Edizione:2002/2003
Data pubblicazione:11/11/2002
Angela Petrachi viveva a Melendugno, un paese a pochi chilometri da Lecce, con i figli di 5 e 7 anni. Da sei mesi si era trasferita in una nuova casa. Alle 14.30 di sabato 26 ottobre, dopo aver pranzato con i figli dai genitori, è uscita dicendo che sarebbe andata per un'ora a casa sua e poi sarebbe tornata in tempo per accompagnare il figlio maggiore al catechismo. Ma così non è stato.
Giovedì 31 i genitori sono stati avvisati che l'auto di Angela si trovava nello spiazzo adiacente il campo sportivo, con la ruota posteriore destra a terra per un chiodo conficcato nel copertone. All'interno i documenti dell'auto e il giubbino. Secondo alcune testimonianze sarebbe stata parcheggiata lì fin dal pomeriggio di sabato. I documenti di Angela Petrachi sono stati ritrovati un paio di giorni dopo da un passante, sulla provinciale che da Melendugno porta a Borgagne. La carta d'identità era strappata. La borsetta è stata rinvenuta, vuota, un po' più avanti sulla stessa strada. La zona è stata setacciata, ma non senza trovare tracce di lei. Mancava ancora il suo cellulare, da cui erano partiti ben 14 messaggi, tra le 17 e le 23 di sabato sera. Sms fatti solo di simboli grafici, indirizzati tutti allo stesso numero, quello di un ex della ragazza, il quale ha dichiarato di non averla nè vista nè sentita da tempo.
Non si è saputo più nulla fino alle 8,30 circa di venerdì 8 novembre, quando il corpo di Angela Petrachi è stato trovato da un cercatore di funghi. Era in un boschetto, nelle vicinanze della strada su cui erano stati rinvenuti i documenti e la borsa. Indossava ancora i vestiti che aveva quando era uscita dalla casa dei genitori. La ferocia con cui hanno infierito sul suo corpo ha fatto pensare agli inquirenti che non si trattasse di un delitto casuale. Le indagini si sono indirizzate tra le frequentazioni maschili di Angela. Quel giorno aveva forse un appuntamento con qualcuno, oppure le hanno offerto un passaggio quando ha bucato la ruota? E' stata portata via con la forza? E chi ha inviato i messaggi sms?
Le indagini per individuare l'assassino di Angela Petrachi continuano. Alberto Tortorella, medico legale, ha spiegato che "Vi era una scheletrizzazione pressoché totale del capo e del volto, che impedisce tutta una serie di riscontri utilissimi al fine di verificare tutta una serie di lesioni traumatiche del volto, del capo. L'unico elemento positivo e oggettivo che abbiamo rinvenuto è quel frammento di stoffa legato intorno al collo che avvalora l'ipotesi dello strangolamento. Le indagini di genetica forense per quanto mi risulta ancora non sono state effettuate. Noi abbiamo posto le premesse per svolgere queste indagini prelevando campioni di materiale sia organico che inorganico". La morte risalirebbe al giorno stesso della scomparsa.
Maria Cristina Rizzo, sostituto procuratore del Tribunale di Lecce ha dichiarato: "Quello che posso dire è che abbiamo trovato un cadavere fatto oggetto di sevizie. Possiamo ritenere che ci sia stato un motivo lecito o condiviso, all'inizio, per arrivare in quel posto. Però poi qualcosa è cambiato. Siamo orientati a pensare che sia stata uccisa in quel posto. Si tratta di un luogo privato, che presuppone all'ingresso l'elevazione di una sbarra. Certo in quei giorni non era chiusa dal chiavistello ma, comunque, anche a chi passa dà l'idea di un terreno di proprietà privata chiuso. Stiamo verificando quali soggetti degnare di maggiore attenzione, soprattutto al fine di effettuare esami comparativi che probabilmente verranno fatti nei confronti di più persone. Fino ad ora più elementi sono stati individuati con riguardo a questo soggetto". Un uomo che lavorava in quel campo è stato già iscritto nel registro degli indagati. Sarebbero intercorse più chiamate tra la vittima e l'indagato a ridosso del momento della scomparsa. "Questa persona ha dichiarato di essersi sentito al telefono con Angela Petrachi, ma solo per via di un cucciolo di cane che lei voleva regalare al bambino. Ha invece negato di averla incontrata quel pomeriggio e di averla fatta salire sulla sua macchina", ha riferito Salvatore Bellone della Gazzetta del Mezzogiorno. Per accertare questo passaggio, l'auto in questione è stata sequestrata e i Carabinieri stanno analizzando i reperti che sono stati trovati.
E' importante, a questo punto, che se qualcuno è a conoscenza di fatti importanti li comunichi ora, anche in forma anonima.
Il 3 gennaio 2003 la lista degli indagati si è allungata. Sono stati iscritti nel relativo registro l'ex marito di Angela Petrachi e altre tre persone che frequentavano la donna, come ha riferito Salvatore Bellone della Gazzetta del Mezzogiorno: "Si tratta di un giovane meccanico carrozziere, che ai Carabinieri risulta essere l'ultima persona con cui Angela Petrachi aveva avuto una relazione. Poi ci sono due giovani di Vernole, un paese vicino a Melendugno, intorno ai 30 anni e forse parenti tra loro". Lo scorso 8 gennaio i Carabinieri del Nucleo Investigazioni Scientifiche di Roma hanno incontrato i cinque indagati presso la Procura di Lecce, per rilevarne le impronte digitali e campioni genetici. Entro 60 giorni gli uomini del Racis renderanno noti i risultati delle analisi. E' possibile che dal confronto della mappa genetica degli indagati con il Dna isolato dalle tracce sugli indumenti della vittima emerga il nome dell'assassino.
Per l'assassinio di Angela Petrachi un uomo è stato accusato di omicidio aggravato, violenza sessuale e vilipendio di cadavere. Il grado di efferatezza con cui è stato compiuto questo delitto ha convinto il pubblico ministero a disporre il suo arresto in attesa del dibattimento in tribunale. Si tratta di un uomo che abitava nella casa di fronte a quella dove Angela Petrachi è cresciuta e dove ha vissuto buona parte della sua breve esistenza. Maria Cristina Rizzo, sostituto procuratore del tribunale di Lecce, ha spiegato: "Un teste ci è venuto a dare indicazioni precise che aveva appuntamento con un amico del quale ha anche dato riferimenti, un soprannome e indicazioni tali da consentire l'esatta individuazione dello stesso. Il motivo era l'acquisto o la cessione di un cane che questa persona avrebbe dovuto aiutare ad effettuare, proprio perché esperto di cani. L'avrebbe dovuta accompagnare in un paese della zona. Riteniamo che la donna sia stata uccisa al di fuori dell'autovettura, nei pressi dell'autovettura con la quale era stata condotta nel fondo ove poi è stato rinvenuto il suo cadavere, e che dopo l'uccisione sia stata trascinata per un breve tratto fino all'anfratto in cui poi il cadavere è stato rinvenuto. Fino alle 14,53 abbiamo la prova, desumibile dalla telefonata e dall'accertamento, sempre effettuato mediante le celle, che l'indagato era su quel terreno. Ed è comunque un tempo ampiamente compatibile con tutto quello che riteniamo sia accaduto". L'ultima chiamata che Angela Petrachi ha ricevuto alle 13,55 sul suo cellulare è stata quella del suo presunto assassino, che la stava aspettando al parcheggio del campo sportivo dove lei ha lasciato la sua Fiat Panda rossa.
L'11 gennaio 2007 l'uomo processato per l'omicidio di Angela Petrachi é stato assolto "per non aver commesso il fatto". La Corte d'Assise di Lecce non ha ritenuto sufficienti gli indizi portati in aula dall'accusa, che aveva chiesto per l'imputato la condanna alla pena dell'ergastolo.
La Corte d'Assise d'Appello di Lecce ha ribaltato la sentenza di primo grado condannando all'ergastolo Giovanni Camassa, l'agricoltore 43enne accusato dell'omicidio di Angela Petrachi.
Accogliendo l'istanza della difesa di Giovanni Camassa, la Corte d'Appello ha disposto nuove indagini genetiche “utilizzando le più recenti tecnologie scientifiche" sulle tracce trovate sugli abiti di Angela Petrachi, seviziata e uccisa a 31 anni, il 26 ottobre 2002 a Melendugno (Lecce). Ne dà notizia “La Presse”. L’ agricoltore 53enne, difeso dall'avvocato Ladislao Massari, è stato condannato in via definitiva all'ergastolo per omicidio aggravato, violenza sessuale e vilipendio del cadavere.