Salvatore La Fata, ex operaio edile di 55 anni, sposato e padre di due figli, da tre anni viveva una condizione di grande difficoltà sul lavoro. Negli ultimi tempi trovava soltanto solo lavoro in nero, piccole cose, lavori a giornata. A volte senza neanche essere pagato, ricorda la figlia. Per reagire con dignità a questa situazione, da cinque mesi tutte le mattine allestiva un banchetto di frutta e verdura abusivo in piazza Risorgimento a Catania. Venerdì 19 settembre, alle 10, in seguito a un controllo della polizia municipale gli è stata sequestrata la merce. Lui ha reagito con veemenza, provando a spiegare in tutti i modi che quel banchetto era tutto quello che aveva per tirare avanti, arrivando a minacciare un gesto estremo che poi ha attuato. Secondo una prima testimonianza, allontanatosi dal banco, si è fatto riempire una bottiglietta di benzina dal vicino distributore e poi si è dato fuoco, venendo soccorso dagli altri ambulanti. Dopo undici giorni di agonia in ospedale, con ustioni di terzo grado sul 60% del corpo, Salvatore La Fata è spirato. I suoi familiari rivolgono un appello a chi quella mattina era presente e ha assistito alla scena, per chiarire la dinamica dei fatti:
"Allo scopo di comprendere l'esatto svolgimento dei fatti di piazza risorgimento del 19 settembre 2014 , riguardanti l'ambulante (ex operaio edile) Salvatore La Fata, datosi fuoco dopo una lunga discussione con gli agenti di polizia municipale chiediamo a chiunque sia stato presente, abbia visto, sentito o girato video con cellulare o altro di farsi presente e collaborare con la famiglia per chiarire dubbi e perplessità' sull'accaduto e per fare chiarezza ed eventualmente giustizia ,cosicché chi di dovere si faccia carico delle proprie responsabiltà".
Il gup di Catania Marina Rizza, su richiesta del pm Dott.ssa Agata Consoli, ha fissato per il 13 gennaio 2016 l'udienza preliminare nei confronti di due vigili urbani di Catania accusati del reato di istigazione al suicidio nei confronti di Salvatore La Fata. Il 19 settembre del 2014 l'uomo si era dato fuoco dopo che i vigili gli avevano sequestrato la frutta che tentava di vendere per guadagnare qualcosa dopo essere rimasto senza lavoro. La moglie di La Fata - ricorda il legale Francesco Maria Marchese - aveva presentato querela perché numerosi testimoni avevano riferito di aver sentito due vigili dirgli "datti a fuoco ma spostati più in là", dopo che lui aveva minacciato di darsi fuoco per disperazione. Testimoni che avevano risposto all'appello in diretta da "Chi l'ha visto?" nella puntate del 1 e dell'8 ottobre dello scorso anno.
Il gup Marina Rizza ha disposto il non luogo a procedere nei confronti dei due agenti della polizia municipale di Catania accusati dalla procura di avere istigato Salvatore La Fata a uccidersi.