Edizione:2003/2004
L'8 maggio 1996, Marina Di Modica è uscita dal suo ufficio alle 16,30. Prima è andata a fare acquisti in via Madama Cristina. Poi è tornata a casa, in via della Rocca, per prendere la sua auto, una Y10, che verrà trovata tre giorni dopo davanti all'ospedale Mauriziano, regolarmente chiusa, dai suoi amici. Dalla sua abitazione manca solo una scatola di vecchi francobolli che la donna aveva deciso di vendere, e dalla sua agenda risulta un appuntamento per la sera con un esperto filatelico, che però dichiarerà di non averla incontrata.
Nei giorni scorsi polizia e magistratura hanno ripreso in mano le indagini. Purtroppo gli inquirenti sembrano ormai certi che si tratta di un caso di omicidio. Marina Di Modica, il giorno della sua scomparsa, si è preparata come per andare a un appuntamento intimo. Non immaginando di dover incontrare forse il suo assassino. Gli inquirenti stanno vagliando sui tabulati tutte le telefonate fatte e ricevute da Marina prima della scomparsa. Si scoprirà forse se è stata proprio lei il 26 aprile 1996, pochi giorni prima di sparire, a prenotare a suo nome un esame clinico particolare che si fa in gravidanza presso l'ospedale ginecologico sant'Anna. Come recapito, era stato stranamente lasciato il telefono di una casa disabitata che appartiene ai genitori di Marina: un numero che si può trovare anche sull'elenco. Forse un tentativo per depistare le indagini.
C'è una novità nelle indagini sulla scomparsa di Marina Di Modica: la Procura della Repubblica ha iscritto una persona nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio. E' stato contestualmente richiesto il sequestro dell'automobile usata dall'indagato all'epoca dei fatti. Su di essa dovranno essere eseguiti accertamenti di carattere tecnico. La tecnica del Luminol, infatti, potrebbe rilevare eventuali tracce, anche a distanza di anni. L'indagato si chiama Paolo Stroppiana, ed è l'esperto di francobolli con cui Marina Di Modica, secondo la sua agenda, avrebbe avuto un appuntamento proprio il giorno della scomparsa, a cena, per valutare alcuni francobolli. L'uomo aveva sostenuto di aver annullato l'impegno un paio di giorni prima e di aver trascorso quella serata a casa della fidanzata. Marina Di Modica era una donna molto precisa e metodica e aveva l'abitudine di cancellare sempre dall'agenda gli appuntamenti disdetti. Gaetano Di Modica, padre della scomparsa, sottolinea: "Io ritengo che in realtà non era stato disdetto. Quando ero a cena da lei, il lunedì, lei ebbe una telefonata in cui disse: "No mercoledì non posso perché ho già un impegno". E la stessa cosa è confermata da un altro amico di Marina, che l'ha sentita proprio il giorno della scomparsa e lei gli avrebbe detto che quella sera aveva un impegno a cena.
Proprio in questi giorni "Chi l'ha visto?" ha fatto un'incredibile scoperta: la persona che doveva partire in vacanza con Camilla Bini altri non era che la fidanzata di Paolo Stroppiana, iscritto nel registro degli indagati per la scomparsa di Marina Di Modica. La donna, Beatrice Della Croce di Dojola, dipendente anche lei della Bolaffi, aveva fornito al fidanzato l'alibi per la sera dell'8 maggio del 1996, la sera della scomparsa di Marina Di Modica. Un'amica della Bini, Chiara, non trovando più al telefono Camilla Bini, aveva telefonato a Beatrice Della Croce Di Dojola perché sapeva che la doveva incontrare per poi partire con lei. La donna le aveva risposto che la Bini aveva cambiato programma. Quando erano stati fatti dei collegamenti fra la scomparsa della Di Modica e quella della Bini, Stroppiana aveva affermato che la sua conoscenza di Camilla Bini era sempre stata superficiale. A questo proposito Giuliana Bini, sorella della donna scomparsa, ha detto: "Io mi chiedo perché una persona che lavora con un'altra, la conosce, la frequenta, va a cena a casa sua, dica che Camilla la conosceva superficialmente e niente di più. Questo sì mi ha fatto pensare molto". Sulla conduzione delle indagini, in particolare sulle testimonianze dei vicini di casa, la Bini ha anche sottolineato: "I signori Mancini non sono mai stati ascoltati dagli inquirenti e il signor Mancini si è anche adirato perché in più di un'occasione avrebbe visto sia Beatrice sia Paolo Stroppiana a cena da Camilla e lui altre volte da Camilla". Massimo Numa giornalista de "La Stampa" ha commentato: "Questa ragazza avrebbe dovuto partire per le ferie, va all'agenzia di viaggi eccetera. Però quel giorno lì fa la spesa, riempie il frigo e sparisce. La logica vuole che se uno parte per le ferie, il frigo lo svuota, non compra dei beni deperibili. Il caso di Camilla Bini è ancora più inquietante perché dimostra come c'è stato un vuoto nelle indagini. Perché quando fu aperto l'appartamento di Camilla furono trovati due bicchieri, uno segnato dal rossetto, e nessuno prese mai le impronte digitali da questi bicchieri".
L'autunno scorso il magistrato aveva ottenuto il sequestro dell'auto di Stroppiana per compiere accertamenti su eventuali reperti presenti sull'auto e riconducibili a Marina Di Modica. Ma, dopo oltre sei anni dalla scomparsa, i pochi elementi utili per determinare il DNA che si è riusciti a ricavare non hanno dato esito. Sembra accertato che l'ultimo contatto telefonico tra Stroppiana e la Di Modica sia avvenuto nella giornata di lunedì 6 maggio 1996. Il giorno successivo, martedì pomeriggio, parlando con l'amico, la donna aveva riferito di un impegno per mercoledì sera. Si può quindi dedurre che la telefonata tra la Di Modica e Stroppiana avesse confermato e non disdetto quell'appuntamento scritto sull'agenda della donna. Il professor Gaetano Di Modica, padre di Marina, ha detto. "Anche queste ultime notizie che compaiono dal giornale hanno un significato a seconda di come si vuole interpretarle. Abbiamo ripreso un po' a sperare in una soluzione vicina. Può darsi che la soluzione sia dietro l'angolo". Paolo Stroppiana è stato al centro di importanti inchieste giudiziarie che riguardavano il periodo dell'eversione nera. Dopo una militanza nell'estrema destra, da cui aveva accumulato diverse denunce, è entrato nel gruppo di Terza Posizione, gruppi che avevano compiuto diversi gravi reati. Negli anni' 80, assieme al suo camerata Ansaldi testimoniò al processo sulla strage di Bologna, riferendo che nell'ambiente di Terza Posizione era noto che la strage fosse stata opera di gruppi facenti capo a Signorelli, Fachini e altri, i quali avevano commesso la strage su incarico di corpi separati dello Stato e poteri occulti. Stroppiana, insieme ad Ansaldi, si era dissociato dal gruppo di Terza Posizione e aveva contribuito a fornire indicazioni utili agli inquirenti. Paolo Stroppiana risulta ancora iscritto nel registro degli indagati per la scomparsa di Marina Di Modica e le indagini della squadra mobile di Torino continuano in maniera serrata tornando anche ad analizzare la scomparsa di Camilla Bini.
Il giornalista Niccolò Zancan, de "La Repubblica", che subito dopo la scoperta di "Chi l'ha visto?" ha raccolto le dichiarazioni di Stroppiana e di Beatrice Della Croce di Dojola ha riferito: "Lui ricorda molti dettagli adesso, forse improvvisamente. Questo è anche un po' strano. I suoi ridcordi si stanno mettendo a fuoco man mano che la storia va avanti. Lei è il suo alibi quando è scomparsa Marina Di Modica. Lui conferma tutto sulle vacanze nel giorno in cui è scomparsa Camilla Bini e quindi ognuno partecipa al problema dell'altro attivamente, in qualche modo anche in modo accorato. Risulta che nel 1990 Beatrice Della Croce di Dojola abbia raccontato in effetti di avere in programma l'eventualità di un viaggio insieme a Camilla Bini. Oggi, in questi giorni, lei sostiene di non avere mai minimamente anche solo ipotizzato questo viaggio verso il sud dell'Italia, verso la Puglia. Oggi lei racconta semplicemente di averle offerto la possibilità di passarla a trovare a casa sua vicino a Santa Margherita Ligure e questa è una delle contraddizioni, forse importanti, da chiarire in questa storia. Le ho chiesto se lei avesse mai avuto dei dubbi e lei mi ha detto di no, nella maniera più assoluta. Con un'enorme naturalezza, devo dire, ha sorriso e ha detto "Sa come viene chiamato Paolo Stroppiana dai suoi amici? Cuore di panna, ma non lo scriva". Stefano Castrale avvocato delle famiglie Di Modica e Bini ha detto: "Se il magistrato ha voglia e, soprattutto, vede degli elementi di continuità o di comunanza fra la scomparsa di Camilla Bini, avvenuta nell'89, e quella di Marina Di Modica, avvenuta nel '96, per noi e per la stessa Procura, per tutti, sarebbe un ottimo risultato. La Procura deve scegliere. Può fare una scelta difensiva per l'organo inquirente e cioè dire: ci fermiamo. Oppure una scelta coraggiosa: andiamo avanti. Noi siamo certi che sia il professor Di Modica, sia la sorella della scomparsa e tutti i cittadini non accuseranno mai la Procura se dopo ulteriori indagini non riusciranno a trovare altri elementi".
Meo Ponte, giornalista de "La Repubblica" ha fatto osservare che in questa vicenda si intrecciano altre inquietanti coincidenze: "Tutti i protagonisti di questa storia appartengono alla Torino bene dei "ragazzi" di mezza età, dove c'è una certa promiscuità, ci sono queste cene, questa ricerca del rapporto. In questa vicenda tutti i protagonisti, anche non direttamente coinvolti in qualche modo, rimandano sempre a delle misteriose scomparse. Perché adesso scopriamo che Beatrice Della Croce aveva appuntamento per le vacanze, o perlomeno la sorella di Camilla Bini dice che c'era un accordo per delle vacanze insieme a questa prima scomparsa. Scopriamo, ad esempio, che la persona che aveva ospitato a casa e aveva presentato la Di Modica a Stroppiana, a sua volta va in vacanza con un'amica che scompare misteriosamente in Oriente. Non solo, lavora in un ospedale da dove scompare un'assistita, Letizia Teglia che si rivolgeva a questo ospedale. Questo non significa che le persone siano direttamnte coinvolte ma sicuramente sono degli elementi inquietanti che tendono ad accrescere quello che è l'alone di giallo attorno a tutta questa vicenda". Quello che anche appare strano è che la mattina del 7 ottobre scorso, quando all'alba gli agenti sono andati ad effettuare il sequestro dell'auto di Stroppiana, non solo i giornalisti erano stati precedentemente informati ma anche Paolo Stroppiana era stato preavvertito da qualcuno. Giuliana Bini ha ancora una volta espresso la sua volontà di andare fino in fondo a questa vicenda: "Noi non ci fermeremo mai e continueremo sempre a chiedere che fine a fatto Camilla. Possono passare dieci, venti, trent'anni, quaranta, quello che sia. Se noi avremo voce, io specialmente continuerò a chiedere agli inquirenti risposte". Anche il professor Gaetano Di Modica ha rinnovato il suo appello affinché le indagini proseguano: "Grazie al lavoro che è stato fatto in questi ultimi due anni abbiamo ripreso la speranza di uscire da questo stato di nebbia atroce. Perché io spero come padre e anche come cittadino che quello che è successo a me, quello che è successo ad altri, non succeda più".
Mai indagato per il caso di Camilla Bini, dall'autunno 2002 Paolo Stroppiana lo è stato invece per il caso di Marina Di Modica. Ma il Pubblico Ministero che lo aveva sottoposto a indagine ha richiesto l'archiviazione dicendo in sostanza: "Stroppiana ha certamente mentito. Ci sono stranezze e bugie di tanti tipi, ma sono solo indizi. Non ci sono elementi per sostenere nei suoi confronti l'accusa di aver ucciso Marina Di Modica". All'archiviazione del caso si è però opposto il professor Di Modica, padre di Marina, i cui legali sottolineano che, come nel caso della Bini, troppi elementi sarebbero stati trascurati nelle prime indagini. In particolare si fa riferimento ad accertamenti tardivi, parziali o mai effettuati, per esempio sull'auto della scomparsa o sulle abitazioni e le armi di Stroppiana. Nell'atto di opposizione all'archiviazione si richiamano anche i gravi precedenti penali di Stroppiana nell'ambito della sua militanza nei gruppi eversivi di estrema destra e il suo ruolo di pentito in importanti processi, che potrebbe avergli fatto guadagnare qualche indulgenza, come la concessione del porto d'armi dimostrerebbe.
Il 30 marzo scorso il Giudice per le Indagini Preliminari, dr.ssa Federica Gallone, ha respinto la richiesta di archiviazione e ha stabilito che Paolo Stroppiana, che durante le indagini si era avvalso della facoltà di non rispondere, sia processato per l'omicidio di Marina Di Modica. Il GIP ha rilevato anche l'inquietante coincidenza costituita dalla scomparsa di un'altra donna che lavorava alla Bolaffi, Camilla Bini, che pare avesse avuto una relazione con lo stesso Stroppiana, da questi sempre negata. Per il GIP l'incontro tra l'indagato e Beatrice Della Croce di Dojola, alle 22 della sera dell'8 maggio 1996, non sarebbe certo, visto che non sarebbe stato confermato né smentito dalla stessa figlia della donna. In ogni caso Stroppiana avrebbe potuto incontrare la Di Modica tra le 18 e le 20 di quella sera.
Il 28 giugno il GIP Simone Perelli, ascoltati i legali, ha fissato l'inizio del processo per il 12 ottobre prossimo. Paolo Stroppiana, accusato di avere assassinato Marina Di Modica e di averne occultato il corpo, ha dichiarato: "Io non ho nessun timore di andare a un giudizio pubblico, nel modo più assoluto. Se io avessi la coscienza non tranquilla avrei chiesto il rito abbreviato". Il suo legale ha inoltre smentito che sia stata posta alla figlia di Beatrice Della Croce di Dojola una domanda sulla cena con Stroppiana la sera dell'8 maggio 1996. Intanto le indagini preliminari non avrebbero trovato riscontri né alla telefonata che Stroppiana avrebbe fatto quel giorno per disdire l'appuntamento con Marina Di Modica dalla cabina telefonica, all'epoca situata in c.so Umberto I a Torino, né alla visita che avrebbe fatto a un centro fisioterapico.
In questi giorni si sta celebrando in Corte di Assise a Torino il processo contro Paolo Stroppiana. La difesa di Paolo Stroppiana ha chiesto preliminarmente alla Corte l'eccezione di nullità per i reati contestati, che però è stata respinta perché il capo di imputazione in oggetto è stato ritenuto completo nei suoi elementi essenziali. L'udienza del 22 aprile 2005 si è aperta con un colpo di scena: Beatrice Della Croce di Dojola è stata indagata per favoreggiamento. E' infatti emerso un elemento che ha messo in discussione l'alibi di Paolo Stroppiana. Una collega ha riferito di aver sentito Beatrice Della Croce di Dojola affermare in ufficio che la sera dell'8 maggio 1996 Paolo Stroppiana non era andato da lei. Questa frase era poi circolata tra diverse altre colleghe che l'hanno confermata in aula. Il giorno successivo alla scomparsa di Marina Di Modica nel suo appartamento i genitori avevano trovato delle buste con degli scontrini. Prima dell'appuntamento la donna aveva acquistato delle calze autoreggenti e delle scarpe nuove. Il giorno prima era stata da un parrucchiere. Sulla sua agenda compariva un appuntamento: ore 18, cena Paolo per francobolli. Ma Paolo Stroppiana aveva negato per due volte quell'incontro, sostenendo che la sera dell'8 maggio 1996 era andato a cena dalle 19,30 alle 21,30 dalla sua fidanzata di allora, Beatrice Della Croce di Dojola che, insieme alla figlia, aveva confermato l'alibi. Secondo l'accusa invece l'appuntamento non sarebbe mai stato disdetto. A un amico che le aveva chiesto se potevano vedersi quella stessa sera, Marina Di Modica disse che aveva già un impegno. Dopo aver negato due volte di aver preso un appuntamento, giustificandosi con l'intenzione di non fare ingelosire la fidanzata, Paolo Stroppiana lo ha finalmente ammesso, aggiungendo però di averlo poi disdetto. Il figlio ha dichiarato che l'8 maggio 1996 lui era ancora in casa tra le 18,30 e le 19. Alle tre telefonate arrivate in casa tra le 18 e le 18,15 non aveva risposto nessuno. A proposito della prenotazione delle analisi che Marina Di Modica avrebbe fatto per la presunta gravidanza, il tenente dei Carabinieri Roccangelo Tritto ha dichiarato che la dottoressa che aveva ricevuto quella telefonata era certa che provenisse da un numero interno dell'ospedale Sant'Anna. Poteva quindi essere una falsa prenotazione, anche perché si trattava di un esame cui ci si poteva sottoporre al quarto mese di gravidanza, mentre pare che Marina Di Modica non fosse incinta. E' venuto alla luce che Margherita Meneghin, comparsa come teste durante il processo in Corte d'Assise e che aveva confermato l'annullamento dell'appuntamento, aveva avuto una relazione tenuta segreta con Paolo Stroppiana dal giugno del 1996 alla fine del 1997.
Marina Di Modica, la logopedista torinese di cui non si hanno più notizie dal 1996, è stata uccisa. Lo ha stabilito la Corte d'Assise di Torino, che ha condannato per omicidio il filatelico Paolo Stroppiana a 21 anni di reclusione.(ANSA)
Nell’estate del 1985 Fiorella Rolfo, medico fisiatra di 33 anni, non ha fatto più ritorno da un viaggio nella regione del Kashmir (India). Insieme alla collega Bianca Tovo, si era aggregata a una spedizione scientifica dell’Università di Torino con base nel monastero di Bardan, a 3600 metri di quota. La notizia della sparizione della dottoressa Rolfo era arrivata ai familiari in ritardo e le ricerche non avevano avuto alcun esito. Secondo la ricostruzione di Adriano Rolfo, fratello di Fiorella, il 9 agosto 1985, durante un’escursione, la donna aveva accusato un problema fisico e aveva chiesto all’amica Bianca Tovo di potersi fermare, ma il gruppo aveva proseguito e lei era rimasta sola nei pressi di un fiume. Al ritorno non c’era più, restava solo il suo zaino con gli effetti personali. Le ricerche erano state affidate alle autorità del luogo, mentre il gruppo, dopo una breve interruzione, aveva stabilito di proseguire il programma di lavoro. Al ritorno dal Kashmir, nell’agosto del 1985, Bianca Tovo è stata intervistata dal TGR Rai Piemonte all’aeroporto di Milano Linate: Domanda: "Come mai la sua amica è rimasta sola mentre voi proseguivate la gita?"Risposta: "Noi non proseguivamo la gita. Lei ha detto che era stanca e si fermava lì"D: "Il padre ha fatto una dichiarazione di questo genere: Neanche a Pian del Re - cioè sulle montagne di Cuneo - si lascia sola una donna che ha mal di testa".R: "Lei non aveva mal di testa. Aveva detto che le facevano male i piedi, perché aveva delle scarpe da ginnastica e c’erano dei sassi per terra, e che quindi non aveva voglia di continuare. Comunque a Pian del Re una persona con il mal di testa si lascia sola".D: "E' scomparsa... avete cercato...?"R: "Abbiammo cercato... Cioè, io non sono andata a cercare perché ero stanca, hanno cercato gli altri fino a mezzanotte e poi di nuovo il mattino dopo". D: "Lei pensa che sia morta?"R: "Io ne sono convintissima. Cadendo da quel ponte uno moriva nel giro di due secondi".D: "E voi siete sicuri che sia caduta?"R: "Visto che le tracce arrivano da una parte e non proseguono dall’altra non vedo altra soluzione".
Della vicenda di Bianca Tovo si è tornati a parlare in occasione di un’altra misteriosa scomparsa: quella della logopedista Marina Di Modica che, come Fiorella Rolfo, lavorava nel campo della sanità ed era una appassionata della montagna. Proprio in occasione di una cena a casa di Bianca Tovo, Marina Di Modica ha conosciuto Paolo Stroppiana, impiegato presso la Bolaffi Francobolli di Torino. E sempre a casa della Tovo, nell’aprile 1996, i due si sono rivisti per la stima di alcuni francobolli.Anche Camilla Bini, impiegata alla Bolaffi, è misteriosamente sparita l’8 agosto 1989. Le ricerche erano partite con un mese di ritardo. Una sua amica e collega, che doveva andare in vacanza con lei, aveva dichiarato che la donna aveva cambiato idea, decidendo di partire da sola. Questa amica era Beatrice Della Croce di Dojola, fidanzata di Paolo Stroppiana al quale poi fornirà un alibi per la sera della scomparsa di Marina Di Modica. In una puntata di "Chi l’ha visto?" dell’ottobre 1996, Paolo Stroppiana ha dichiarato di conoscere la Bini semplicemente come collega. Nel corso del processo, invece, una testimone ha asserito che l’uomo aveva avuto rapporti più confidenziali con lei, frequentando la sua abitazione. Secondo la ricostruzione del giornalista Giovanni Falconieri, Camilla Bini, la sera prima di sparire, avrebbe avuto ospite a cena un uomo. In cucina gli inquirenti hanno trovato due tazzine di caffè, una sola delle quali macchiata di rossetto.
Cambia il capo d'imputazione e diminuisce la pena. La corte di appello di Torino ha condannato Paolo Stroppiana a 16 anni di carcere per l'omicidio preterintenzionale di Marina Di Modica, la donna scomparsa 16 anni fa. I giudici di primo grado avevano condannato l'uomo, rappresentante della ditta di filatelia Bolaffi, a 21 anni per omicidio volontario. Il filatelico, presente in aula alla lettura della sentenza, non ha voluto rilasciare alcun commento.
La prima sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d'Appello di Torino, pronunciata nello scorso luglio, nei confronti di Paolo Stroppiana, l'uomo accusato dell'omicidio della logopedista Marina Di Modica, scomparsa nel 1996 nel capoluogo piemontese. La Suprema Corte, dopo una lunga camera di consiglio, ha dunque disposto la celebrazione di un nuovo processo d'appello a carico dell'imputato, che era stato condannato a 16 anni di carcere per omicidio preterintenzionale. In primo grado, invece, Stroppiana, rappresentante filatelico, era stato condannato a 21 anni con l'accusa di omicidio volontario.
Al processo d'appello bis per la scomparsa di Marina Di Modica, la Corte d'Appello ha deciso di ascoltare alcuni testimioni per il giallo della logopedista di cui non si hanno tracce dal 1996. Fra i testi spicca Claudio Cracovia, all'epoca dei fatti dirigente della squadra omicidi della Questura e altre persone che saranno chiamate a deporre sull'alibi di Paolo Stroppiana, filatelico: su di lui grava il sospetto che abbia ucciso la donna dopo un appuntamento galante. L'uomo si è sempre dichiarato innocente.
E' ruotata ancora attorno all'alibi dell'imputato, Paolo Stroppiana, la nuova udienza del processo d'appello-bis per la scomparsa di Marina Di Modica, la logopedista torinese di cui non si hanno più notizie dall'8 maggio 1996. Stroppiana, di professione filatelico, è accusato di averla uccisa, ed è stato condannato in primo e in secondo grado, ma
Si conoscerà il 15 gennaio la sentenza del processo a Paolo Stroppiana, il filatelico della Bolaffi imputato per il giallo della logopedista torinese scomparsa nel 1996. La Corte d'Assise d'Appello ha ascoltato gli ultimi interventi delle parti: alla prossima udienza i giudici inviteranno Stroppiana - che è processato a piede libero - a rendere una dichiarazione, se lo desidera, e poi si chiuderanno in camera di consiglio.
E' stato condannato a 14 anni di carcere Paolo Stroppiana, il filatelico della Bolaffi processato per il caso della scomparsa della logopedista torinese Marina Di Modica. I giudici della Corte d'assise d'appello hanno ritenuto Stroppiana colpevole di omicidio preterintenzionale. Della logopedista non si hanno più notizie dal maggio del 1996. Stroppiana è accusato di averla uccisa anche se il cadavere non è mai stato trovato. Marina Di Modica aveva appuntato sulla propria agenda di doverlo incontrare la sera del giorno in cui scomparve. Stroppiana sostiene di avere annullato l'appuntamento.
Dopo otto ore di camera di consiglio,
Una sentenza ''illogica'', ''irragionevole'', che travisa le ''risultante processuali'': cosi' viene definita la condanna di Paolo Stroppiana, nel ricorso che gli avvocati difensori Aldo Albanese e Mauro Ronco hanno presentato in Cassazione. A Stroppiana, lo scorso 16 gennaio, sono stati inflitti 14 anni di carcere per omicidio preterintenzionale. ''Non vi è un solo dato probatorio - scrivono gli avvocati - in grado di indicare che cosa sia accaduto. In questo processo non c'è un cadavere, non vi è il movente, non vi è motivo, non vi è prova dell'occultamento di cadavere nè d'altra condotta dell'imputato che possa consentire il collegamento tra lui e la morte di Marina Di Modica''. Per i due legali non è stato nemmeno dimostrato che l'uomo e la donna, quella sera, si siano incontrati. E gli stessi elementi raccolti nel corso dei vari processi (quello in Cassazione sarà ormai il quinto) permettono letture diverse dell'intera vicenda, lasciando aperte altre ipotesi "altrettanto valide".
Beatrice Della Croce di Loyola, la donna accusata di avere aiutato il filatelico Paolo Stroppiana durante le indagini sulla scomparsa della logopedista torinese Marina Di Modica, è stata assolta dalle accuse di favoreggiamento successive al 1996 ''perche' il fatto non costituisce reato''. Il tribunale ha dichiarato la prescrizione per l'episodio del 1996. L'accusa di riferiva alle testimonianze che, di fatto, fornivano a Stroppiana un alibi. Della logopedista non si hanno piu' notizie dal maggio del 1996 e diverse sentenze hanno stabilito che è stata uccisa, anche se il cadavere non è mai stato trovato. L'ultima pronuncia è della Corte d'Assise d'appello, che il 15 gennaio di quest'anno ha condannato Stroppiana a 14 anni per omicidio preterintenzionale. Si attende il giudizio della Cassazione. Stroppiana, che si è sempre professato innocente, è a piede libero.
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai legali del filatelico Paolo Stroppiana, condannato dalla Corte d'Assise d'appello di Torino per l'omicidio preterintenzionale di Marina Di Modica. Una volta passata in giudicato la sentenza, per il filatelico si sono aperte le porte del carcere. In serata a Torino, poche ore dopo la sentenza, uomini della squadra mobile ne hanno eseguito l'arresto. Stroppiana, tramite i suoi legali, Aldo Albanese e Mauro Ronco, ha sempre sostenuto che l'appuntamento, annotato su un'agenda dalla vittima, fosse stato annullato. Nel gennaio 2006 Stroppiana era già stato condannato in primo grado a 21 anni per omicidio volontario, ridotti a 14 in secondo grado, nel luglio 2008. La Corte di Cassazione, tuttavia, ordinò di ripetere il processo. "Siamo molto soddisfatti della sentenza - hanno detto gli avvocati Stefano Castrale e Giampaolo Zancan, che rappresentano Gaetano Di Modica, padre di Marina - e riteniamo che sia un piccolo fiore sugli insepolti resti della donna".
Dopo 22 anni si riapre a Torino il caso della scomparsa, avvenuta nel 1989, di Camilla Bini, la collega di lavoro del filatelico della Bolaffi Paolo Stroppiana, condannato in via definitiva per la scomparsa della logopedista torinese Marina Di Modica nel 1996. I pubblici ministeri Gabriella Viglione e Sabrina Noce, che hanno aperto da oltre un anno un fascicolo contro ignoti, nei prossimi giorni sentiranno alcuni testimoni. Lo ha confermato l'avvocato Stefano Castrale, legale della famiglia Bini (e anche della famiglia Di Modica). Decisiva, nel fare ripartire le indagini sul caso Bini, sarebbe proprio la condanna a 14 anni inflitta a Stroppiana per l'omicidio preterintenzionale della Di Modica. Il filatelico, che al momento non è indagato per la scomparsa della Bini, sentito in proposito, in passato ha sempre negato ogni addebito, sostenendo che Camilla Bini fosse solo una collega e che il rapporto fosse soltanto di tipo professionale. "Nell'indagine su Marina - ricorda Castrale - era emerso qualche collegamento con la scomparsa di Camilla. Siamo contenti che vi sia questo fascicolo e che le indagini procedano, speriamo che si continui su questa strada".