Edizione:1998/1999
Data pubblicazione:01/11/1998
Mercoledì 18 novembre Mauro, 11 anni, non è rientrato a casa. Il giorno dopo la sua bicicletta è stata ritrovata in un vialetto a poche centinaia di metri dalla piazza del paese, Piedimonte San Germano (vicino Cassino), dove Mauro viveva con sua madre e sua sorella. La mattina del 21 novembre, a venti chilometri di distanza, nel comune di San Giovanni Incarico, un netturbino ha ritrovato il suo corpo senza vita in una boscaglia a pochi metri dal ciglio della strada. Secondo il medico legale la morte è stata provocata da un forte colpo al cranio e risalirebbe alle 17,30 dello stesso giorno della scomparsa. I magistrati della Procura di Cassino, ora stanno passando al setaccio la breve vita di Mauro, interrogando parenti ed amici.
Questa la ricostruzione delle ultime ore di vita di Mauro secondo Erick, il diciottenne peruviano amico della vittima, accusato insieme ad altri dell'omicidio. Dopo un pomeriggio trascorso tra la sala giochi, la piazza del paese e il bar, Mauro, con la sua bicicletta, non torna a casa. Ha un appuntamento. Dopo aver percorso una stradina buia parcheggia la sua bici legandola ad un albero. Poi arriva a piedi al 'fontanone' dove lo aspetta Erick, un suo amico peruviano di 18 anni. Mauro sarebbe salito sul suo motorino. Sulla via Casilina al bivio di Castrocielo, quattro persone, a bordo di una station wagon scura, li stavano aspettando. I due ragazzi salgono sull'auto dove ci sono: Dennis Bogdan, un giovane zingaro di 19 anni che vive nelle roulottes di fronte all'abitazione di Mauro; C., un amico di 14 anni che abita nello stesso condominio della famiglia, un giostraio maggiorenne e D, minorenne, cugino di Dennis. In macchina raggiungono una stradina isolata all'altezza di via Vignarola, nel Comune di San Giovanni Incarico. Mauro crede che quel posto sia stato scelto per fare una bravata. Scende dall'auto con Claudio, l'altro minorenne, Dennis e lo stesso Erick. Forse solo l'autista sarebbe rimasto nell'auto. Quindi viene colpito 27 volte alla testa. Gli assassini si cambiano con vestiti che si sono portati dietro. Una scarpa, persa da uno di loro, verrà poi ritrovata sabato 21 novembre insieme al cadavere. Dopo l'omicidio il gruppo si divide. Alcuni di loro si fanno vedere in paese, come se nulla fosse accaduto. Ma D. e l'autista tornano sul luogo del delitto per organizzare la messa in scena a sfondo pedofilo, abbassando i jeans e alzando il giubbotto fino al viso di Mauro, ormai senza vita. C. il 14enne amico della vittima, ha sempre negato tutto. Alle telecamere di "Chi l'ha visto?" ha raccontato che quel pomeriggio sarebbe stato con Dennis fino alle 18. Poi sarebbero andati a Cassino e verso le 19 si sarebbero recati ai giardinetti. Verso le 19,10 i due ragazzi sarebbero arrivati vicino all'accampamento. A quel punto Dennis sarebbe entrato nella roulotte e C. sarebbe andato in piazza dove avrebbe incontrato Mauro. Alle 19,20 C. sarebbe andato via. I magistrati di Cassino, cominciano a raccogliere le prime prove sull'esistenza di una banda di ragazzi che commercia droga e mette a segno piccoli furti. Il capo della banda è ancora misterioso. Secondo la testimonianza di Erick sarebbe stato proprio questo personaggio a partecipare, tre giorni prima del delitto, all'incontro in cui venne decisa la sorte di Mauro. Il minorenne D. e l'autista della station wagon, sono ancora ricercati, mentre gli altri sono stati tutti fermati dagli inquirenti.
Erik Schertzberger, una settimana prima della sua confessione ai giudici, avrebbe rivelato il possibile motivo che lo avrebbe costretto a cambiare più volte la sua testimonianza. Al proprietario della pizzeria dove lavorava il sabato sera ha confidato che un amico gli aveva imposto di non parlare e, anzi, di modificare la sua prima deposizione ai Carabinieri per escludere che fossero stati insieme il giorno dell'omicidio. Negli stessi giorni Erik avrebbe anche escluso categoricamente che gli assassini fossero dei pedofili. "Chi l'ha visto?", intanto, ha cercato di fare il punto sull'alibi di D. e C. Nel loro racconto ci sarebbe un buco di oltre un'ora, proprio in corrispondenza dell'ora presunta della morte di Mauro. Secondo il racconto di C. alle sei del pomeriggio i due ragazzi sarebbero andati a giocare una schedina del Super Enalotto a Cassino, insieme ad un loro amico, Roberto Caldarelli. Quest'ultimo, però, nega decisamente. L'avvocato dei fratelli Bogdan, Antonio Fraioli, è convinto che il peruviano stia mentendo 'per paura dei veri assassini'. Secondo un autorevole rappresentante della comunità degli zingari, Mirko Goman, se uno zingaro risultasse colpevole sarebbe esiliato dalla sua comunità e " ...moralmente dovrà soffrire di più che se fosse messo in carcere". Comunque la verità ora è nelle mani di Erik, l'amico che ha condotto Mauro alla sua fine. Sapeva già che Mauro era condannato? O tutto è precipitato, e l'inganno è diventato poi un omicidio?
D., il minorenne cugino di Dennis e Fardi, si è costituito. Gli inquirenti stanno ora verificando il suo alibi.
Si è concluso davanti alla Corte di assise di Cassino il processo per il delitto Iavarone. Condannato all’ergastolo Dennis Bogdan, venti anni al pentito Erik Schertzberger, assolti Fardi Bogdan e Pasquale Di Silvio, perché gli elementi a loro carico sono stati ritenuti insufficienti e contraddittori. Si attendono le motivazioni della sentenza per chiarire lo scenario dell'omicidio. Il Pubblico ministero e i difensori di Dennis sottolineano alcuni aspetti incongruenti della vicenda.