Data pubblicazione:08/02/2019
Collinzio D'Orazio, 50 anni, vive insieme ai genitori a S. Benedetto dei Marsi, in provincia dell'Aquila. Non ha figli e non è sposato. Il 1 febbraio 2019 intorno alle 20 la madre lo ha chiamato per andare a tavola, ma tra i due è nata una discussione e per calmarsi l'uomo ha detto di volersi fare un giro per un paio d’ore. Ma la mattina seguente non era ancora rientrato. Potrebbe trovarsi in stato confusionale. Non ha con sé il cellulare né i propri documenti né soldi.
Il corpo di Collinzio D'Orazio è stato ritrovato dai Carabinieri nel fiume Giovenco, nei pressi dell'intersezione con il canale Piccola Cinta. Disposta l'autopsia per accertare le cause della morte. Sulla scomparsa dell'uomo la procura aveva aperto una indagine per omicidio volontario contro ignoti.
Chiuse le indagini, procura di Avezzano accusa di abbandono di incapace e non più di omicidio volontario i due giovani che la sera dell’1 febbraio 2019 gli diedero un passaggio in auto. Il corpo dell’uomo scomparso fu ritrovato 23 giorni dopo nel fiume Giovenco.
"Aveva bisogno d’aiuto, perché lo lasciarono al fiume invece che portarlo in ospedale?”. La mamma Teresa dopo la prima udienza del processo ai due giovani che la sera dell’1 febbraio 2019 gli diedero un passaggio in auto. La procura di Avezzano li accusa di abbandono di incapace. Il corpo dell’uomo scomparso fu ritrovato dopo 23 giorni nel Giovenco. Rinvio al 28 marzo per la mancanza delle trascrizioni di alcune intercettazioni ambientali.
Rinviati a giudizio i due giovani che la sera dell’1 febbraio 2019 diedero all'uomo un passaggio in auto a San Benedetto dei Marsi. Lo ha deciso il gup di Avezzano. Dovranno rispondere di abbandono di incapace aggravato dalla morte dell’uomo scomparso e ritrovato 23 giorni dopo nel fiume Giovenco. La mamma Teresa: “Quella sera non ha trovato nessuno che lo aiutasse, spero che abbia giustizia”.
“L’abbiamo gettato al Fucino”. Il messaggio a un amico degli imputati, sentito al processo ai due giovani che la sera dell’1 febbraio 2019 diedero un passaggio all’uomo scomparso da San Benedetto dei Marsi e ritrovato 23 giorni dopo nel fiume Giovenco. “Doveva avvertire subito i Carabinieri”, dice la mamma. Per la difesa era solo una battuta. “Mentre tutto il paese lo cercava, c’erano persone che nascondevano. Chi ha informazioni utili, parli”.
Condannati a 3 anni in primo grado i due giovani che la sera dell’1 febbraio 2019 diedero un passaggio in auto a Collinzio D'Orazio a San Benedetto dei Marsi. Fabio Sante Mostacci e Mirko Caniglia rispondevano di abbandono di incapace aggravato dalla morte dell’uomo scomparso e ritrovato 23 giorni dopo nel fiume Giovenco. “Ci riserviamo di leggere le motivazioni, ma certamente ricorreremo in appello”, hanno annunciato i difensori, avvocati Mario Flammini per Mostacci (insieme a Franco Colucci) e Antonio Milo per Caniglia, dopo la sentenza della Corte d’Assise. La mamma: “Giustizia è stata fatta”.
Confermata in appello la condanna a 3 anni per i due giovani che la sera dell’1 febbraio 2019 gli diedero un passaggio in auto a San Benedetto dei Marsi. Rispondevano di abbandono di incapace aggravato dalla morte dell’uomo scomparso e ritrovato 23 giorni dopo nel fiume Giovenco. “Giustizia è stata fatta”, aveva detto la mamma dopo la sentenza di primo grado.