Edizione:2003/2004
Data pubblicazione:01/03/2004
Il 17 novembre 2003, dietro sollecitazione della madre, della sorella e della figlia, il Tribunale di Caltagirone ha dichiarato la morte presunta di Patrizia Scifo, scomparsa da Niscemi (Caltanissetta) il 18 giugno del 1983. Patrizia Scifo era la figlia di Vittorio Scifo, il famoso Mago di Tobruk. Personaggio notissimo in Italia e all'estero, protagonista delle cronache mondane al tempo della cosiddetta Dolce Vita, per seguire le proprie attività viveva tra Roma e Parigi tornando di tanto in tanto a Niscemi, dove la moglie gestiva un bar sulla piazza principale del paese. Qui la figlia diciassettenne si era innamorata di Giuseppe Spatola, sposato, affiliato ad una delle due cosche mafiose locali, impegnate in una faida per il controllo di appalti pubblici. Spatola scappò con la ragazza per poi tornare a chiedere il consenso dei genitori di lei, una volta che avesse ottenuto la separazione dalla moglie. Vittorio Scifo e la moglie glielo negarono, ma la figlia Patrizia continuò a vivere con Spatola, anche quando, ben presto, i rapporti si guastarono e cominciarono i pesanti maltrattamenti che portarono a una denuncia di lei, poi ritirata dopo che dalla relazione era nata una bambina. La sera del 18 giugno 1983 Patrizia Scifo portò la figlia a casa di sua madre dicendo che sarebbe tornata a prenderla il giorno dopo. Ma non tornò mai più. Durante le indagini Spatola, l'ultimo a vederla, fu fermato ma esibì solidi alibi e fu rilasciato. Vittorio Scifo tornò subito a Niscemi e cominciò a cercarla insieme alla moglie, seguendo ogni voce, anche nei bassifondi. Ma il 18 luglio, mentre era seduto davanti al suo bar intorno alle 21,30, fu affrontato da uno sconosciuto che, chiamandolo per nome, lo aggredì sparando fino a colpirlo al volto uccidendolo.
"Quando mi hanno detto che mio marito era stato assassinato, ho capito che anche mia figlia Patrizia era morta", ha ricordato la signora Scifo. L'anno successivo, sempre nel centro di Niscemi, venne ucciso anche Giuseppe Spatola. Dopo la dichiarazione di morte presunta, la figlia di Patrizia Scifo ora chiede che alla madre venga restituito l'onore infangato da troppe maldicenze e che venga riconosciuta come vittima della mafia.
Niscemi, 19 ottobre 2009. Il quotidiano ‘’La Sicilia’’ lo aveva pubblicato due giorni dopo l’omicidio. Si tratta del fotofit dell’omicida di Vittorio Scifo, eseguito sotto l’indicazione di un carabinieri che era presente in piazza Vittorio Emanuele, al momento dell’uccisione del ‘’Mago di Tobruk’’. Abbiamo trovato una foto dell’epoca simile all’identikit e mostrato alla moglie di Vittorio Scifo, Rosa Erba, alla figlia Amalia Scifo e alla nipote Monica Spatola. La foto, secondo Amalia, è molto somigliante all’identikit. L’immagine ritrae Giovanni Passaro, ergastolano di Gela: se fosse lui sarebbe responsabile non solo dell’omicidio di Vittorio Scifo ma probabilmente avrebbe anche aiutato Giuseppe Spatola a liberarsi del cadavere di Patrizia Scifo, la giovane figlia del Mago di Tobruk.
Dopo il ritrovamento dei resti del giovane Pierantonio Sandri scomparso nel 1995, la mamma Angela e la sorella Amalia ha lanciato un appello a chiunque abbia una traccia e ai collaboratori di giustizia, per sapere dov'è il corpo di Patrizia Scifo, scomparsa anche lei da Niscemi dodici anni prima.
A distanza di 26 anni un pentito rivela a ''Chi l'ha visto?'' il nome dell'assassino di Vittorio Scifo, noto come il mago di Tobruk, ucciso platealmente davanti al suo bar, a Niscemi, (Caltanissetta), 23 anni fa. Un giallo nel giallo quello della morte di Scifo che, nei suoi ultimi mesi di vita, aveva cercato di scoprire cosa fosse accaduto alla figlia Patrizia, scomparsa nel nulla e dichiarata morta nel 2004. Patrizia aveva una relazione con un uomo - Giuseppe Spatola - legato alla cosche mafiose del boss Piddu Madonia. Vessata dal convivente, la ragazza decise di lasciarlo e poco dopo scomparve. Il pentito, di cui non viene reso noto il nome, racconta che la Scifo venne strangolata da Spatola e poi fatta sparire. Il padre, secondo il collaboratore, sarebbe stato eliminato da un killer gelese reclutato da Madonia che commissionò il delitto per fare un favore al suo uomo. I particolari della storia saranno raccontati nell puntata in onda su Rai Tre alle 21,10 di oggi. Ospiti la madre, la sorella e la figlia di Patrizia Scifo che nella puntata del 28 settembre scorso avevano lanciato un nuovo appello per conoscere la verità sulla vicenda.
Dopo 28 anni la squadra mobile nissena ha individuato un altro presunto omicida del Mago Tobruk, ovvero il niscemese Vito Vittorio Scifo, ucciso il 18 luglio del 1983. E' stata notificata in carcere un'ordinanza nei confronti di Giovanni Passaro, 55 anni, gelese, detenuto a Spoleto. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Catania, Daniela Monica Crea, su richiesta del Pm della Dda Francesco Testa. A Passaro, pluripregiudicato e condannato con l'accusa di appartenere alla famiglia mafiosa di cosa nostra di Gela, viene contestata anche la detenzione illegale in luogo pubblico di arma da fuoco. Secondo l'accusa Passaro avrebbe partecipato pure all'omicidio della figlia del mago di Tobruk, Rosanna Patrizia Scifo, il cui cadavere non fu mai ritrovato. Di questo delitto venne accusato Giuseppe Spatola, marito di Patrizia Scifo, anche lui ucciso. Pertanto Passaro è accusato anche dell'occultamento di cadavere della Scifo e di Spatola. La polizia ha fatto luce sui delitti dopo avere raccolto le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Rocco Ferracane, Antonio La Perna, Ciro Vara, Luigi Modica e Leonardo Messina. Passaro è stato già stato condannato in via definitiva per la partecipazione a Cosa nostra gelese, nonché per diversi omicidi.
Giovanni Passaro, pluripregiudicato detenuto nel carcere di Spoleto, è stato condannato 30 anni di reclusione per l'omicidio di Vittorio Scifo. Divenuto famoso come il "Mago di Tobruk", Scifo fu ucciso a Niscemi (Caltanisetta) il 18 luglio 1983, un mese dopo la scomparsa della figlia Patrizia, mai più ritrovata. Il nome di Giuseppe Passaro è stato fatto a “Chi l’ha visto?” da un collaboratore di giustizia, dopo l’appello dei familiari di Scifo durante una delle puntate dedicate al caso. La sentenza chiude con il rito abbreviato il primo grado di giudizio.
“Voglio il corpo di mia madre, se esiste ancora una possibilità di poterla andare a trovare sulla sua tomba”. Appello della figlia di Patrizia Scifo, fatta sparire da Niscemi nel 1983. Il padre, diventato famoso negli anni '60 come “Mago di Tobruk”, ucciso mentre la cercava. Qualcuno ha informazioni utili?