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Scomparso

Elena Ceste

Data pubblicazione:23/10/2014

Elena Ceste, 37 anni, casalinga, vive a Costigliole d’Asti (Asti), nella frazione di Santa Margherita, con il marito e i quattro figli. Alle 8 di venerdì 24 gennaio il marito è uscito, su sua richiesta, per accompagnare i bambini a scuola. Poco dopo i vicini l’hanno vista nel giardinetto davanti casa, con il cancello chiuso, vestita leggera e in maniche corte. Quando il marito è tornato, verso le 9, ha notato il suo cellulare, i documenti, gli occhiali da vista e il giaccone che di solito indossa per uscire, ma lei non era in casa,. I vicini non l’hanno vista andare via, né hanno sentito il cane abbaiare.

  • 5 febbraio 2014

    Il marito ha riferito che la sera prima della scomparsa Elena Ceste ha manifestato segni di disagio psicologico e gli ha mostrato alcuni sms che la preoccupavano, ricevuti sul suo cellulare. Un cugino ha raccontato che in autunno lei aveva ristretto l'accesso al suo profilo Facebook, che usava soprattutto per tenersi in contatto con i parenti e gli amici. Il 24 gennaio il marito è uscito alle 8:10 per portare i figli a scuola. Alle 8:15 una vicina è passata in auto davanti alla casa di Elena Ceste, vedendola in giardino, senza giacca, come se fosse uscita solo per un momento. Alle 8:35, al suo rientro, il marito ha trovato i suoi vestiti sparsi tra il cancello e la porta di casa, dove lei non c’era. Dopo averla cercata insieme ai vicini, alle 10:20 è andato dai carabinieri. Da quel momento tutto il territorio intorno all’abitazione è stato battuto giorno e notte senza trovare nessuna traccia. Nessuna ipotesi di reato è stata formulata a carico del mittente dei messaggi, sentito dagli inquirenti.

  • 12 febbraio 2014

    [Video - il caso nella puntata del 12 febbraio]

  • 19 febbraio 2014

    Lo stato di agitazione di Elena Ceste nei giorni precedenti la sua scomparsa avrebbe avuto un fondamento preciso. Lo riferisce il marito della donna a “Chi l’ha visto?”: un video girato a sua insaputa, che lei non avrebbe voluto far vedere in giro, sarebbe stato la base di un ricatto. Chi lo ha girato? Chi ricattava Elena Ceste e perché?

    [Video - Il caso nella puntata del 19 febbraio 2014]

  • 26 febbraio 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 26 febbraio 2014]

  • 5 marzo 2014

    Elena Ceste non ha confidato solo al marito di sentirsi sotto pressione e addirittura ricattata. Già a ottobre del 2013, mesi prima di scomparire, era andata da una vicina, che le dava lezioni di uncinetto, dicendole piangendo: “Sono sulla bocca di tutti, una persona che credevo amica mi ha tradita”, accennando a episodi verificatisi sui social network. Alla stessa persona era apparsa molto turbata e quasi in lacrime anche mercoledì 22 gennaio, due giorni prima della scomparsa. L'ipotesi di reato, istigazione al suicidio, fatta dalla procura di Asti sembra coincidere con le accuse lanciate da parte del marito Michele da "Chi l'ha visto?", rinnovate ancora nell'ultima puntata. Perquisizioni e accertamenti del Ris dei carabinieri sono stati comunque effettuati nel garage e sulle auto nella disponibilità del marito. Il padre di Elena Ceste, in collegamento da Costigliole d'Asti durante la trasmissione, ha voluto rivolgere un appello direttamente a lei: “Elena, io e mamma ti aspettiamo. Dacci un segno sei viva, questo è l’importante. Tutte le cose di sistemano. C’è Anna che ti aspetta, guarda sempre i pullman che girano e non ti vede scendere. Cerca di fare l’ultima fermata. Fatti sentire.”

  • 11 marzo 2014

    Dopo la diffusione dell'appello dei carabinieri d Asti una donna ha contattato la redazione di "Chi l'ha visto?": "Non è Elena, sono io la donna del tram. Mi dispiace per i familiari", ha detto. La donna ha aggiunto che prende tutti i giorni il tram numero 4 di Torino per andare al lavoro. I Carabinieri del Comando Provinciale di Asti e la Procura della Repubblica, avevano diffuso oggi le immagini di una donna somigliante a Elena Ceste ripresa la mattina del 7 marzo sul mezzo pubblico torinese. L'appello era rivolto anche alla donna stessa nel caso si fosse riconosciuta. ”.

  • 12 marzo 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 12 marzo 2014]

  • 19 marzo 2014

    Nell’ultima puntata il programma è tornato sul caso, sentendo i vicini per una nuova ricostruzione della mattina in cui la donna è scomparsa. Le telecamere del palazzo comunale di Costigliole d'Asti, ripresero il passaggio dell’auto del marito il 24 gennaio prima del suo rientro a casa. Non è stato reso noto l’orario registrato, ma sembra che questa informazione non concorderebbe con le prime ricostruzioni. Finora l’unico punto fermo è l’ora in cui il marito ha lanciato l’allarme chiamando una vicina, le 8:40. “Dopo la mezzanotte ho visto che si era collegata alla chat di Facebook”, ha raccontato a "Chi l'ha visto?" la cugina di Elena Ceste, aggiungendo che era da tempo che non la vedeva on line. Non è chiaro però perché la donna fosse sul social network proprio la notte prima della scomparsa, né vi è la certezza che fosse lei a utilizzare il suo profilo. Riguardo allo stato di agitazione di Elena Ceste, che aveva confidato anche alla vicina che temeva di “essere sulla bocca di tutti”, “Chi l’ha visto?” ha sentito le amiche che frequentavano la sua parrocchia. “Era una famiglia speciale”, hanno detto, negando di aver mai sentito di voci negative che la riguardassero.

    [Video - Il caso nella puntata del 19 marzo 2014]

  • 26 marzo 2014

    Mentre continuano a mancare riscontri di un allontanamento volontario di Elena Ceste, che non ha risposto nemmeno all'appello rivoltole dalla madre nella puntata del 19 marzo, si cerca di capire quando esattamente sia scomparsa. Un elemento utile potrebbe venire dalle telecamere di sicurezza del Comune di Costigliole d’Asti, in via Roma, che avrebbero ripreso il passaggio dell’auto del marito alle 8:38 del 24 gennaio. Orario che sarebbe confermato anche dall'orologio all'esterno di una farmacia di fronte. Questo dato, se confermato, insieme alla circostanza che il marito è passato a chiedere informazioni a un ufficio comunale, posticiperebbe di alcuni minuti l'orario del suo rientro a casa, la scoperta della scomparsa e la richiesta di aiuto alla vicina rispetto alle prime ricostruzioni.

    Don Roberto, parroco della parrocchia della frazione di Motta, è stato ascoltato dai magistrati di Asti e ha confermato anche a "Chi l'ha visto?" che nel loro ultimo colloquio la donna aveva manifestato una profonda preoccupazione, la cui origine resta misteriosa. Gli esperti del RIS dei carabinieri che hanno esaminato il computer di Elena Ceste, hanno comunicato di non averci trovato nessun video 'compromettente'.

  • 2 aprile 2014

    Un amico di Elena Ceste ha rivelato a "Chi l'ha visto?" che a ottobre del 2013 lei lo chiamò in lacrime parlando di "vecchie conoscenze", "gente cattiva" che la "voleva infangare. Il programma tenta di stabilire quando esattamente la donna è scomparsa il 24 gennaio, aggiornando la ricostruzione di quella mattina attraverso nuovi elementi.

    [Video - Il caso nella puntata del 2 aprile 2014]

  • 9 aprile 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 9 aprile 2014]

  • 16 aprile 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 16 aprile 2014]

  • 23 aprile 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 23 aprile 2014]

  • 30 aprile 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 30 aprile 2014]

  • 7 maggio 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 7 maggio 2014]

  • 14 maggio 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 14 maggio 2014]

  • 28 maggio 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 28 maggio 2014]

  • 4 giugno 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 4 giugno 2014]

  • 12 giugno 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 12 giugno 2014]

  • 2 luglio 2014

    [Video - Il caso nella puntata del 2 luglio 2014]

  • 18 ottobre 2014

    Un cadavere in avanzato stato di decomposizione è stato trovato a Isola d'Asti, durante i lavori di ripulitura di un canale di scolo adiacente alla ferrovia, di proprietà di un agricoltore. Il luogo si trova a meno di due chilometri dalla casa dove viveva Elena Ceste. Gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo.

  • 23 ottobre 2014

    Il cadavere ritrovato fa nelle campagne dell'astigiano, informano i carabinieri, è compatibile con quello di Elena Ceste. "Al termine di specifiche analisi condotte da un Istituto specializzato di Torino delegato al riguardo dall'Autorità giudiziaria inquirente - informa il comando provinciale dei carabinieri di Asti -, è stato riscontrato che il Dna della signora Elena Ceste, scomparsa il 24 gennaio 2014 dalla propria abitazione di Costigliole d'Asti,è compatibile con quello del cadavere ritrovato il 18 ottobre scorso ad Isola d'Asti in località Chiappa. I familiari della donna sono stati informati da alcuni Ufficiali del Comando Provinciale Carabinieri di Asti. Le indagini continuano nel più stretto riserbo".

    [Video - Il caso nella puntata del 22 ottobre 2014]

  • 24 ottobre 2014

    Il marito di Elena Ceste, Michele Buoninconti è stato iscritto sul registro degli indagati con l'ipotesi di reato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. I carabinieri questa mattina sono andati nella sua casa a Costigliole D'Asti per notificare l'avviso in cui si spiega che nei prossimi giorni verrà svolta l'autopsia sul corpo della moglie. Questo consente all'indagato di nominare un proprio consulente a difesa.

  • 31 ottobre 2014

    La mamma di Costigliole d’Asti è stata uccisa e poi occultata oppure si è tolta la vita? Dopo l’identificazione del corpo a “Chi l'ha visto?” gli interrogativi sulla sua morte e sul suo ritrovamento. Il programma ha ricostruito la scoperta della scomparsa di Elena Ceste da parte del marito e le prime ricerche con l’aiuto dei vicini. Nei primi minuti dopo l’allarme nessuno avrebbe visto gli abiti e gli occhiali accanto al cancello principale, nel punto in cui il marito disse a “Chi l’ha visto?” di averli rinvenuti qualche ora dopo, in momenti diversi. Eppure tutti cercarono da subito la donna già ritenendo che fosse nuda e senza occhiali. Quando furono trovati effettivamente gli occhiali e i vestiti? Durante la diretta dal punto di Isola d’Asti dove è stato trovato il corpo, alcuni spettatori hanno riconosciuto un telone repertato dalla scientifica il 18 ottobre. Nelle immagini girate dal programma con un drone, per le prime puntate sul caso, gli spettatori hanno indicato dei teloni simili sulla serra e nel cortile di casa Buoninconti - Ceste. Il giorno dopo i carabinieri sarebbero intervenuti per fotografarli e acquisirne le immagini.

    [Video - Nella puntata del 29 ottobre 2014]

  • 21 gennaio 2015

    Il medico curante di Elena Ceste ha spiegato a “Chi l’ha visto?” che la mattina della scomparsa sulla porta del suo studio a Costigliole d’Asti non era affisso il solito cartello con gli orari di visita. Vi era stato sovrapposto un altro cartello con il nome del suo sostituto e con orari diversi dal solito. Un dettaglio che non era emerso finora nel racconto dettagliato di quella mattina fatto dal marito Michele. Non è morto il cane Gandalf che il marito di Elena Ceste non aveva più potuto accudire dopo la scomparsa, restituendolo ai proprietari. Lo hanno accertato i carabinieri, che lo hanno rintracciato risalendo a coloro ai quali era stato nel frattempo affidato.

  • 29 gennaio 2015

    I carabinieri di Asti hanno arrestato il marito di Elena Ceste, Michele Buoninconti, per omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere su ordine del gip di Asti Giacomo Marson, che ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato. Ieri era stata depositata in Procura la perizia autoptica eseguita sul corpo della donna nella quale si ipotizzava per la prima volta una morte violenta.

  • 2 febbraio 2015

    Nel corso dell’interrogatorio di garanzia nel carcere di Quarto d'Asti Michele Buoninconti ha risposto per circa due ore alle domande del gip Giacomo Marson, che al termine si è riservato la decisione. Era persente anche il pm Laura Deodato. Lo ha reso noto l'avvocato Chiara Girola, che assiste l'uomo con il collega Alberto Masoero. “E’ deciso a difendersi e ad andare fino in fondo”, ha dichiarato Girola al termine dell’interrogatorio.

  • 4 febbraio 2015

    [Video - Il caso nella puntata del 4 febbraio 2015]

  • 11 febbraio 2015

    [Video - Il caso nella puntata del 11 febbraio 2015]

  • 18 febbraio 2015

    [Video - Il caso nella puntata del 18 febbraio 2015]

  • 27 febbraio 2015

    Il 21 febbraio scorso Michele Buoninconti non è stato scarcerato da Tribunale del Riesame di Torino perché potrebbe uccidere ancora: "Sussiste un concreto ed elevato pericolo - hanno scritto i giudici nelle motivazioni dell’ordinanza - che l'indagato, qualora in libertà, possa commettere ulteriori reati della stessa specie". Il marito di Elena Ceste sarebbe pericoloso perché "a prescindere dall'individuazione puntuale di quello che può essere stato l'incipit che ha scatenato" l'omicidio, vi è stata "una aggressione di violenza inaudita, contro una donna indifesa, da parte di chi, più di ogni altro avrebbe dovuto offrirle garanzie di cura e protezione". Inoltre, "ciò che imprime decisiva gravità al fatto è l'avere ucciso la propria moglie, madre dei propri figli, deprivati con tale condotta della loro primaria figura genitoriale".

    Quanto alla premeditazione, - si legge ancora nelle motivazioni - è da escludere innanzitutto perché quella di Buoninconti è stata "un'azione impulsivamente rivolta verso la persona offesa, una reazione improvvisa e violenta piuttosto che un'ideazione criminosa rimasta ferma e irrevocabile da una sua pretesa pregressa insorgenza, di cui non v'è traccia". Michele Buoninconti per i giudici ha agito per "una reazione improvvisa, immediata, la cui riuscita è dipesa solamente dalla disparità di forze tra la vittima e il suo aggressore e non dal ricorso a strumenti utili a garantire un evento letale previamente programmato". Ulteriori elementi indicativi di mancata premeditazione sono il fatto di non avere usato veleno o armi e le sue stesse "contraddizioni nelle varie versioni”che “non sono certamente una circostanza sintomatica di un piano criminoso programmato nel tempo". Oltre al fatto che, secondo i giudici, "la coppia non appariva in conflitto", "Buoninconti ha trascurato di assumere un comportamento fin dall'inizio coerente rispetto al cellulare della vittima, per poi cercare di spiegare tale anomalia con l'asserzione, falsa, di essere stato in possesso del presente apparecchio”. Infine, per quanto riguarda gli abiti della moglie, per i giudici Buoninconti “non ha predisposto nessun espediente” per nasconderli e glieli avrebbe tolti “non tanto per accreditare una versione, inverosimile, che la stessa si fosse allontanata nuda in preda a un delirio, quanto per favorire la decomposizione del cadavere".

  • 14 maggio 2015

    Giudizio immediato per Michele Buoninconti, accusato di omicidio e occultamento del cadavere della moglie Elena Ceste. E' questa la decisione del gip, Giacomo Marson, che ritiene sufficiente la raccolta di prove a carico dell'indagato e pertanto ha fissato la prima udienza in corte d'Assise il 1 luglio. I due avvocati della difesa,Chiara Girola e Massimo Tortoroglio, hanno 15 giorni di tempo per chiedere il rito abbreviato che prevede lo sconto di 1/3 della pena.

  • 27 maggio 2015

    "Michele Buoninconti continua a dirsi innocente, certo che emergerà la realtà". Lo affermano all'ANSA i legali del marito di Elena Ceste, Chiara Girola e Massimo Tortoroglio, che questa mattina hanno depositato nell'ufficio del gip di Asti la richiesta,di rito abbreviato. "La scelta del nostro assistito - aggiungono - è stata dettata per evitare l'eccessiva esposizione mediatica nell'interesse preminente dei quattro figli".

  • 3 giugno 2015

    Il padre di Elena Ceste, nominato curatore speciale dal pubblico ministero, per conto dei figli minori della donna ha dato mandato agli avvocati Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia di costituirsi parte civile insieme agli altri familiari nel procedimento penale contro Michele Buoninconti. Ne danno notizia a Chi l'ha visto?" i due legali.

  • 4 novembre 2015

    Al processo che lo vede imputato dell’omicidio della moglie, Miche Buoninconti ha letto in circa venti minuti cinque pagine di una sua dichiarazione. Dopo aver ribadito più volte la sua innocenza e il convincimento che lei sia morta per una tragica fatalità, il marito di Elena Ceste – ha riferito il suo legale Enrico Scolari – si è rammaricato di non essersi rivolto al medico la sera prima della sua scomparsa e di non essere andato cercarla nel luogo dove poi è stata ritrovata morta. Buoninconti ha difeso la memoria della moglie dicendo che quelli che lei frequentava erano solo amici e ha concluso leggendo un passo della bibbia su Susanna e il giudizio di Daniele.

  • 17 maggio 2018

    La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a trenta anni di reclusione per Michele Buoninconti, in carcere dal 2015 per l'omicidio e l'occultamento del cadavere della moglie Elena Ceste, scomparsa da Costigliole d'Asti la mattina del 24 gennaio 2014. Diventa definitiva la sentenza emessa il 15 febbraio 2017 dalla corte d'Assise d'appello di Torino. Anche in primo grado Buoninconti era stato condannato a 30 anni dal gup di Asti il 4 novembre 2015. Il corpo della 37enne madre di quattro figli, fu ritrovato a circa un chilometro di da casa, il 18 ottobre seguente, durante i lavori di bonifica di un canale di scolo.

  • 29 maggio 2020

    Nessuna traccia o Dna nel tubo di scolo, il marito non potrà chiedere la revisione del processo. Michele Buoninconti aveva incaricato un’agenzia di investigazioni di trovare elementi a sostegno dell’ipotesi della donna uscita di casa in preda a una crisi e caduta accidentalmente. La notizia su lanuovaprovincia.it. L’ex vigile del fuoco sta scontando dal 2015 una condanna a 30 anni per omicidio e occultamento del cadavere.

  • 20 luglio 2020

    Il Tribunale di Asti ha concesso l'accesso ad alcuni reperti ai periti incaricati della ricerca di elementi utili alla richiesta di revisione della condanna di Michele Buoninconti a 30 anni. Potranno effettuare analisi genetiche sugli abiti della donna trovati nel cortile della sua casa e sulle due auto di famiglia.

  • 13 maggio 2022

    Gli indumenti di Elena Ceste non potranno essere analizzati di nuovo. Il Tribunale di Asti ha respinto l’istanza della difesa di Michele Buoninconti per poter cercare eventuali tracce genetiche di persone sconosciute, con l’obiettivo di chiedere la revisione del processo. Ne dà notizia "La Stampa". L’uomo sta scontando la condanna definitiva a 30 anni.

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