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Scomparso

I Misteri dell’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello (CS)

Data pubblicazione:01/04/2009

Decessi non registrati, cartelle cliniche sparitee pazienti scomparsi. Come Bruno Zucco, 46 anni, scomparso nel settembre 1993, Pasquale Minore, 55 anni, scomparso nel dicembre 1996, Pietro Bassano, 39 anni, scomparso nel maggio 1997, Domenico Pino, 29 anni, scomparso nel giugno 2001, Pietro Tiano, 69 anni, scomparso nel luglio del 2002, Salvatore Di Tommasi, 58 anni, scomparso nel settembre 2008.  Questi  sono solo i nomi certi dei ricoverati scomparsi dall’Istituto Papa Giovanni  XXIII di Serra d’Aiello  (Cosenza)  negli anni in cui la struttura è rimasta aperta. In totale sarebbero almeno tredici e, per la Procura di Paola, forse ancora di più.

  • 14 settembre 2009

    Loculi senza nome. Loculi con due bare messe di traverso. Siamo al cimitero di Serra d’Aiello, dove la procura di Paola, lo scorso 30 e 31 luglio, ha disposto un’ispezione delle tombe assegnate all’istituto sanitario Papa Giovanni XXIII, sgomberato lo scorso marzo dopo un’inchiesta di due anni, che ha portato al rinvio a giudizio di una ventina di amministratori accusati di truffa, associazione e delinquere e appropriazione indebita. Ma c’è un'altra inchiesta della magistratura, ancora più inquietante. Si indaga su quindici degenti morti in circostanze sospette e su almeno sei casi di scomparsa. L’ipotesi di reato è omicidio e occultamento di cadavere. Quello che era un terribile sospetto, è ora una concreta ipotesi investigativa: gli scomparsi di Serra d’Aiello potrebbero essere sepolti nel cimitero, che si trova a poche decine di metri dalla clinica.

    Sono decine i loculi senza lapide, contrassegnati anche da una doppia X. Lo avevamo denunciato nella puntata del primo aprile scorso e ora la procura, dopo la macabra scoperta, intende disporre l’esumazione delle salme per poterne confrontare il DNA con quello dei familiari degli scomparsi, come Domenico Pino, 29enne svanito nel nulla nel 2001, o Bruno Zucco, 46enne scomparso dal Papa Giovanni nel 1993, che la nostro programma avevano chiesto aiuto.

    Ma gli scomparsi potrebbero essere molti di più: degenti-fantasma di cui potrebbe non esser mai stata denunciata la morte. Ma quanti sono i fantasma della casa di cura gestita dalla curia cosentina? Quanti degenti defunti non hanno identità? Quanti non avevano alcun parente? Per loro l’identificazione potrebbe essere impossibile.

  • 18 marzo 2009

    Decine di telefonate di familiari di degenti dell'istituto Papa Giovanni XXIII che non sapevano dove erano stati trasferiti dopo lo sgombero. Centinaia gli sms di protesta e solidarietà degli spettatori. E' scoppiato così, in diretta, durante la trasmissione, il caso dei numerosi ricoverati sprovvisti di documenti trasferiti in altre strutture che i familiari non riescono a rintracciare. Il responsabile della Asp Cosenza ha comunicato i numeri per avere informazioni: 0984893536 - 0984893462 fax 0984893458.
    Resta fitto intanto il mistero delle scomparse e delle morti sospette verificatesi negli anni scorsi al Papa Giovanni XXIII, come le sparizioni di Bruno Zucco e Domenico Pino denunciate da "Chi l'ha visto?" nel 2001.

  • 30 luglio 2009

  • 31 luglio 2009

    Quattro bare, anzichè due, sono state trovate in altrettanti loculi del cimitero di Serra D'Aiello, nel Cosentino, dove da ieri è in corso un controllo di carabinieri e personale dell'Azienda sanitaria nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Paola sull'istituto Papa Giovanni XXIII, sgomberato nel marzo scorso, che riguarda, tra l'altro, presunte sparizioni sospette di degenti avvenute negli ultimi 15 anni. Gli investigatori sono andati oggi ad aprire due dei vari loculi riconducibili all'Istituto e contrassegnati con due x (su molti infatti non c'e' alcun nome) sospettando che quei segni indicassero proprio la presenza di due bare. E cosi' e' stato. Tra l'altro, secondo quanto si è appreso, le bare erano state realizzate di dimensioni più piccole proprio per farle entrare insieme nei loculi. Su altri loculi la x è una sola e dovrebbe significare la presenza di una sola bara. Nessuna delle bare è stata ancora aperta, in attesa dei locali idonei per la conservazione dei corpi.

    La Procura di Paola e gli investigatori si trovano ora davanti al difficile compito di dare un nome a quei defunti. Sul registro del cimitero, infatti, i morti sono segnati tutti con la loro identità, ma non viene indicato con esattezza il loculo in cui sono sepolti. Il sospetto che la Procura intende verificare con questa ispezione è che alcuni degli scomparsi possano essere stati sepolti nel cimitero.

    Le scomparse e le morti sospette verificatesi negli anni scorsi al Papa Giovanni XXIII erano state denunciate da "Chi l'ha visto?" nel 2001, quando si era occupato delle sparizioni di Bruno Zucco e Domenico Pino. Più recentemente, nelle puntate dell’11, del 18 marzo e dell’1 aprile di quest’anno erano state avanzate le ipotesi ora al vaglio della magistratura.

  • 6 novembre 2009

    Sette anni di reclusione: è questa la condanna inflitta dal gup del Tribunale di Paola all'ex sacerdote don Alfredo Luberto, imputato nel processo con rito abbreviato per le irregolarità nella gestione dell'Istituto Papa Giovanni di Serra D'Aiello. Il pm, Eugenio Facciolla, ne aveva chiesto la condanna a sei anni e mezzo. Il gup ha poi condannato l'ex direttore sanitario della struttura, Mario Carpino, a 4 mesi. Stessa pena è stata inflitta a Aurora Morelli e Bernardino De Simone. Un quinto imputato, Renato Cocunato, e' stato condannato ad un anno, mentre altri due hanno patteggiato la pena. Si tratta di Giorgio Bianchi (2 anni) e Michelangelo Leo (un anno e quattro mesi). I primi quattro imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, appropriazione indebita, truffa, riciclaggio, furto e abbandono di minori o incapaci. Nell'ambito dell'inchiesta sull'Istituto Papa Giovanni sono indagate altre 26 persone nei confronti delle quali è in corso l'udienza preliminare. Nel luglio del 2007 don Luberto fu arrestato con l'accusa di aver sottratto ingenti somme di denaro dall'Istituto che, adesso, e' oggetto anche di un'altra inchiesta della Procura di Paola su presunti maltrattamenti nei confronti di degenti e sulla sparizione di alcuni di loro. Nei mesi scorsi le persone ricoverate nella casa di cura sono state sgomberate e sistemate in altre strutture sanitarie.
    L'avvocato Nunzio Raimondi, difensore della parte civile Amministrazione giudiziaria Istituto Papa Giovanni XXIII, ha dichiarato che "la sentenza emessa oggi conferma in gran parte l'impianto accusatorio e commina pene severe agli imputati. L'Amministazione dell'Istituto Papa Giovanni, che vede accolte tutte le sue domande risarcitorie, ritiene sia stata resa giustizia rispetto agli illeciti perpetrati, con crudeltà, nei confronti di tanti deboli e sofferenti. La maggior pena comminata al Luberto, rispetto alle stesse richieste del pubblico ministeri, da' conto di cio'. Anche le sentenze di patteggiamento ed il decreto dispositivo del giudizio nei confronti degli altri imputati, dimostrano la tenuta dell'asserto accusatorio. Continueremo a perseguire in tutte le sedi i responsabili di questi gravi delitti, fino a quando anche l'ultimo centesimo sottratto all'Istituto ed ai suoi ospiti non sara' restituito e gli ingentissimi danni cagionati non saranno risarciti".

  • 28 gennaio 2010

    Una sessantina di loculi di cui nessuno sa chi ci sia sepolto: loculi che erano stati dati in uso dal Comune di Serra d'Aiello, nel Cosentino, alla casa di riposo Papa Giovanni XXIII, e che sono stati utilizzati senza registrare le generalità dei defunti. Si sospetta che in quei loculi ci siano decine di pazienti "spariti" misteriosamente dalla clinica dal '90 al 2008. Così, nei prossimi giorni - riporta il Corriere della Sera - un pool di medici legali allestirà nel cimitero un ospedale da campo. Dopo aver disseppellito i cadaveri, i medici cercheranno sui resti i segni di un'eventuale morte violenta. Quindi le spoglie passeranno ai carabinieri del Ris, che dovranno comparare il Dna estratto dalle ossa con quello dei pazienti dei quali si sono perse le tracce nell'arco di 18 anni. Ai parenti i responsabili della casa di riposo si erano limitati a dire che il congiunto "non si trova più, è sparito". Lo scorso anno i carabinieri hanno provato ad aprire due loculi: all'interno c'erano non due bare, come sarebbe stato lecito aspettarsi, ma quattro. Ma anche in questo caso non si sa di chi siano le spoglie contenute nei feretri. Per questo la Procura ha aperto un'inchiesta per omicidio volontario e occultamento di cadavere: il sospetto, insomma, è che quei pazienti "spariti" non se ne siano andati dalla clinica sulle loro gambe. Anche perché, in più di un caso, le loro gambe non potevano usarle, trattandosi di paralitici. Sulla struttura le indagini erano iniziate nel 2007, quando Procura e guardia di Finanza, dopo aver sbirciato nei bilanci, scoprirono un'irregolarità dopo l'altra. Dai faldoni dei bilanci alle cartelle cliniche il passo è stato breve, ma i dubbi si sono infittiti invece di chiarirsi: l'intervento di forze di medici legali al cimitero potrebbe finalmente fare luce sul mistero. Del caso si era occupato anche 'Chi l'ha visto?' nel 2001, in seguito alla scomparsa di Bruno Zucco e Domenico Pino, entrambi ricoverati nella clinica, e ai sospetti dei familiari rispetto alle attività dell'istituto.

  • 3 febbraio 2010

    Inizieranno il 5 febbraio le operazioni per il prelievo dei campioni di ossa o di midollo sui resti umani che si trovano in una sessantina di loculi del cimitero di Serra D'Aiello nei quali furono sepolti gli ex degenti dell'Istituto di assistenza Papa Giovanni XXIII. L'operazione è stata disposta dalla Procura di Paola nell'ambito di una inchiesta sulla gestione dell'istituto e sulla sparizione sospetta di almeno sette degenti avvenuta negli ultimi quindici anni. L'obiettivo delle ispezioni nel cimitero di Serra D'Aiello sarà quello di accertare se qualcuno degli scomparsi è stato sepolto nei loculi che saranno riaperti. I campioni che saranno prelevati saranno inviati ai carabinieri del Ris di Messina per la comparazione del Dna e l'identificazione dei resti. Stamani il Procuratore di Paola, Bruno Giordano, ha partecipato ad una riunione nella Prefettura di Cosenza per concordare gli ultimi dettagli da mettere a punto per l'attività da svolgere nel cimitero di Serra D'Aiello. ''Abbiamo chiesto al sindaco - ha detto Giordano – di emettere una ordinanza di chiusura del cimitero per poter svolgere gli accertamenti in tutta tranquillità. Ovviamente la struttura sarà accessibile per le emergenze relative ad eventuali sepolture di persone decedute in questo periodo. La riunione in prefettura serve proprio per mettere a punto gli ultimi dettagli prima di iniziare le attività''. I resti saranno prelevati dai tecnici dell'Istituto di medicina legale di Catanzaro che per tutta la durata dell'operazione, prevista in una settimana circa, svolgeranno la loro attività in un ospedale da campo messo a disposizione dai vigili del fuoco che e' stato già allestito nei pressi del cimitero di Serra D'Aiello. L'Istituto Papa Giovanni, per disposizione della Procura di Paola, è stato chiuso nel marzo dello scorso anno ed i degenti trasferiti in altre strutture. Nell'ottobre scorso, inoltre, l'ex sacerdote don Alfredo Luberto, ex presidente dell'Istituto, è stato condannato a sette anni di reclusione nell'ambito del troncone di inchiesta sulle irregolarità nella gestione.

  • 4 febbraio 2010

    Inizieranno domani mattina, venerdi' 5 febbraio, le operazioni per il prelievo dei campioni di ossa o di midollo sui resti umani che si trovano in una sessantina di loculi del cimitero di Serra D'Aiello nei quali furono sepolti gli ex degenti dell'Istituto di assistenza Papa Giovanni XXIII, del quale si è occupato anche il nostro programma. L'operazione è stata disposta dalla Procura di Paola nell'ambito di una inchiesta sulla gestione dell'istituto e sulla sparizione sospetta di almeno sette degenti avvenuta negli ultimi quindici anni. L'obiettivo delle ispezioni nel cimitero di Serra D'Aiello sara` quello di accertare se qualcuno degli scomparsi è stato sepolto nei loculi che saranno riaperti. I campioni che saranno prelevati saranno inviati ai carabinieri del Ris di Messina per la comparazione del Dna e l'identificazione dei resti. Il procuratore di Paola, Bruno Giordano, ha partecipato ad una riunione nella prefettura di Cosenza per concordare gli ultimi dettagli da mettere a punto per l'attivita' da svolgere nel cimitero di Serra D'Aiello."Abbiamo chiesto al sindaco - ha detto Giordano - di emettere una ordinanza di chiusura del cimitero per poter svolgere gli accertamenti in tutta tranquillità. La riunione in prefettura serve proprio per mettere a punto gli ultimi dettagli prima di iniziare le attività". I resti saranno prelevati dai tecnici dell'istituto di medicina legale di Catanzaro che per tutta la durata dell'operazione, prevista in una settimana circa, svolgeranno la loro attività in un ospedale da campo messo a disposizione dai vigili del fuoco che è stato gia' allestito nei pressi del cimitero di Serra D'Aiello. L'Istituto Papa Giovanni, per disposizione della Procura di Paola, è stato chiuso nel marzo dello scorso anno ed i degenti trasferiti in altre strutture. Nell'ottobre scorso, inoltre, l'ex sacerdote don Alfredo Luberto, ex presidente dell'Istituto, è stato condannato a sette anni di reclusione nell'ambito del troncone di inchiesta sulle irregolarita' nella gestione.

  • 5 febbraio 2010

    Sono appena cominciate e già portano alla luce le prime sorprese le operazioni di riesumazione dei cadaveri dei degenti che erano ricoverati nell'istituto di assistenza Papa Giovanni XXIII e che sono stati sepolti nel piccolo cimitero di Serra D'Aiello. Un'operazione disposta dalla Procura di Paola che sta indagando su una serie di sparizioni misteriose avvenute nel corso degli ultimi 15 anni di almeno sette pazienti. Per realizzarla, fatto mai visto in Calabria, i vigili del fuoco hanno allestito un ospedale da campo appena fuori il cimitero, in cui i tecnici dell'Istituto di medicina legale di Catanzaro preleveranno dei campioni organici per consegnarli ai carabinieri del Ris di Messina che dovranno estrarne il dna per confrontarlo con quello dei familiari degli scomparsi. Il dubbio, neanche tanto velato degli inquirenti, è che qualcuno di quei degenti possa essere stato sepolto di nascosto nel cimitero. Dubbio alimentato dal fatto che sulle bare non sono riportati i nomi dei morti, lasciando così aperti molti interrogativi.Ed il primo dubbio che gli inquirenti si sono trovati a dover affrontare riguarda la scoperta fatta dopo l'apertura di un loculo posto in posizione orizzontale. All'interno i tecnici hanno trovato, infatti, non una ma ben quattro bare. E la stranezza ancora più grande è che da un primo esame risulta che la bara più recente fosse sistemata in fondo, dietro a quelle più vecchie.Ma di stranezze ne ha portate alla luce anche altre l'operazione disposta dalla Procura di Paola per chiarire una volta per tutte quanti degenti dell'istituto sono sepolti nel cimitero, che sorge a poche centinaia di metri dall'istituto fatto sgomberare nel marzo dello scorso anno e, soprattutto, la loro identità. Su alcuni scheletri, da un primo esame esterno, sono stati riscontrati segni di fratture sulla cui natura gli investigatori non si sbilanciano, visto che potrebbero essere state provocate dal processo di decomposizione. Anche su questo aspetto, comunque, la Procura intende fare chiarezza. Oggi sono stati aperti una dozzina di loculi sui 67 totali da esaminare. Le bare, una volta tolte dai loculi, vengono portate nella tendopoli dove i tecnici dell'Istituto di medicina legale prelevano i campioni, prima di richiudere le casse che saranno lasciate temporaneamente nell'ospedale da campo, vigilato giorno e notte dai carabinieri, prima del loro ritorno nel cimitero.L'operazione dovrebbe concludersi in una settimana.

  • 19 febbraio 2010

    Ancora qualche giorno e le tende dell'ospedale autoptico costruito vicino al cimitero di Serra d'Aiello, saranno definitivamente rimosse, dando così avvio alla seconda fase delle indagini programmate dalla Procura della Repubblica di Paola per fare luce sul mistero che avvolge gli scomparsi del Papa Giovanni XXIII. Gli esperti di medicina legale, coadiuvati da alcuni tecnici, continuano nell'opera di riesumazione dei cadaveri sepolti nelle cappelle cimiteriali di proprietà dell'ex casa di cura. In un primo tempo sono stati aperti soltanto i loculi cementati sui quali non erano state apposte nessun genere di iscrizione, fatta eccezione per un "X" ed una "V". La "X" indicava la presenza di una bara, la "V" il contrario. Le sorprese non sono mancate. Nei sessantasette loculi senza nome sono state rinvenute più bare, con casi del tutto eccezionali. In un loculo, infatti, erano stati accatastati ben quattro cadaveri e in un altro a piano orizzontale ne sono stati trovati addirittura otto. A queste situazioni estreme si aggiungono i casi anomali, come la presenza di due cadaveri in un'unica tomba, circostanza che si è verificata con eccezionale frequenza, e la riesumazione di un cadavere recente, ancora in grado di sprigionare gas ed odori tanto intensi da bloccare per alcuni minuti i lavori. La magistratura ha deciso di procedere così all'apertura di altre trentasette loculi, contrassegnati dalla presenza di una lapide che indica il nome e la data di decesso del sepolto. In questo caso, oltre a verificare l'eventuale presenza di più corpi nello stesso loculo, i giudici vogliono accertare la piena concordanza tra l'identità del defunto ed il nominativo indicato. I patologi presenti a Serra d'Aiello, inoltre, hanno continuato a prelevare da ogni singolo cadavere un campione del dna, in modo da effettuare i confronti con i familiari degli scomparsi. Purtroppo alcuni di questi corpi saranno destinati a rimanere senza nome. Mancano, infatti, i registri che attestano sia il decesso che la relativa sepoltura e se non vi sono parenti disponibili al confronto del codice genetico queste morti resteranno del tutto ignote. Gli investigatori cercano di rintracciare tra i documenti sequestrati nella casa di cura qualche elemento che possa fornire un indicazione del numero preciso dei decessi avvenuti negli anni. Si cerca di comprendere cosa è successo agli scomparsi del Papa Giovanni: una dozzina di pazienti che dal 1992 al 2008 hanno fatto perdere le proprie tracce. Lo scenario, già di per se inquietante, potrebbe diventare ancora più macabro. La Procura della Repubblica di Paola, sfruttando alcune informazioni definite "confidenziali", indaga sul possibile utilizzo del camposanto come luogo di sepoltura per i morti di mafia. Appurato, infatti, che non esisteva nessun tipo di controllo da parte degli organi preposti, è plausibile ipotizzare che il cimitero possa essere stato usato come luogo ideale per occultare cadaveri scomodi. Su questa eventualità la stessa Procura mantiene il massimo riserbo, ma secondo alcune indiscrezioni ancora da confermare, sarebbero stati rinvenuti alcuni segnali che confermerebbero tale possibilità. Sull'argomento le bocche restano ancora cucite. «Nella gestione del cimitero? spiega il procuratore capo Bruno Giordano ? abbiamo riscontrato una vera e propria anarchia cimiteriale che ci porta a non escludere che il luogo in questione possa essere stato utilizzato per nascondere morti di mafia». L'ospedale da campo rimarrà in piedi ancora qualche giorno. Poi questo mistero comincerà ad essere svelato.

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