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Scomparso

Eleonora Scroppo

Edizione:2002/2003
Data pubblicazione:21/07/2003

Eleonora Scroppo, 50 anni, laureata in farmacia, lavorava nell'agenzia di assicurazioni creata dal padre negli anni '60 e poi diretta dal marito. Alle 20,30 del 9 ottobre del 1998 è stata uccisa in casa sua. Il fatto è conosciuto come il delitto di via Due Ponti, la strada in cui abitava, una zona residenziale di Roma nord nel quartiere Tomba di Nerone. Stefano Ciampini, marito della vittima, ha ricordato così quella tragica sera: "Ci eravamo appena seduti nella stanza dove mangiavamo, c'era il telegiornale. Quando abbiamo sentito il primo colpo non ci siamo resi conto che era un colpo di pistola. Mia moglie si è accasciata su di me. In sequenza sono arrivati altri colpi sul tavolo. Ho urlato a mio figlio: ci stanno sparando! Mi sono lanciato sotto il tavolo trascinando con me mia moglie. Mio figlio si è lanciato contro il muro e io ho trascinato con me mia moglie fuori da questa stanza, lontano dalla finestra ancora aperta, e siamo rimasti lì. Sicuramente lei avrà sentito un gran dolore ma non ha capito assolutamente quello che le stava succedendo. E questa è l'unica consolazione. Dalla disposizione dei fori si capisce che i proiettili sono andati un po' in tutte le direzioni. Dopo il primo, che ha colpito mia moglie, gli altri erano diretti anche a noi. Non ci hanno raggiunti soltanto perché la foga o l'imperizia di chi ha sparato non gli ha consentito di colpire anche noi e questo avvalora il fatto che non era certo lei la vittima designata, ma tutti potevamo esserlo". Avrebbe potuto consumarsi una vera e propria strage, dal momento che dalla finestra del giardino furono sparati ben sette colpi di pistola verso l'interno della casa. Inizialmente gli investigatori hanno concentrano la loro attenzione sulla vita privata della vittima, sulla famiglia, sulla qualità dei rapporti con il marito. Hanno verificato anche l'alibi del figlio Francesco, che quella sera era fuori casa per degli allenamenti sportivi.
La Squadra Mobile ha verificato anche la posizione di un cognato di Eleonora Scroppo che negli anni precedenti aveva avuto contrasti sul lavoro con il marito. La Polizia non ha trascurato che l'assassino potesse essere individuato nell'ambiente di lavoro. La vittima, all'interno dell'agenzia di assicurazioni, curava i rapporti con i collaboratori e con la numerosissima clientela. La pista passionale e quella relativa a questioni economiche, dopo una serie di accertamenti vengono accantonate. A distanza di un anno dalla morte di Eleonora Scroppo i giornali sono tornati a parlare del delitto di via Due Ponti perché è trapelata la notizia che un vicino di casa era stato indagato. Nel febbraio del 2000, quattordici mesi dopo il delitto, il Pubblico Ministero, dopo aver valutato tutti gli elementi raccolti dagli investigatori, ha proposto al Gip l'archiviazione del caso. Questo ha permesso al marito della vittima di accedere alle carte e conoscere i risultati delle indagini.
Stefano Ciampini ha spiegato: "Scopriamo che qualcuno nell'ambito del nostro condominio ci odiava da anni. Aveva nei nostri confronti un risentimento, maturato nel tempo, che si era andato aggravando per il semplice fatto che noi, a detta di chi aveva fornito le informazioni, eravamo in quattro ad abitare nello stesso complesso, abbastanza piccolo, per cui mediamente avevamo la possibilità di avere la maggioranza in assemblea. Nell'ottobre del 2002, quattro anni dopo la morte di mia moglie, sembrava che un risultato si fosse raggiunto. Fu inviata all'indagato la comunicazione di chiusura delle indagini che è un atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio. Per noi sembrava di aver ottenuto il massimo che potevamo ottenere da questa indagine per cui, in un certo qual modo, non dico che eravamo felici ma, insomma, una certa soddisfazione nonostante tutto la provavamo.
Però fu di breve durata perché due mesi dopo, mentre aspettavamo che venisse fatta la richiesta di rinvio a giudizio, ci fu comunicata un'ulteriore richiesta di archiviazione. Noi desideriamo avere una risposta. Fino ad oggi non ce l'hanno data. Sono cinque anni che aspettiamo, però non disperiamo. Speriamo che ci sia ancora qualcuno che leggendo e valutando possa ritenere che qualcosa si possa ancora fare".

  • 28 gennaio 2008

    A dieci anni di distanza dall'omicidio di Eleonora Scroppo, il Capo della Squadra Mobile di Roma, dott. Vittorio Rizzi, ha manifestato l’intenzione di riaprire le indagini su questo cosiddetto "cold case".

    Il marito della donna, Stefano Ciampini, ritiene che ci sia ancora la possibilità di fare qualcosa e ha lanciato un appello a chi, da dieci anni, si porta sulla coscienza questo grande peso, perché capisca che cosa ha fatto e lui o i suoi familiari lo dicano.

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