Edizione:2004/2005
Data pubblicazione:04/10/2004
Il 9 ottobre scorso il custode della centrale idroelettrica che sfrutta le acque del Ledra, a Udine, ha trovato il corpo nudo e senza vita di una donna. Intorno al collo un laccio con il quale la donna sarebbe stata strangolata in un parcheggio vicino al fiume. Gli inquirenti, oltre al laccio e al portafogli della vittima, hanno ritrovato anche un fermaglio portasoldi probabilmente dell'assassino. Il giorno dopo è stato possibile risalire all'identità della donna, Donatella Cordenons, 38 anni, di Pordenone, che sembra conducesse una doppia vita.
Secondo gli inquirenti, la notte del 9 ottobre scorso la donna sarebbe salita in macchina con la persona che poi l'ha uccisa, qualcuno che conosceva o che ha incontrato in strada e l'ha assassinata senza un movente. In base alla seconda ipotesi il caso è seguito anche dalla Unità di Analisi del Crimine Violento della Polizia, per verificare eventuali elementi seriali. Gli investigatori non mettono in relazione l'omicidio con gli altri diciassette perpetrati in zona negli anni tra il 1971 e il 1990 ai danni di prostitute. Ma nella popolazione c'è comunque la preoccupazione che possa essere ripresa quella tragica sequenza di crimini irrisolti, iniziata con l'uccisione di Irene Belletti, 40 anni, il cui corpo fu ritrovato alla periferia di Udine.
Sul luogo del delitto, in via Gervasutta, 41 ore dopo la scoperta del corpo sono stati trovati il portafogli della vittima con 105 Euro, il suo orologio, un pezzo del cordino di nylon utilizzato per strangolarla e un fermasoldi, che gli inquirenti stanno cercando di scoprire a chi appartenga. Nessuna traccia dei vestiti della vittima, forse sottratti per cancellare tracce genetiche, della borsetta, del cellulare e del diario sul quale la donna pare scrivesse tutti i giorni qualcosa, seduta al tavolino del bar presso la stazione di Udine dove era solita sostare.