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Scomparso

Gennaro Ventura

Edizione:2007/2008
Data pubblicazione:14/01/1997

Gennaro Ventura, ex carabiniere di professione fotografo, è scomparso nel pomeriggio del 16 dicembre 1996, quando si è allontanato dal suo studio per andare a fare un servizio fotografico. Ventura è andato via portando con sè due macchine fotografiche, ma lasciando allo studio il portafogli con i soldi e i documenti.

  • 4 novembre 1997

    E' ancora fitto il mistero sulla scomparsa di Gennaro Ventura. Si continua ad indagare sul suo passato e, soprattutto sull'attività svolta come Carabiniere, nella speranza di poter trovare qualche elemento utile al ritrovamento. In studio per lanciare un nuovo appello, il fratello di Gennaro, Raffaele, parla di un incontro che il fratello avrebbe avuto nel giugno del 1994 con un fantomatico avvocato Di Cello. In seguito a questo incontro Gennaro gli avrebbe confidato di essere molto preoccupato. La chiave del mistero è forse legata ad un cliente che Ventura doveva incontrare nel pomeriggio di quel 16 dicembre: appuntamento per il quale avrebbe declinato l'invito di una sua amica a prendere un caffé. Erano le 15.40. Il padre di Gennaro Ventura ha rivolto questo appello nella speranza che qualcuno lo aiuti a ritrovare il figlio: "Quando aveva qualche problema non lo faceva capire neanche a me, perché io tengo molto alla famiglia ed ogni dispiacere mi angoscia. Prego chiunque gli abbia fatto del male di farmi sapere qualcosa, di farmelo riavere, almeno smetto di piangere a vuoto. Così potrò dargli degna sepoltura, andare a piangerlo e portargli dei fiori. Se è ancora vivo, prego affinché me lo facciano ritrovare, magari anche attraverso una telefonata anonima".

  • 16 dicembre 1997

    Ad un anno dalla scomparsa di Gennaro Ventura, i suoi genitori ci hanno inviato un appello che è stato letto nel corso della puntata. Ne riportiamo alcune parti. "...in occasione delle feste vogliamo rivolgerci a colui o a coloro che il 16 dicembre 1996 hanno pensato di allontanare da noi nostro figlio Gennaro. Facciamo appello a coloro che direttamente o indirettamente sono coinvolti, pregandoli di riflettere sulle conseguenze dei loro gesti. Il nostro dolore é certamente più grande e profondo di quello che qualcuno potrebbe avere in conseguenza di un eventuale torto subito in qualunque circostanza a causa di nostro figlio. Noi chiediamo perdono per lui se necessario, ci appelliamo a voi che come noi siete genitori o figli coinvolti come noi negli affetti familiari. Vi chiediamo di posare per un attimo l'attenzione sulle vostre coscienze...ridateci nostro figlio Gennaro, la nostra felicità sarà la vostra felicità..."

  • 5 febbraio 2007

    I genitori di Gennaro Ventura sono tornati a far sentire il loro dolore, con un nuovo e disperato appello. Una richiesta di aiuto, dopo che indagini sulla scomparsa del figlio sono state archiviate, perché “chi sa, parli”. Nell’ immediatezza della sparizione, un testimone ricordò di aver visto Ventura passare la sua borsa di fotografo a qualcuno, attraverso il finestrino di un’auto parcheggiata di fronte al suo negozio. Il fratello ha ricordato che, dopo l’incontro con il sedicente avvocato nel giugno del ’94, Gennaro Ventura apparve spaventato e pronunciò la frase: “sono riusciti a trovarmi”, forse riferendosi a qualche episodio avvenuto quando era carabiniere (si congedò nel 1992). Non si sa a quale vicenda in particolare possa essersi riferito, ma in quel periodo, quando era ancora in servizio a Tivoli, Ventura fu uno dei testimoni chiave in un procedimento penale che portò alla condanna di due uomini, uno di Torino e uno, incensurato, originario di Lametia Terme. Il 15 luglio del 1991, Ventura si era recato a Roma con un commilitone per consegnare a un perito chimico del Tribunale un campione di stupefacenti sequestrato. I due carabinieri avevano incrociato sulle scale del palazzo un uomo vestito da poliziotto insieme a uno in borghese. Trovarono la porta dello studio aperta e il perito massacrato di botte, rapinato di un importante quantitativo di eroina e cocaina che aveva in consegna. Durante le indagini Ventura, il suo collega e il perito contribuirono a definire un identikit fotografico del finto poliziotto che portó ad incriminare due uomini. La loro testimonianza fu anche determinante per la condanna degli imputati.

  • 2 giugno 2008

    I resti del corpo di Gennaro Ventura sono stati rinvenuti il 25 aprile 2008 in un casolare di campagna abbandonato alla periferia di Lamezia Terme, sul fondo di una vasca utilizzata per la fermentazione del mosto di vino. Accanto ai resti umani sono stati trovati anche alcuni oggetti, tra cui una macchina fotografica, una borsa da fotografo e una fede d'oro con l'incisione del nome della moglie, "Manuela". Ventura è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa. "Io credo che adesso abbiamo l'obbligo morale oltreché giuridico di dare una risposta ai familiari, nel senso di trovare i responsabili della morte di Gennaro Ventura e di ricostruire tutti i contorni di quella vicenda" – ha dichiarato il dr. Salvatore Barilaro, vice questore aggiunto del Commissariato di Lamezia Terme. Se la vicenda "all'epoca sembrava misteriosa" oggi – ha continuato il vice questore – "grazie ai passi in avanti fatti dalla scienza forense", le possibilità di individuare i responsabili sono certamente maggiori. Il padre di Gennaro Ventura è convinto che il movente del suo omicidio vada cercato in qualche episodio accaduto quando ancora prestava servizio nei Carabinieri.

  • 27 aprile 2010

    Il sindaco di Lamezia Teme, Gianni Speranza, ha incontro il Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Vitello, in merito al caso di Gennaro Ventura, il fotografo scomparso nel 1996 e i cui resti furono ritrovati nel 2008. Domenica scorsa, il sindaco, durante la manifestazione del 25 aprile, aveva incontrato i genitori di Gennaro, che chiedono giustizia agli inquirenti affinché si continui ad indagare per individuare i responsabili, e li aveva rassicurati che avrebbe cercato di parlarne con il procuratore. Oggi il procuratore ha comunicato al sindaco il suo interessamento diretto sulla questione.

  • 16 dicembre 2010

    Sono trascorsi 14 anni da quando Gennaro Ventura, scomparve da Lamezia Terme. Era il pomeriggio del 16 dicembre e si era allontanato dal suo studio fotografico per andare a fare un servizio. I resti del corpo sono stati rinvenuti il 25 aprile 2008 in un casolare di campagna abbandonato alla periferia di Lamezia Terme, sul fondo di una vasca utilizzata per la fermentazione del mosto di vino. Accanto ai resti umani sono stati trovati anche alcuni oggetti, tra cui una macchina fotografica, una borsa da fotografo e la sua fede d'oro. Il fratello ha creato un gruppo su facebook che si chiama "Lamezia Terme chiede giustizia per Gennaro Ventura" che ha raccolto oltre mille adesioni.

  • 23 giugno 2016

    Otto anni dopo il ritrovamento dei resti di Ventura, per gli inquirenti il suo omicidio fu la vendetta per aver fatto il suo dovere di carabiniere. In una conferenza stampa il procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri, insieme ai vertici locali di DDA e polizia, ha reso noto la notifica in carcere di un ordine di arresto per omicidio aggravato dal metodo mafioso nei confronti di Domenico Antonio Cannizzaro, 50 anni, dell’omonima cosca di Lamezia Terme. Ad accusarlo di essere il mandante del delitto, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, secondo gli inquirenti esecutore materiale del delitto e il cliente che aveva fissato l’appuntamento con Gennaro Ventura il giorno della sua scomparsa.

  • 7 febbraio 2019

    La Corte d'assise d'appello di Catanzaro ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione nei confronti di Domenico Cannizzaro, accusato di essere il mandante dell'omicidio di Gennaro Ventura.

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