo proposito il magistrato Raffaele Tito ha detto: "Non necessariamente è vero che il movente sia la gelosia. Potrebbe anche essere un movente di ritorsione che dà a questo episodio una luce diversa, più grave, che necessita della nostra attenzione. L'Allia non ha agito da solo, ci sono delle altre persone che lo hanno aiutato. Dobbiamo chiederci perché queste persone lo hanno aiutato, quante sono e soprattutto cosa c'è dietro".

  • 1 marzo 2004

    Il corpo di Paolo Grubissa è stato trovato, coperto da una colata di cemento, inserito in un bidone di metallo occultato sottoterra. E' stato ucciso con un colpo di arma da fuoco nell'auto di Allia, che lo scorso 21 febbraio ha confessato di essere l'autore dell'omicidio e rivelato il luogo di occultamento del cadavere. Verso le 10 del mattino della scomparsa Grubissa era salito in auto con Allia per accompagnarlo da un committente di Portogruaro. Poco dopo le 11, Allia gli avrebbe sparato al volto con una pistola semiautomatica, rompendo il vetro del finestrino. Rinchiuso Grubissa, ormai moribondo, nel bagagliaio, avrebbe raggiunto velocemente Fiumicello, dove lo attendeva Antonino Foti per nascondere l'auto con il corpo nel suo garage. A bordo di un'altra auto Foti avrebbe riaccompagnato Allia alla sua ditta, per poi ripartire alla volta di Venezia con l'auto di Grubissa.
    Il giorno dopo, il cadavere sarebbe stato portato, avvolto in un telone, probabilmente presso la ditta di Allia, dove sarebbe stato inserito a fatica in un bidone. Con un camion il bidone sarebbe stato portato da un fornitore di Allia che lo avrebbe riempito di cemento. Infine il bidone è stato sepolto a Sagrado, in cantiere di proprietà di un amico di Allia, attualmente indagato.

  • 7 marzo 2005

    Il 14 febbraio scorso Salvatore Allia è stato condannato a 20 anni di reclusione per avere ucciso Paolo Grubissa il 24 novembre 2003 con un movente passionale. Il giudice non ha riconosciuto la premeditazione né le aggravanti di tipo mafioso. Prima del ritrovamento del corpo di Paolo Grubissa gli investigatori avevano intercettato una telefonata di Salvatore Allia che, riferendosi a lui, diceva: "L'ho messo a stendere".

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