Data pubblicazione:28/06/2010
Daniel era stato adottato da Paolo e Iolanda Cenciotti all’età di due anni e mezzo. Era un bimbo indiano vivace e bellissimo, nato a Daarjeeling al confine con il Nepal. Poco dopo l’arrivo a Roma fu colpito da miocardite acuta. La sua tempra gli salvò la vita, seppure con un residuo di disabilità psico-fisica, ebbe un recupero eccezionale e di fatto era autosufficiente. Nell’estate 2009, a 15 anni, il XIX municipio di Roma ha proposto alla famiglia di farlo partecipare ad un campo estivo giornaliero (dalle 9 alle 16) con altri coetanei diversamente abili, sul lago di Martignano (Roma). La famiglia non era molto convinta, ma alla fine ha accettato. I coniugi Cenciotti però, data la paura di Daniel nei confronti dell'acqua, hanno raccomandato agli operatori di fargli indossare sempre il giubbetto di salvataggio e i sandali rossi comprati per l'occasione. La cooperativa sociale che gestiva il progetto aveva assicurato la presenza di un operatore per ogni ragazzo. Il centro estivo per Daniel sarebbe terminato il 17 luglio (il giorno dopo sarebbe partito con la famiglia per le vacanze). Ma proprio quel giorno, Daniel Cenciotti è annegato. Ad un certo punto il 15enne sarebbe scomparso alla vista degli operatori, 13 presenti per 13 ragazzi. L'assistente che lo seguiva ha detto che di essersi distratto per gonfiare dei braccioli. Un testimone ha detto che era andato al bagno e aveva affidato la supervisione del ragazzo ad un collega. Quando i membri dell'organizzazione si sono accorti dell'assenza di Daniel ed hanno dato l’allarme, le ricerche hanno sono cominciate dal bosco, peraltro inaccessibile, invece che dal lago, perché qualcuno avrebbe detto di averlo visto dirigersi da quella parte. Ma Daniel Cenciotti è stato trovato a qualche metro di profondità nello specchio d'acqua antistante il lembo di spiaggia dove il gruppo aveva sistemato le proprie cose. Recuperato dagli assistenti bagnanti dei stabilimenti vicini il ragazzo ha dato segni di ripresa dopo circa 45-60 minuti trascorsi sott'acqua. Il suo cuore, stimolato da un lungo massaggio cardiaco, ha ripreso a battere autonomamente, per fermarsi definitivamente intorno alle 20,30 al Policlinico Gemelli di Roma, dove era stato trasportato in eliambulanza, dopo essere stato portato all'ospedale Padre Pio di Bracciano. Pur essendo molto sportivo, Daniel Cenciotti non sapeva nuotare (il nuoto era controindicato per le sue condizioni). Al momento dell'incidente non indossava il giubbotto di salvataggio, anche i sandali rossi inaffondabili, che indossava sempre in acqua, sono misteriosamente scomparsi. Il il 13 aprile 2010 la persona che era responsabile del ragazzo annegato ha patteggiato una condanna ad 1 anno 1 mese e 10 giorni. Il caso sembra chiuso, ma alcuni aspetti della morte di Daniel non risultano chiari. La Procura di Civitavecchia ha formato un nuovo fascicolo processuale e sta svolgendo nuove indagini. I genitori vorrebbero comprendere eventuali omissioni nella gestione del progetto e le cause della fine tragica del loro figlio. Molti assistenti, ad esempio, da tempo avevano segnalato la pericolosità del posto.