Data pubblicazione:09/12/2002
La sera del 30 novembre Chiara Bariffi è uscita con degli amici. Era allegra, perché il giorno successivo si inaugurava una sua mostra personale di fotografia. Verso le 2,30 ha manifestato l'intenzione di tornare a casa. Un amico l'ha accompagnata alla sua auto. Dopo un saluto, alle 3 si è allontanata, scomparendo senza più lasciare tracce. Nemmeno la sua Daihatsu Terios colore bordeaux, targata BD 058 ZC, è stata ritrovata. Avrebbe dovuto percorrere solo quattro chilometri di lungolago per arrivare da Dervio a Bellano (Lecco). "Ho cominciato a fare un'ipotesi tragica perché ho pensato che fosse sparita nel lago, dove l'acqua è molto alta", ha detto la madre. A 25 anni Chiara Bariffi era andata a Londra per imparare l'inglese. Dopo tre anni era tornata, delusa da quell'esperienza. Era seguito un periodo di disagio, dal quale stava uscendo anche con l'aiuto di alcuni amici, che non sanno trovare una spiegazione a questa scomparsa. "C'è stata una grossa frana in Val Sassina e proprio in corrispondenza del momento in cui Chiara Bariffi avrebbe potuto passare di lì se avesse deciso di fare quella strada. Ha sepolto delle fabbriche, mezza strada. Se avesse fatto quella scelta lì ora sarebbe sepolta sotto metri di terra - ha detto l'amico Sandro - ma Chiara era abituata ad avvertire se cambiava programma, avrebbe chiamato me o i genitori". Ma a meno di qualche imprevisto Chiara Bariffi non avrebbe dovuto prendere quella direzione.
L’11 settembre del 2005 l’auto di Chiara Bariffi è stata ripescata dalle acque del lago di Como. Nell'auto c'era anche il suo corpo. La 'sensitiva' Maria Rosa Busi, affermano di "sentire la voce di Chiara Bariffi" provenire dal fondo del lago. Gli inquirenti si chiedono come l'auto sia potuta arrivare così lontano dalla costa: lungo la traiettoria ci sono delle rocce che avrebbero dovuto impedirle di avanzare verso il centro del lago. Forse l’auto ha preso velocità ed è precipitata in acqua superando la barriera naturale. Quindi, potrebbe aver sbattuto con le ruote contro il muretto e poi rimbalzare, come una catapulta. Ma, non c'erano segni sul muretto, gli airbag non si sono aperti, le chiavi erano inserite, il quadro spento e il cambio in folle. Alcuni degli amici di Chiara Bariffi che avevano trascorso con lei la sera della scomparsa risultano indagati per sottrazione di persona incapace di intendere e di volere.
L’auto di Chiara Bariffi è stata ritrovata a 100 metri dalla riva e 122 di profondità . Il corpo era disteso sul sedile posteriore. L’autopsia ha rivelato che la prima di morire la giovane donna aveva ingerito alcolici e stupefacenti e che i decesso è dovuto ad annegamento. Il 19 aprile 2008 sono stati arrestati Massimo Barili, 40 anni, e Sandro Vecchiarelli 57, due amici della Bariffi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la notte della scomparsa la donna avrebbe lasciato Barili per tornare a casa con la sua auto, dirigendosi invece a casa di Vecchierelli. Sempre secondo l'accusa i due avrebbero trascorso tutto il 1 dicembre insieme fumando e bevendo, fino a quando la ragazza si sarebbe sentita male. Allora Vecchiarelli avrebbe chiamato Barili. I due, spaventati poiché la credevano morta, avrebbero chiamato un loro amico camionista per portare via l'auto. Un testimone avrebbe visto, intorno alle 22,30 del 1 dicembre, un’autogru che sollevava un’auto nella piazzola di Santa Cecilia, vicino a dove tre anni dopo è stato ritrovata l’auto della dona scomparsa.