Valmalenco, 7/12/2020 - La lettera dei familiari di Mattia Mingarelli nell'anniversario della sua scomparsa. Il 30enne sparì il 7 dicembre 2018 in Valmalenco e fu ritrovato morto la vigilia di natale.
"Vorremmo condividere i nostri pensieri ed emozioni come famiglia: mamma papà e sorelle di Mattia.
Sono passati quasi due anni dal 7 dicembre 2018 in alta Valmalenco (Località Barchi) con le luci del tramonto, data ed orario nella quale nel tardo pomeriggio nostro figlio e fratello è scomparso e morto. Trovato per caso da dei passanti dopo 17 giorni di estenuanti ricerche a tappeto della Protezione Civile e altri, elicotteri, sommozzatori, cani molecolari, noi e gli amici di Mattia…. senza esito, malgrado per varie volte siano passati vicini al luogo del ritrovamento.
L’alta valchiavenna sopra Sondrio è fin dall’antichità famosa per essere un luogo di confine con esperti contrabbandieri e ancora oggi bracconieri abili a nascondere, luogo che ancora nasconde la verità che cerchiamo. Ma la verità probabilmente sta nella gente del luogo più che in esso stesso.
Per noi vittime come Mattia il passare del tempo senza risposte e spiegazioni è un tempo “impossibile”, un tempo che non facilita le nostre esistenze e che contribuisce a tenere aperta la ferita ed il dolore. Ci siamo affidati alla Giustizia, sempre con collaborazione attiva e discrezione, non ci sembra possibile che non si riesca a raggiungere una spiegazione realistica e soddisfacente dei fatti, facendo ricorso ad ogni possibile mezzo di indagine; ci aspettiamo che ogni sforzo praticabile venga fatto, che nulla sia lasciato intentato.
Ci sembra un tempo ingiusto, 2 lunghi anni, un tempo che rischia di far dimenticare un accaduto atroce al di fuori dell’umanità, ma che ancora ci mantiene in un atteggiamento di collaborazione e fiducia con la giustizia, se la Giustizia vuole, come deve, essere perseverante.
Crediamo importate rivolgerci alla Giustizia per poter avere spiegazioni di quello che è accaduto quel tardo pomeriggio sia per noi che per altri che potrebbero trovarsi in situazioni simili in futuro.
Il 7 di dicembre di quasi 2 anni fa abbiamo perso le tracce di Mattia, un uomo amorevole, concreto sorridente e pacifico, era andato in montagna, nella casa che noi conoscevamo da anni, per preparare le festività natalizie, con l’intento di tornare a casa il giorno successivo. Era in compagnia unicamente di Dante, il nostro cane affettuoso e gentile.
Alle sue non risposte continue alle chiamate telefoniche ci siamo allarmati, il telefono lo portava sempre vicino e rispondeva prontamente, o richiamava appena non impegnato nel lavoro, il telefono è stato trovato il giorno successivo alla scomparsa di Mattia presso il rifugio “Ai Barchi”. Il giorno successivo eravamo anche noi ai Barchi, abbiamo iniziato a cercarlo, nella neve nelle case nel freddo con il supporto lodevole del soccorso alpino..ma le nostre ricerche lunghe e faticose soprattutto per il cuore, non hanno portato a nulla..il vuoto..il silenzio della morte certa dopo 17 infiniti giorni. Era il 24 di dicembre, vigilia di Natale, all’imbrunire quando il corpo di Mattia è stato trovato steso nel bosco , senza vita…quel luogo così battuto nelle ricerche, quel corpo composto e bello.
Non crediamo sia possibile per un giovane uomo abituato alla montagna fin da piccolo, oltre che scialpinista, e così prudente addentrarsi in un bosco a lui sconosciuto e nel buio se non in una situazione di grave pericolo.
Condividiamo un quadro amato da Mattia di Monet, suo artista preferito con l’augurio che guardando la stessa bellezza si possa trovare la stessa verità, che non cambierà la presenza di Mattia su questa terra, ma contribuirà in parte a riparare i nostri sentimenti cosicchè le ferite possano diventare cicatrici.