Data pubblicazione:26/10/2011
Angelo Gullo, 26 anni, Viveva in una villetta di Palermo con il padre, la madre e sei fratelli, dei quali lui è il terzo. Tra la fine del 1992 e l’inizio del 1993 ha trovato lavoro come muratore e si è fidanzato con una ragazza del quartiere, che pensava di sposare. Una sera d’autunno del 1992, è entrato in una villa abbandonata, lungo il muro della quale stava camminando con un amico. Dopo avere scavalcato, i due sono stati sorpresi dagli uomini di Salvatore Riina, in quel momento l'uomo più ricercato d`Italia, che ignoravano essere il proprietario della villa. L’amico è riuscito a scappare, ma Angelo Gullo è stato bloccato e picchiato. L’incidente sembrava essere chiuso in questo modo, secondo le regole mafiose, e nei mesi successivi il giovane aveva riacquistato pian piano la serenità. La sera del 22 gennaio 1993 è stato visto per l’ultima volta in una piazzetta, dopo essere stato dalla fidanzata, sulla via verso casa, dove però non è mai arrivato. "La sera che è scomparso era tranquillo. Mia aveva abbracciato. E non l’ho più visto", ha ricordato la madre. La sua auto venne ritrovata il giorno dopo davanti a un bar, lungo la circonvallazione di Palermo. Di lui nessuna traccia.
Alcuni giorni prima della sua scomparsa, il 15 gennaio 1993, i carabinieri avevano arrestato Salvatore Riina. Dopo l’arresto i fedelissimi del capomafia che avevano ripulito accuratamente il covo del boss, per proteggere i suoi segreti, si sono ricordati che alcuni mesi prima qualcuno era entrato in un’altra villa di Riina nella borgata sotto Monreale e si sono ricordati di Angelo Gullo. Secondo quanto racconteranno in seguito alcuni collaboratori di giustizia, temendo che possa aver visto o preso qualcosa di compromettente, avrebbero deciso di far sparire anche lui.
Dopo 19 anni la madre di Angelo Gullo, che non si è mai arresa, si è opposta alla terza richiesta di archiviazione del caso della Procura di Palermo. La famiglia Gullo non può permettersi un legale per fare opposizione, ma la signora Giovanna non vuole rassegnarsi e per questo attraverso "Chi l`ha visto?" ha lanciato un appello, chiedendo verità e giustizia per il figlio: "Vogliono archiviare il caso di mio figlio. Non si riesce a capire cosa prova una madre che non trova suo figlio, non c’è pace, né notte né giorno”.