Data pubblicazione:12/06/2001
Pierantonio Sandri, un giovane odontotecnico, viveva a Niscemi con la madre: uno studente di buona famiglia, con una vita tranquilla e amicizie normali. E' scomparso la sera del 3 settembre 1995, senza che nulla potesse far presagire una cosa simile. Quel giorno era stato visto nella piazza del paese, dalle 15:30 alle 18, insieme ad altri ragazzi. Alle 22:45 aveva telefonato da un posto pubblico, forse da un bar, a un amico che gli aveva chiesto un passaggio in macchina a Catania per l'indomani. Non avendolo trovato, Pierantonio aveva lasciato a sua madre il messaggio. Da allora di lui si è persa ogni traccia. Una ventina di giorni prima di sparire, Pierantonio Sandri sarebbe stato coinvolto in una rissa durante una festa in piazza: un episodio che, secondo gli inquirenti, non sarebbe in alcun modo collegato con la scomparsa del ragazzo. Forse Pierantonio Sandri aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Dalle sei di quel pomeriggio fino alle undici il giovane ha sicuramente incontrato qualcuno. Ma nessuno, finora, ha voluto testimoniare. Da sei anni sua madre e i cittadini di Niscemi si interrogano su questo mistero. Tra la gente, nel paese, c'è chi conosce la verità e, forse per paura, la tiene nascosta.
Durante la lite in cui Pierantonio Sandri era stato coinvolto a Niscemi, pare che lui per difendersi avesse ferito con una bottiglia rotta un altro giovane. Sulla base di questa circostanza, soprattutto per l'ambiente di provenienza del ferito, l'avvocato della famiglia di Sandri ha riferito che la Polizia avrebbe sufficienti elementi per credere che il giovane scomparso possa essere stato ucciso. La madre di Sandri nel 2003 ha ricevuto una lettera anonima nella quale qualcuno diceva che era ora di fare giustizia. Consegnata ai Carabinieri, la lettera ha dato il via alla riapertura del caso.
Lo scheletro di un uomo è stato ritrovato da agenti della polizia di stato nel bosco di Niscemi. I poliziotti hanno fatto la scoperta nei giorni scorsi e adesso stanno accertando se si può trattare di Pierantonio Sandri, un giovane scomparso a Niscemi il 3 settembre 1995, quando aveva 19 anni. Lo scheletro era nascosto in una buca; sui resti del corpo la polizia scientifica sta effettuando accertamenti. Sandri, 19 anni, odontotecnico senza precedenti penali, scomparve all'inizio del settembre '95 senza lasciare tracce. La madre Antonietta Burgio, insegnante in pensione, diffuse un appello ''scongiurando chiunque sappia qualcosa a dare notizie''. Il ragazzo, che si era diplomato tre mesi prima in un istituto professionale di Catania, si era allontanato nel pomeriggio del 3 settembre con un giovane che era passato a prenderlo da casa con una motocicletta. La madre non credeva all'allontanamento volontario. ''Ha lasciato a casa i documenti, in tasca non aveva molto denaro, e comunque non mi avrebbe lasciata per così lungo tempo senza sue notizie'', disse la donna. Gli amici di Sandri fecero stampare un manifesto con la fotografia del giovane diffondendola nei paesi vicini.
Nell’inchiesta sul ritrovamento dello scheletro a Niscemi c’è un indagato che nel 1995, anno della scomparsa di Pierantonio Sandri, era minorenne. Secondo gli inquirenti, infatti, lo scheletro ritrovato dovrebbe essere “con alta probabilitá, di Pierantonio Sandri”, il diciannovenne nisseno scomparso il 3 settembre 1995.
"Cerco mio figlio dal giorno della sua scomparsa, il 3 settembre del 1995. Ogni minuto del giorno e della notte il mio pensiero è stato Pierantonio. Avrei voluto `sapere', `conoscere', `capire' cosa fosse accaduto a un giovane che si stava affacciando alla vita. Non ho mai lasciato la mia città perché dovevo `cercare' e `ritrovare' Pierantonio. Nella mia mente, nel mio cuore, nella mia anima c'era sempre la speranza di `ritrovare' mio figlio". Lo scrive in una lettera aperta Ninetta Burgio, la madre di Pierantonio Sandri, un giovane odontotecnico che aveva 19 anni, viveva a Niscemi (Caltanissetta) da dove scomparve nel nulla la sera del 3 settembre 1995. Nei giorni scorsi la polizia ha trovato, su indicazione di un collaboratore di giustizia, uno scheletro umano sepolto in una buca in un bosco nei pressi di Niscemi. Secondo la procura di Caltagirone, con molta probabilità si tratta di Sandri. Nell'inchiesta c'è già almeno un indagato, che era minorenne all'epoca dei fatti. "Ho appreso attraverso la stampa - scrive la mamma di Sandri - che nelle campagne di Niscemi era stato ritrovato un `corpo' e con alta probabilità si tratta dei resti di Pierantonio. Ringrazio la Polizia di Stato, la Procura della Repubblica di Caltagirone, la Questura di Caltanissetta e il Commissariato di Niscemi, la Squadra Mobile di Caltanissetta e tutti quanto hanno, in questi anni, lavorato con dedizione e costanza per dare una risposta di giustizia ad una grande ferita scavata dentro di me, ferita che aveva il bisogno di sapere. Ringrazio il Sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino, che è mi ha immediatamente portato la vicinanza e la solidarietà della mia città. Ringrazio don Luigi Ciotti che, durante questi lunghi anni, mi è sempre stato vicino insieme a Libera, ed ha saputo darmi e dirmi nei momenti di profondo sconforto la parola giusta per continuare a sperare. Ringrazio - continua la Burgio - la mia amica e mio avvocato Enza Rando che mi ha sempre accompagnato in questi lunghi anni, in tutti i luoghi e in tutti i posti dove avevo la speranza di ritrovare il mio Pierantonio". "Voglio dire al Paese - prosegue la donna - che questo è un segnale di grande civiltà perché `sapere', `conoscere' anche verità dure e atroci significa ridare speranza e fiducia ad una comunità che deve sempre aprire gli occhi, perché a nessun altro suo giovane, a nessun altro Pierantonio,deve essere spezzata la vita, i sogni, la speranza e privarli del futuro. Pierantonio, come ho sempre gridato, è un bravo ed onesto giovane che stava crescendo per entrare nel mondo degli adulti. Mio figlio è cresciuto dentro una famiglia che lo aveva educato nel rispetto dei valori della solidarietà, dell'accoglienza e della legalità. Purtroppo anche per questo Pierantonio ha trovato la morte. Spero ed Auguro che la Magistratura e le Forze dell'Ordine sapranno fare anche piena luce sulle motivazioni, sulla storia di un giovane a cui è stata spezzata la vita e sono certa che questa città saprà 'custodire' i suoi giovani e alzare la testa, lottare sempre contro tutte le ingiustizie e le mafie. Continuerò con tutte le mie forze a portare avanti la battaglia per la legalità". Della scomparsa di Pierantonio Sandri si era occupata, più volte anche la trasmissione `Chi l'ha visto'. Una ventina di giorni prima di sparire, Pierantonio Sandri sarebbe stato coinvolto in una rissa durante una festa in piazza. La madre che non ha mai creduto all'allontanamento volontario del figlio in questi 14 anni ha lanciato numerosi appelli e non ha mai smesso di cercarlo.
"E' un miracolo che mio figlio finalmente sia tornato a casa dopo 14 anni. Per questo ringrazio il Signore". Lo ha detto Ninetta Burgio, madre di Pierantonio Sandri, i cui resti erano stati ritrovati nel settembre scorso sepolti in un terreno. Per quattordici anni di lui non si era saputo nulla, nonostante gli appelli lanciati dalla madre anche attraverso “Chi l’ha visto?”. Oggi nella chiesa Madre sono stati celebrati i funerali. "A Niscemi - ha detto ancora la madre- è successa una cosa che non si era mai verificata prima. Finalmente qualcuno ha parlato della scomparsa di un ragazzo. Ha parlato chi lo ha ucciso. Pierantonio era un ragazzo speciale, allegro, generoso, esuberante. Il ritrovamento dei suoi resti per me è una grazia di Dio che darà un po' di serenità al mio cuore. Non cerco vendetta ma giustizia. Prego per coloro che hanno fatto un male così atroce al mio ragazzo. Ma è anche giusto che essi paghino il loro debito con la giustizia e che chiedano perdono a Dio". A celebrare il rito funebre don Luigi Ciotti, che in questi anni e' sempre stato vicino al dolore di Ninetta. "E' una donna che ha lottato -ha detto don Ciotti - con determinazione per riavere almeno i resti di suo figlio. La storia di Pierantonio deve fare breccia sui cuori di tutti quei ragazzi che percorrono la strada dell'illegalità. Pierantonio e' stato ucciso perché ha visto qualcosa che non doveva vedere".
Il giorno del funerale di Pierantonio Sandri la madre Ninetta Burgio lancia un appello. Lei che ha vissuto per 14 anni la disperazione che si prova davanti al muro dell’omerta,’ chiede che questo muro abbattuto per lei dal collaboratore di giustizia che ha permesso di ritrovare il corpo di suo figlio, cada anche per altri. Il suo pensiero si rivolge infatti al dolore di Monica la figlia di Patrizia Scifo, la giovane donna figlia del Mago di Tobruk, scomparsa nel 1983 e il cui corpo non è stato ritrovato.
Il 22 settembre di due anni fa veniva ritrovato il corpo di Pierantonio Sandri. Dopo aver vinto la sua battaglia per la verità, durata 18 anni, Ninetta Burgio ne sta combattendo un'altra, per la sua salute, e la redazione e gli spettatori di "Chi l'ha visto?" le sono vicini. Così come in questi mesi ha ricevuto la visita e il conforto di don Luigi Ciotti ed è stata circondata dall'affetto degli organizzatori dell'iniziativa "La scuola adotta una vittima innocente di mafia", che il 18 aprile ha visto alla scuola media 'Baccelli' di Sarno (Salerno) la partecipazione del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso.
La squadra mobile di Caltanissetta su ordine della Dda di Catania ha fermato a Rosignano Solvay (Livorno), un uomo di 41 anni di Niscemi, accusato di concorso nell'omicidio del giovane odontotecnico Pierantonio Sandri, ucciso nel settembre del '95. I resti della vittima furono ritrovati il 19 settembre 2009, nella sughereta di contrada Ulmo, grazie alle rivelazioni di uno degli assassini, Giuliano Chiavetta, 32 anni, all'epoca dei fatti minorenne, che si autoaccusò del delitto e, nel febbraio 2012 venne condannato a 16 anni di reclusione. E' stato proprio Chiavetta a fare il nome Campisi. Un altro imputato, indicato da Chiavetta come presunto complice, è stato assolto dal tribunale per non aver commesso il fatto, e proprio oggi compare in appello su ricorso del pm.
È stata notificata in carcere Vincenzo Pisano, pregiudicato mafioso di Niscemi, un ordinanza di custodia cautelare emessa su richiesta della DDA di Catania dal Gip del Tribunale di Catania, dr. Cosentino, per l’omicidio di Pierantonio Sandri, scomparso a Niscemi il 3 settembre del 1995. Si conclude così l’operazione “Ninetta” della squadra mobile di Caltanissetta (dal nome della madre del giovane), che l’8 febbraio aveva portato anche al fermo di Marcello Campisi. Coinvolto nel delitto anche un 35enne, all’epoca minore, nei cui confronti è in corso un processo dinanzi alla Corte di Appello di Catania, dove il Pm della Procura dei Minori dr.ssa Vassallo l’8 febbraio ha prodotto i nuovi elementi di accusa emersi dalle indagini. Dalle deposizioni di due collaboratori di giustizia, rese note con un comunicato della Sezione Criminalità Organizzata della squadra mobile della Questura di Caltanissetta, è emerso definitivamente come Pierantonio Sandri fosse del tutto estraneo a ogni dinamica criminale, anche di tipo mafioso. Antonino Pitrolo, già reggente del clan mafioso di cosa nostra di Niscemi, e Giuliano Chiavetta, affiliato allo stesso clan, hanno descritto il contesto nel quale è maturato l’omicidio e l’orrore delle ultime ore di vita del giovane odontotecnico. In particolare Chiavetta, autoaccusandosi dell’omicidio, nell’agosto 2009 aveva dichiarato che Pierantonio Sandri era “stato ucciso perché era stato testimone oculare di un danneggiamento a mezzo incendio di un autovettura, fatto di notte” da un affiliato al suo stesso gruppo mafioso. Temendo che potesse riferirne al commissariato di polizia, perché “non omertoso”, venne prelevato nella piazza principale del paese e portato con un’auto al Vituso, nella campagna di Niscemi, dove fu torturato e infine strangolato con una cinghia. Due giorni dopo fu seppellito a circa trenta metri dallo stesso luogo. Lo stesso Chiavetta il 19 settembre 2009 condusse gli inquirenti alla scoperta dei resti, riconoscibili dai brandelli dei vestiti e dagli oggetti, gli stessi descritti nella denuncia di scomparsa e negli appelli trasmessi negli anni da “Chi l’ha visto?”, i cui spettatori sono stati sempre vicini alla madre di Sandri, la professoressa Ninetta Burgio, fino a quando è venuta mancare nel 2012.
Per l'omicidio di Pierantonio Sandri il gup del tribunale di Catania, Oscar Biondi, ha condannato a 18 anni e otto mesi Marcello Campisi e Vincenzo Pisano. Il pm Raffaella Vinciguerra aveva chiesto 16 anni per Pisano e 14 per Campisi. Il delitto fu compiuto con due complici all'epoca dei fatti minorenni, Giuliano Chiavetta, già condannato a sedici anni di reclusione nel 2012 dal Tribunale per i minorenni di Catania, e Salvatore Cancilleri, per il quale è in corso il processo d'appello.
Niscemi (Caltanissetta), 4/3/2014 - La Corte d'appello per i minorenni di Catania ha condannato ieri sera a 16 anni e sei mesi di reclusione Salvatore Cancilleri per l'uccisione di Pierantonio Sandri.In primo grado l'imputato, oggi 35enne, ma all'epoca dei fatti ancora non maggiorenne, era stato assolto. La sentenza arriva dopo le indagini, coordinate dalla Dda della Procura di Catania, che la polizia di Caltanissetta aveva avviato sulle denunce della prof.ssa Ninetta Burgio, morta a 76 anni nel 2011, dopo una lunga battaglia insieme a “Chi l’ha visto?” per trovare il corpo del figlio e far emergere la verità sulla sua morte.
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Salvatore Cancilleri contro la sentenza d’appello del Tribunale per i minorenni di Catania, che il 3 marzo 2014 lo ha condannato a 16 anni e sei mesi. La pena è quindi definitiva e l’imputato è stato portato in carcere.